"Il Papa - osserva lo storico Giovagnoli - esprime una presenza della Chiesa nel mondo contemporaneo che i cattolici italiani non hanno ancora capitalizzato, traducendola in una proposta che possa essere utile per l’Italia"
"Questa pandemia - s'interroga l'arcivescovo Valentinetti - non ci ha insegnato niente? Non ci ha insegnato ad essere un po’ più umani? A tornare ad essere un po’ più solidali? Un po’ più a capire che siamo interdipendenti gli uni dagli altri? Se non siamo capaci di capire quanto questa interdipendenza è interpersonale, intercittadina, interregionale e internazionale, l’umanità è smarrita"
Domenica 2 giugno alle 17.30 dalla santa messa presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti (trasmessa in diretta dall’emittente diocesana Radio Speranza InBlu). Al termine della celebrazione eucaristica, l’effige della Madonna dei Sette Dolori verrà portata in processione sulle strade di Pescara colli
"Un buon padre - ricorda il Papa - sa attendere e sa perdonare, dal profondo del cuore. Certo, sa anche correggere con fermezza: non è un padre debole, arrendevole, sentimentale. Il padre che sa correggere senza avvilire è lo stesso che sa proteggere senza risparmiarsi"
idea guida per l’animazione:
CON LA STESSA GIOIA CHE PROVARONO I MAGI, APRIAMO LO SCRIGNO DEL NOSTRO CUORE DAVANTI AL RE BAMBINO.
intenzione di preghiera:
O Signore, che dall’ultima città di Giuda hai fatto sorgere l’astro più splendente, donaci di riconoscere i segni con cui ci chiami a condividere l’eredità di Cristo e, come i Magi, concedici di deporre davanti a Gesù Bambino l’oro dell’amore fattivo, l’incenso della preghiera continua, la mirra della sofferenza, del dolore, della debolezza, dei dispiaceri, del non avere magari quello che vorremmo.
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idea guida per l’animazione:
CON LA STESSA GIOIA CHE PROVARONO I MAGI, APRIAMO LO SCRIGNO DEL NOSTRO CUORE DAVANTI AL RE BAMBINO.
intenzione di preghiera:
O Signore, che dall’ultima città di Giuda hai fatto sorgere l’astro più splendente, donaci di riconoscere i segni con cui ci chiami a condividere l’eredità di Cristo e, come i Magi, concedici di deporre davanti a Gesù Bambino l’oro dell’amore fattivo, l’incenso della preghiera continua, la mirra della sofferenza, del dolore, della debolezza, dei dispiaceri, del non avere magari quello che vorremmo.