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“Condividendo la storia di ultimi e reietti si realizza l’alleanza con Dio”

"La morte di ciascuno di loro - sottolinea Gilberto Grasso, responsabile pescarese della Comunità di Sant'Egidio - è una ferita per la città, per tutti noi, e ricordare i loro nomi in questa liturgia ci consola, perché ci fa sentire che la solitudine, l'abbandono e la morte non sono l'ultima parola nella vita di ogni uomo e che il Signore ama la vita di ciascuno di noi, perché l'amicizia con i poveri e i fragili aiuti la nostra città ad essere più umana e accogliente con tutti"

Lo ha affermato ieri l’arcivescovo Valentinetti, presiedendo la santa messa per i senzatetto morti in strada a Pescara, promossa dallla Comunità di Sant’Egidio, nella chiesa di San Giuseppe

L'arcivescovo Valentinetti pronuncia l'omelia

Augusto, trovato privo di vita la mattina dell’11 novembre 2024 vicino la Cattedrale di San Cetteo, e Stefan, ritrovato senza vita nel sottopasso pedonale del Ponte della libertà il 19 gennaio 2025. Sono gli ultimi due nomi di una lunga serie di senza fissa dimora che, negli anni, sono morti in strada a Pescara. Di tutti loro, ieri mattina nella parrocchia di San Giuseppe, è stata rinnovata la memoria attraverso la santa messa promossa dalla Comunità di Sant’Egidio e presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti.

Gilberto Grasso, responsabile pescarese della Comunità di Sant’Egidio

Un appuntamento che ha riunito decine e decine di pescaresi, tra cui anche il sindaco di Pescara Carlo Masci, i quali hanno partecipato entrando in chiesa con un fiore (“segno dell’amore e della protezione del Signore per la vita di tutti”) in memoria di questi bisognosi morti in strada per il freddo e gli stenti: «È una memoria che è iniziata poco più di 40 anni fa, nell’inverno del 1983 – ricorda Gilberto Grasso, responsabile pescarese della Comunità di Sant’Egidio – quando Modesta Valenti, un’anziana senza fissa dimora che viveva nei prezzi della stazione Termini a Roma, morì senza soccorsi perché, essendo sporca, l’ambulanza rifiutò di soccorrerla. Anche qui a Pescara vogliamo ricordare i tanti amici conosciuti per strada lungo il corso degli anni e che non sono più con noi. Il primo è stato Emilio, di cui conserviamo viva la memoria. Aveva poco più di 40 anni. Le condizioni di vita in strada hanno peggiorato la sua salute fino al giorno della sua morte, avvenuta l’8 febbraio del 2009. Ma insieme ad Emilio, durante la liturgia, pronunceremo i nomi di tanti altri amici che ci hanno abbandonato, ma che non vogliamo dimenticare, accendendo un lumino per ricordarli per sempre come fratelli uno per uno. La morte di ciascuno di loro è una ferita per la città, per tutti noi, e ricordare i loro nomi in questa liturgia ci consola, perché ci fa sentire che la solitudine, l’abbandono e la morte non sono l’ultima parola nella vita di ogni uomo e che il Signore ama la vita di ciascuno di noi, perché l’amicizia con i poveri e i fragili aiuti la nostra città ad essere più umana e accogliente con tutti. Per questo vogliamo pregare e ringraziare insieme il Signore».

I partecipanti alla santa messa

Quindi l’omelia del presule, iniziata con una riflessione innescata dalla Parola di Dio: «La Quaresima – premette l’arcivescovo Valentinetti – è un tempo, un cammino di conversione e la Chiesa, nella sua sapienza, attraverso le liturgie quaresimali delle domeniche ci fa compiere proprio questo percorso. Domenica scorsa, con l’episodio delle tentazioni di Gesù nel deserto, ci ha presentato il tema della fede. Gesù, autore e perfezionatore della nostra fede, Lui stesso che riponeva la fede nel Padre, è stato capace di attraversare la contraddizione della tentazione e attraverso la fede ma soprattutto attraverso il ricorso alla parola di Dio, “allo sta scritto, allo sta scritto”, è riuscito a respingere il maligno e a continuare il suo cammino. Il secondo tema, quello di questa domenica, è l’alleanza, caratterizzato dalla prima lettura che ci narra l’alleanza tra Dio e Abramo. Ma tutto questo avviene su un monte e guarda caso la pagina del Vangelo, ci parla di un monte dove Gesù salì a pregare e lì accade un fatto straordinario. Dio si manifesta in lui in tutta la sua pienezza e in tutta la sua bellezza. Perché il corpo di Gesù ci trasfigura e il volto di Gesù cambia d’aspetto, diventa un volto sfolgorante. Cioè, in Gesù è la conferma che Dio è presente. E accade un’altra parola. Domenica scorsa la parola era “sta scritto”. La parola di questa domenica è “Questi è il figlio mio, l’eletto, in cui ho posto il mio compiacimento, ascoltatelo”».

