“Il primo dono di amore alla comunità è la politica al servizio della gente”
"Ciò che vive dentro queste mura - ricorda Valentinetti - è un servizio. Lo è precipuamente per il sindaco, per gli assessori e per i consiglieri comunali che, oggi più che mai, sono richiamati dalla stessa comunità civile a vivere il loro essere un punto di riferimento per la comunità, ricercando le motivazioni più profonde nella dimensione del servizio"

«Il primo dono di amore alla comunità è la politica: la realtà che si interessa alla vita della città, dove non ci sono solo strade, mattoni, palazzi, adeguamenti strutturali, ma ci sono soprattutto dei cittadini, soprattutto delle persone. Credo debba essere questo l’obiettivo di ogni amministrazione comunale e, mi auguro, anche di questa».
Lo ha affermato ieri mattina l’arcivescovo di Pescara-Penne, monsignor Tommaso Valentinetti, visitando il Comune di Montesilvano nell’ambito della sua visita pastorale alle parrocchie della città, accolto dal sindaco Francesco Maragno, da assessori e consiglieri comunali oltre che dai dipendenti e da una delegazione di cittadini ai quali ha lanciato un messaggio significativo: «Questa città – sottolinea il presule – ha bisogno di unità, non ha bisogno di divisioni, ha bisogno di vedere corpi uniti che partecipano, che vivono, che si interessano del bene dei cittadini».
Un richiamo, quest’ultimo, pienamente condiviso dal sindaco Maragno: «Montesilvano – osserva il primo cittadino – avverte questo momento di crisi, una crisi di valori, e ci tenevamo che Sua Eccellenza venisse a portare un messaggio forte, di fratellanza e unità».
Un messaggio di cui per primi, a detta dell’arcivescovo, dovranno farsi portavoce i parroci della città: «Esorto – invita Valentinetti – i miei fratelli sacerdoti a dare segni di unità, che vorrei fosse sempre più forte, per dare un segnale comprensibile a tutta la realtà cittadina di Montesilvano, che non ha bisogno di campanilismi, di localismi, ma ha bisogno veramente di unità, fraternità e impegno per far crescere questa comunità città».
Non è poi passato inascoltato il richiamo dell’arcivescovo all’azione politica come scelta di servizio: «Uso volutamente la parola servizio – sottolinea monsignor Valentinetti – perché ciò che vive dentro queste mura è un servizio. Lo è precipuamente per il sindaco, per gli assessori e per i consiglieri comunali che, oggi più che mai, sono richiamati dalla stessa comunità civile a vivere il loro stare a servizio dei cittadini, il loro essere un punto di riferimento per la comunità, ricercando le motivazioni più profonde nella dimensione del servizio».
Ma al di là di tutto, l’arcivescovo Valentinetti ha molto apprezzato l’invito dell’amministrazione comunale di Montesilvano, dalla quale ha ricevuto in ricordo un libro (in edizione limitata) sulla storia della città curato da Osvaldo Galli: «Nell’ambito della mia visita pastorale – precisa l’arcivescovo -, oltre a qualche piccolo paese, siete il primo Comune che mi invita, ma certamente nella città di Pescara, che comincia a diventare una realtà macroscopica, il servizio della visita pastorale passa semplicemente sotto silenzio, mentre a Montesilvano la visita del vescovo non è sfuggita agli amministratori e nemmeno alla gente».
In conclusione della visita, ancora un accenno del presule riguardo alla sua visita pastorale che, in questi giorni, sta facendo tappa nella parrocchia di San Giovanni Bosco: «In questa realtà – riflette – sto realmente toccando con mano quante persone hanno bisogno di qualcuno che si prenda cura di loro. Lo si fa attraverso il volontariato, che copre tantissime fasce positive della vita delle persone ma, quando è possibile, lo si faccia anche con dei progetti finanziati dagli enti pubblici perché molte cose non spetterebbero alla comunità cristiana».
È dunque il principio di sussidiarietà quello che la Chiesa locale pescarese esercita a Montesilvano, sostituendosi all’amministrazione comunale nell’assolvimento di quei servizi di utilità sociale che l’ente, falcidiato da tagli e spending review, è impossibilitato a garantire: «Quella della Chiesa – conclude il sindaco Francesco Maragno – è davvero un’attività encomiabile perché, grazie a Dio, attraverso le parrocchie si riesce ad arrivare laddove le istituzioni, mancando gli strumenti, non riescono».