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“Chiediamo una conversione pastorale per farci nuovamente missionari”

"Forse dovremmo avere un sussulto di indignazione - conclude l'arcivescovo Valentinetti - di fronte a una guerra che è sempre una sconfitta, Papa Francesco lo ripete in continuazione. E allora, San Cetteo, dacci e supplica dal Padre e dal Figlio il dono dello Spirito, perché abbiamo coscienza di chi siamo e dove andiamo, perché il mondo riscopra presto, presto – il più presto possibile – le vie della pace. Non si costruisce la pace, rispondendo con bombardamenti vicendevoli e non si attuano logiche tattiche per chi deve vincere. Si devono attuare logiche tattiche per difendere gli inermi"

Questa l’esortazione rivolta ieri sera ai credenti dall’arcivescovo Valentinetti, che ha presieduto il Pontificale solenne in onore di San Cetteo vescovo e martire, patrono di Pescara e della sua Arcidiocesi

L'arcivescovo Valentinetti pronuncia l'omelia

Ieri sera, in una Cattedrale di San Cetteo gremita di fedeli e autorità civili e militari, l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti ha presieduto il Pontificale solenne in onore di San Cetteo vescovo e martire, patrono di Pescara e della sua Arcidiocesi, concelebrato dal parroco della Cattedrale monsignor Francesco Santuccione, dai canonici e da una delegazione di presbiteri diocesani (con l’animazione liturgica curata dal Coro diocesano diretto da Roberta Fioravanti), aprendo fin da subito con una preghiera di pace: «Dieci ottobre, festa di San Cetteo – esordisce il presule -. Ci affidiamo alla sua preghiera, perché possiamo crescere nella fede, perché lui interceda presso il Padre e il Figlio, per avere il dono dello Spirito Santo. Dono dello Spirito per la nostra vita, per il cammino pastorale delle nostre parrocchie, per il mondo intero. Soprattutto spirito di sapienza, perché i potenti di questo mondo arrivino a vivere sentimenti di pace e non di afflizione».

L’arcivescovo Valentinetti incensa il busto argenteo di San Cetteo

Un’invocazione, quella dello Spirito Santo, ribadita anche nel corso dell’omelia per rilanciare il cammino di rinnovamento della Chiesa, locale e universale, lanciato dal Sinodo: «Per intercessione del santo patrono Cetteo – afferma l’arcivescovo Valentinetti -, questa sera vogliamo particolarmente chiedere – così come la pagina del Vangelo ci ha suggerito – il dono dello Spirito Santo. E vogliamo chiedere questo dono innanzitutto per noi, per la nostra Chiesa diocesana. Siamo in un’epoca in cui siamo chiamati a fare delle scelte coraggiose. Qualcuna la stiamo già facendo altre, probabilmente, seguiranno. Scelte coraggiose che devono rivedere alla base il cammino pastorale della nostra comunità diocesana, perché è più che mai necessario rimettersi in discussione, ripensando ai cammini di evangelizzazione, ai cammini di catechesi, alla testimonianza della carità e, soprattutto, all’annuncio del Cristo risorto dai morti, del Cristo vero liberatore dell’uomo, speranza dell’uomo. È la stessa richiesta di Spirito Santo che San Paolo fa per i galati, i quali avevano cominciato bene il loro cammino di fede, ma poi si erano un po’ persi per strada. Forse si erano un po’ impastoiati dalle loro tradizioni, forse allettati da qualche profeta da strapazzo. E allora San Paolo dice ai galati “Chi vi ha incantati? Proprio voi agli occhi dei quali, fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso” e io aggiungo risorto».

I sacerdoti concelebranti

Da questo esempio biblico, giunge a noi un’esortazione: «Usciamo, fratelli e sorelle, dai vecchi schemi, con coraggio – sollecita l’arcivescovo di Pescara-Penne -. Usciamo dai campanili chiusi delle nostre parrocchie. Ripercorriamo le strade delle nostre città, dei nostri villaggi, delle nostre parrocchie, per farci nuovamente missionari con un sogno missionario. Perché il mondo ha bisogno di Gesù Cristo, oggi più che mai, ma se gli operatori del Vangelo non vivono il sogno missionario, se non vivono la capacità di andare oltre il già si è fatto, il già si è detto, il già si è compiuto… “Siamo forse privi di intelligenza?”. È il rimprovero di San Paolo ai galati… “Che dopo aver cominciato nel segno dello Spirito, ora volete finire nel segno di sterili tradizioni o, forse, lo Spirito Santo vi è stato dato invano?”. Ma noi tutti abbiamo ricevuto i doni dello Spirito Santo, tutti quanti. E allora, il “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” della pagina del Vangelo, sia per noi veramente l’insistenza – per intercessione del nostro santo – ad una vera conversione pastorale, perché lo Spirito Santo viene dato a coloro che lo chiedono. Ed è l’unica cosa buona che possiamo chiedere».