I fiori innalzati dai partecipanti in memoria dei senzatetto scomparsi

Da qui il primo invito dell’arcivescovo di Pescara-Penne: «Per superare le tentazioni, per superare il cammino complicato della vita – suggerisce monsignor Valentinetti -, dobbiamo ascoltare Gesù, metterci nell’ascolto della Sua persona, non solo delle sue parole, ma anche delle sue azioni, del suo essere attento. A chi? Forse proprio a quelle persone di cui stiamo facendo memoria questa mattina, in questa celebrazione, e di tanti altri che sono ancora con noi. Essere attenti attraverso la parola e le azioni di Gesù, perché Dio vuole fare con noi un’alleanza. L’alleanza con Abramo, l’alleanza con noi. In Gesù, attraverso la Chiesa, la comunità dei credenti. Ecco la presenza di Pietro, Giacomo e Giovanni che sono sul monte e si spaventano di questa situazione, ma sanno molto bene, o perlomeno avevano ascoltato molto bene, cosa Gesù aveva detto prima della trasfigurazione e anche di questa parola di Mosè ed Elia, che parlavano con Gesù del suo esodo che si doveva compiere a Gerusalemme. Cioè la definitiva ed eterna alleanza nel mistero della croce, nel mistero dell’appartenenza totalmente al Padre, “Padre nelle tue mani consegno il mio spirito”, ma soprattutto nella condivisione della storia degli ultimi degli ultimi della terra e dei reietti, degli abbandonati e di coloro che non hanno nessuno che li difenda. È lì che si realizza la vera alleanza e Dio manifesta anticipatamente la sua gloria in Gesù. Cari fratelli, camminiamo nell’itinerario di Quaresima, nella fede, nella alleanza e domenica prossima, ma questo commento lo lascio ai sacerdoti della parrocchia, nella idea della conversione. Poi ci sono altri due temi, ma a tempo debito riveleranno quali sono. Amen».

Le candele accese in memoria dei senzatetto morti in strada

Quindi la preghiera dei fedeli, seguita con il ricordo dei senzatetto morti in strada a Pescara negli anni, con i loro nomi scanditi uno ad uno mentre ogni partecipante alla messa accendeva una candela in loro memoria davanti all’altare, sullo sfondo delle struggenti noti del Kyrie eleison: «O Signore – afferma Roberta Casalini, operatrice della Comunità di Sant’Egidio -, che sei l’amico e il consolatore di ogni uomo, soprattutto di chi è povero, e non dimentichi nessuno dei tuoi figli, noi vogliamo pregarti per tutti i nostri amici che abbiamo conosciuto e amato nelle strade di questa città lungo il corso degli anni. Insieme a Modesta, oggi ricordiamo Emilio, Michele, Valentin, Kai, Pavel, Barbara, Monica, Salvatore, Andrea, Mariagrazia, Titina, Francesco, Giuseppe, Mohamed, Alfredo, Beate, Sandra, Edward, Andrej, Beata, Laura, Angelo, Aziz, Daniel, Giuliano, Maciej Franciszek, Ruggero e un uomo di origine indiana di cui non si è conosciuto il nome, Adam, Dominiq e Giacomo di cui ricordiamo la grande amicizia, Dimitri, Luciano, Saman, Daniel, Giancarlo, conosciuti in strada, sopraffatti dalla malattia. Insieme a loro facciamo memoria, con dolore, di coloro che nell’ultimo anno sono morti per strada, per il freddo e gli stenti. Augusto, trovato privo di vita la mattina dell’11 novembre 2024 vicino la Cattedrale di San Cetteo, e Stefan, ritrovato senza vita nel sottopasso pedonale del Ponte della libertà il 19 gennaio 2025. O signore, ti preghiamo per tutti gli amici che sono nel nostro cuore, per tutti coloro di cui non abbiamo conosciuto il nome, ma che Tu ami e conosci uno ad uno. Tu che sei il Pastore buono e vegli sulla vita di tutti, accogli e custodisci questi nostri fratelli nel tuo amore e concedici di non dimenticarli mai, in attesa di riunirci insieme nel tuo regno dove la vita non finisce».

Il sindaco di Pescara Carlo Masci accende la candela in memoria dei senzatetto morti in strada

Tra i partecipanti alla santa messa, non è mancato il sindaco di Pescara Carlo Masci: «Io – racconta il primo cittadino – partecipo sempre a questa celebrazione, perché è giusto intanto ringraziare tutti i volontari che si mettono a disposizione della collettività. La Comunità di Sant’Egidio, in particolare, svolge un ruolo importantissimo nella nostra realtà cittadina, perché l’aiuto alle persone più deboli, a coloro che hanno bisogno, è essenziale per creare le condizioni affinché ci sia sempre più una realtà di grande civiltà e di grande solidarietà. Tra l’altro, la Comunità di Sant’Egidio è una delle associazioni del terzo settore, di volontariato, che partecipa ai programmi e ai progetti del Comune rivolti proprio ai senzatetto i quali sono le persone più deboli, la marginalità più estrema che deve essere aiutata più delle altre. Quindi la mia partecipazione ha proprio il senso di riconoscenza nei confronti di tutti coloro che si mettono a disposizione della comunità e, nello stesso tempo, di attenzione a quelli che soffrono, a quelli che hanno bisogno, a quelli che chiedono una mano tesa».

A tal proposito, è forte il sostegno dell’Amministrazione comunale di Pescara alle esigenze dei più fragili: «Noi – precisa Masci – abbiamo aumentato di molto gli stanziamenti per i progetti di solidarietà, i progetti che riguardano il sociale e in particolar modo i senza fissa dimora. Dal 2019 abbiamo raddoppiato la cifra. Siamo ormai a quasi 20 milioni di euro messi a disposizione dei progetti di solidarietà che portiamo avanti, sempre in co-programmazione col terzo settore. Quindi vuol dire che qui c’è una comunità molto viva ed effervescente dal punto di vista dell’aiuto ai più deboli. Questa è una città che non lascia indietro nessuno, è una città di grande solidarietà proprio perché ha tanta gente che si mette a disposizione degli altri».

About Davide De Amicis (4598 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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