100 anni e non sentirli: “Il Signore mi lasci lavorare ancora nella sua vigna”
Ultimamente don Enrico ha continuato e continua ad affiancare, con rinnovato impegno e determinazione, l’attuale parroco don Marco Di Persio dedicandosi alla preghiera e ancor di più al ministero della confessione: "Le persone oggi ne ha tanto bisogno – sottolinea l’anziano sacerdote – e così io le ascolto e le accompagno"

«Il Signore mi lasci lavorare ancora per l’evangelizzazione della sua vigna». È questo il proposito e la preghiera dell’infaticabile don Enrico Zambotti che domani sera, alle 19 nella parrocchia pescarese della Beata Vergine Maria del fuoco in via Stradonetto, celebrerà i suoi 100 anni nell’ambito di una Santa messa presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti.
Nato il 13 luglio 1918 a Fiavè (Trento), penultimo di sei figli, da giovane ha seguito con passione le orme di San Francesco d’Assisi entrando dapprima in convento quale frate minore conventuale. Quindi l’ingresso in Seminario dove il 29 giugno 1942, all’età di 24 anni, è stato ordinato sacerdote. Restando inizialmente in Seminario, don Enrico si è dedicato alla formazione dei giovani sacerdoti come docente di liturgia, teologia, latino e canto.
Ma la vita di don Zambotti è stata anche avventurosa quando, a cavallo tra gli anni ’60 e i ’70, si è trasferito per motivi di studio nella Cecoslovacchia all’epoca sotto la sfera d’influenza del regime sovietico che gli ha impedito il rientro in Italia, costringendolo ad una permanenza lunga dieci anni nel Paese dell’Est Europa dove ha imparato la lingua ceca che parla tutt’ora: «In quegli anni – racconta don Enrico – ho svolto il mio servizio in clandestinità, attraverso la copertura di tanti amici che mi inserivano nelle loro attività».
Solo nel 1971 il rientro in Italia trasferendosi a Pescara, in una diocesi in piena espansione, grazie alla chiamata dell’allora vescovo monsignor Antonio Iannucci che inizialmente lo ha inviato nei centri dell’Opera juventutis e poi, nel 1973, lo ha nominato parroco della comunità di San Silvestro.
Durante un primo contatto con la parrocchia della Beata Vergine Maria del fuoco, don Enrico ha fatto la conoscenza del Cammino neocatecumenale che ha attivato anche nella sua comunità dov’è rimasto parroco fino al 1994 quando, all’età di 76 anni, ha presentato le dimissioni accolte dall’allora arcivescovo monsignor Francesco Cuccarese.
Quest’ultimo lo ha inviato nella parrocchia della Beata Vergine Maria del fuoco, dove risiede tutt’oggi, in affiancamento all’allora parroco don Giuseppe Comerlati. Da ottantenne, nell’ambito del Cammino neocatecumenale, ha svolto anche tre anni di missione in Sardegna con il ruolo di presbitero itinerante.
Ultimamente ha continuato e continua ad affiancare, con rinnovato impegno e determinazione, l’attuale parroco don Marco Di Persio dedicandosi alla preghiera e ancor di più al ministero della confessione: «Le persone oggi ne ha tanto bisogno – sottolinea l’anziano sacerdote – e così io le ascolto e le accompagno». È così diventato una risorsa, oltre che un esempio, per lo stesso parroco della Beata Vergine Maria del fuoco: «Per me – confida – è un maestro, un padre e anche un nonno. Dio mi ha dato un uomo da ascoltare, aiutare e con il quale fare vita comune».
Tra l’altro, a ruoli invertiti, nelle prossime settimane sarà proprio don Marco a partire in missione con i migliori auguri di don Enrico Zambotti: «Con la sua esperienza pastorale – conclude -, può aspirare a qualunque cosa».