Una libertà “guadagnata”

Riabilitare i detenuti rimettendo in moto l’economia regionale. A breve, tutto questo sarà possibile grazie al protocollo d’intesa siglato nei giorni scorsi, e presentato ieri, dal Provveditorato Regionale Abruzzo e Molise dell’Amministrazione Penitenziaria e Unioncamere Abruzzo, il quale permetterà di mettere in relazione la domanda di lavoro espresse dai detenuti abruzzesi con i bisogni occupazionali emersi dalle imprese.
Il progetto consentirà ai reclusi di disporre di un’offerta lavorativa esterna, oltre a quella già garantita dalle stesse case circondariali. E per le aziende aderenti saranno vantaggi, grazie costi del personale ridotti. Infatti, il protocollo d’intesa è stato presentato con lo slogan “Detenuti al lavoro: un’opportunità per le imprese”: «Per noi – spiega Salvatore Acerra, Provveditore Abruzzo-Molise dell’Amministrazione Penitenziaria – tutto questo è importante, perché la pena ha il fine di recuperare il detenuto, ma da soli non riusciamo a garantire le attività».
In effetti, non è facile garantire la riabilitazione di una popolazione carceraria che solo in Abruzzo raggiunge le 2.000 unità, rispetto alla quota nazionale di 70.000. E penare che, nonostante tutto, i penitenziari abruzzesi avrebbero già delle risorse a disposizione: «Ad esempio – illustra Fiammetta Trisi, direttore dell’ufficio Detenuti e Trattamento del Provveditorato abruzzese – il carcere di Pescara dispone, da un anno, di capannoni nuovissimi, per un totale di 1500 metri quadri, per uso industriale ancora inutilizzati e solo ora una prima azienda si è interessata alla cosa. Ma non solo.
Anche il carcere di Lanciano avrebbe a disposizione terreni, da destinare a uso agricolo per un totale di cinque ettari, ma anche qui restano incolti». Gli imprenditori, dal canto loro, guardano con ottimismo all’iniziativa: «Riteniamo – afferma Giustino Di Carlantonio, presidente di Unioncamere Abruzzo – che il reinserimento di chi ha pagato i propri errori ed è detenuto, riguardi la società civile e le imprese, che possono creare ricchezza recuperando l’individualità e la dignità del detenuto».
L’accordo siglato, a livello locale, tra Provveditorato Abruzzo-Molise dell’Amministrazione Penitenziaria e Unioncamere Abruzzo è comunque frutto di un’intesa siglata a livello nazionale dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e dall’Unione Nazionale delle Camere di Commercio e, dunque, anche le istituzioni guardano con interesse a questa nuova prospettiva: «La Regione Abruzzo – sottolinea Ignazio Rucci, responsabile delle politiche formative regionali – nel triennio 2009/2011 ha messo a disposizione 2 milioni di euro per la realizzazione di progetti di formazione».
La Regione, inoltre, ha confermato la decisione di inserire i detenuti fra i cosiddetti “svantaggiati” che l’ente sostiene con ulteriori agevolazioni: «Siamo convinti – riflette Alfredo Castiglione, vice presidente della Regione Abruzzo e assessore regionale allo Sviluppo Economico – che il problema, per i reclusi, non sia l’espiazione della pena in carcere, ma il dopo. Così, in un momento difficile per la nostra economia, l’”ascensore sociale” va rivisto, favorendo l’inclusione sociale dei detenuti, momentaneamente svantaggiati. Del resto, per aiutare queste persone occorre utilizzare il linguaggio del buon senso, mettendo da parte quello dei partiti».