La Cattedrale di San Cetteo gremita

Infatti, in seguito, monsignor Valentinetti ha denunciato un uso distorto della preghiera e della spiritualità, da parte di tutti: «Molte volte chiediamo cose materiali, diciamoci la verità – constata l’arcivescovo -. Ognuno, nel proprio piccolo, vorrebbe avere il riscontro delle proprie necessità umane. Questo è il fenomeno anche di molte spiritualità che non hanno senso, che sono un mordi e fuggi, che sono un “pronti” alla risposta più facile. Ma la vita cristiana non ha risposte facili, è un cammino molto spesso tortuoso, che si inerpica per le vie del Calvario e che si inerpica lungo i sentieri del Lago di Tiberiade. Ma da lì si riparte, per essere autentici nella fede, per essere veritieri nella fede. E allora, a che servono le tante “devozioncelle” che proliferano in continuazione? A che cosa servono i messaggi propalati come messaggi celesti che, quotidianamente, innervano i cosiddetti social? A niente, perché noi abbiamo il Vangelo, noi abbiamo il magistero, la Chiesa, il Santo Padre. Noi abbiamo la Chiesa diocesana. È qui che si radica la nostra fede, la nostra speranza e la nostra carità».

Le autorità civili e militari

Nella seconda parte dell’omelia, invece, il presule è tornato ad invocare la pace ripesando alle quotidiane scene di guerra, alle porte dell’Europa, a cui stiamo assistendo: «Sarei omissivo – osserva monsignor Tommaso Valentinetti – se, questa sera, non chiedessi lo Spirito Santo l’ho accennato all’inizio della messaper i potenti della terra. Abbiamo ascoltato la prima lettura, la pagina dei Maccabei. Martiri, martiri innocenti. Ma quanti innocenti martiri stanno morendo in questo tempo! Quanti innocenti martiri stanno vivendo la sofferenza di una guerra, che oserei dire ingiusta perché le guerre sono sempre ingiuste. E la cosa che fa più impressione, è che i potenti della terra non abbiano la capacità e forse neanche la volontàdi fermare le guerre, pur avendone la possibilità. Dietro c’è sicuramente il commercio e la sperimentazione delle nuove armi. Questo si sta evidenziando in maniera molto chiara. Si arriva anche a colpire le truppe delle Nazioni unite (a seguito di un attacco israeliano in Libano). Pensate un po’, è di stamattina la notizia!».

Il busto ligneo di San Cetteo viene portato in processione

Per questo l’arcivescovo ha invocato, ancora una volta, la discesa dello Spirito Santo: «E allora dove andare se non allo Spirito Santo – ribadisce l’alto prelato -, perché illumini, rischiari, dia forza e coraggio sempre più a Papa Francesco di essere presente a questa battaglia del bene contro il male, perché stiamo vivendo una battaglia del bene contro il male».

Infine, su questo tema, non è mancato un richiamo alla responsabilità dei credenti, seguito dall’affidamento conclusivo all’intercessione di San Cetteo: «I cristiani sono un po’ troppo adagiati – accusa monsignor Valentinetti -, non fanno sentire la loro voce. Solo il Papa fa sentire la sua voce. Forse dovremmo avere un sussulto di indignazione di fronte a una guerra che è sempre una sconfitta, Papa Francesco lo ripete in continuazione. E allora, San Cetteo, dacci e supplica dal Padre e dal Figlio il dono dello Spirito, perché abbiamo coscienza di chi siamo e dove andiamo, perché il mondo riscopra presto, presto – il più presto possibile – le vie della pace. Non si costruisce la pace, rispondendo con bombardamenti vicendevoli e non si attuano logiche tattiche per chi deve vincere. Si devono attuare logiche tattiche per difendere gli inermi. Amen».

Al termine della santa messa, ha avuto luogo la processione del busto ligneo di San Cetteo attraverso le vie di Pescara, attraversando piazza Garibaldi, Ponte D’Annunzio, via Caduta del forte, piazza Duca d’Aosta, Ponte Risorgimento (dal quale il presule ha impartito la benedizione al fiume e alla città), piazza Unione, viale Marconi, via Conte di ruvo, per poi rientrare in Cattedrale. Quest’ultima, tra l’altro, a partire dalla prossima settimana sarà oggetto di importanti lavori di adeguamento dell’altare alle più recenti norme liturgiche.

About Davide De Amicis (4486 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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