Medjugorie: “Sì al culto per incontrare Maria, non i veggenti”
Il nulla osta al culto, emesso dal vescovo di Mostar-Duvno d'accordo con la Santa Sede, «non è una dichiarazione di soprannaturalità del fenomeno Medjugorie a cui, tra l'altro, nessuno è obbligato a credere, ma rappresenta un'indicazione del fatto che i fedeli «possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana – osserva il Dicastero per la Dottrina della fede - attraverso questa proposta spirituale e autorizza il culto pubblico"
A 43 anni dalle prime, presunte, apparizioni mariane annunciate nel 1981 da sei ragazzi nel villaggio bosniaco di Medjugorie oggi, attraverso la nota “La Regina della pace” emessa dal Dicastero per la Dottrina della fede, è arrivato il nulla osta ufficiale della Santa Sede al culto presso questo luogo.
Il fenomeno Medjgorie viene dunque definito «un’esperienza spirituale, in mezzo alla quale lo Spirito Santo opera tante cose belle e positive, scissa dall’esperienza dei presunti veggenti, i quali non sono più da percepire come mediatori centrali. Sebbene nell’insieme dei messaggi legati a questa esperienza spirituale, troviamo tanti elementi positivi che aiutano a cogliere la chiamata del Vangelo, certi messaggi – secondo l’opinione di alcuni – presenterebbero delle contraddizioni o sarebbero legati a desideri o interessi dei presunti veggenti o di altre persone».
Però, al di là di questa valutazione positiva, il Vaticano non si pronuncia in merito alla soprannaturlità delle presunte apparizioni mariane, ma riconosce gli abbondanti frutti sprituali relativi alla parrocchia-santuario della Regina della pace, emettendo un giudizio complessivamente positivo sui “presunti messaggi”, seppur con alcuni chiarimenti. Così la nota, in base a quanto determinato dalle nuove norme sul discernimento dei fenomeni soprannaturali, autorizza i fedeli ad aderire all’esperienza spirituale di Medjgorie dato che «si sono verificati molti frutti positivi – ribadisce la nota – e non si sono diffusi nel popolo di Dio effetti negativi o rischiosi». Le conclusioni della Nota, si precisa nel testo, «non implicano un giudizio circa la vita morale dei presunti veggenti». Per quanto, i doni spirituali «non esigono necessariamente la perfezione morale delle persone coinvolte per poter agire».
Il nulla osta al culto, emesso dal vescovo di Mostar-Duvno d’accordo con la Santa Sede, «non è una dichiarazione di soprannaturalità del fenomeno Medjugorie a cui, tra l’altro, nessuno è obbligato a credere, ma rappresenta un’indicazione del fatto che i fedeli «possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana – osserva il Dicastero per la Dottrina della fede – attraverso questa proposta spirituale e autorizza il culto pubblico».
Resta la possibilità dei vescovi di ricorrere a misure prudenziali, in caso di necessità, ma comunque la Santa Sede ha voluto rivolgere un invito specifico ai credenti «ad accettare che i pellegrinaggi non si fanno per incontrarsi con i presunti veggenti, ma per avere un incontro con Maria, Regina della Pace».