MENU
Ultime notizie

Don Marco Pagniello: «Contro il potere della paura, la pace è testimonianza profetica»

«Credo che ci sia ancora tanta strada da fare per comprendere che speranza e pace si costruiscono ogni giorno, a partire da noi stessi. Papa Francesco ci invita a essere “Pellegrini di speranza”, e questo significa tornare a credere nella forza dei piccoli gesti: l’ascolto, la condivisione, la cura dell’altro. Quando scegliamo di “farci prossimi” agli altri, diventiamo portatori di speranza. Ogni gesto di vicinanza, ogni abbraccio e ogni parola di conforto diventano segni di quella speranza che non conosce confini.»

Intervista a don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, che celebrerà la Messa di Pasqua presso la Cittadella dell’Accoglienza “Giovanni Paolo II” di Pescara.

Domenica 20 aprile, in occasione della Santa Pasqua, don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, tornerà nella sua Pescara per celebrare, alle ore 10:30, la Messa presso la Cittadella dell’Accoglienza “Giovanni Paolo II”, al culmine di una serie di appuntamenti che animeranno l’Opera Segno della Caritas diocesana a partire già da oggi alle 17:00 con la lettura del Vangelo in compagnia degli amici di mensa e dormitorio, e che proseguirà giovedì, sempre alle 17:00, con la Messa in Coena Domini officiata dall’Arcivescovo Valentinetti. Lo abbiamo contattato per una chiacchierata in vista proprio della Pasqua, mettendo al centro i temi della pace, della coesione e dello spirito di comunità, concetti quanto mai indispensabili in un’epoca, quella attuale, che vede l’umanità ferita da guerre, incertezze e feroci contrapposizioni di varia natura.

Ben rivisto don Marco. In questi mesi tante Caritas diocesane hanno messo al centro del loro lavoro di animazione e sensibilizzazione delle comunità il tema della Pace. In un momento storico molto delicato come quello attuale, vediamo che anche un valore universale come la pace sta vivendo feroci polarizzazioni dialettiche. Ciò non rischia di trasformare questo tema in oggetto di strumentalizzazioni atte a svuotare di senso l’essenza stessa della pace? O, ancor peggio, sta già avvenendo?

«Siamo in un’epoca di forte polarizzazione dove anche dimensioni, come la pace, che dovrebbero restare equidistanti dalle diverse posizioni personali, rischiano di essere piegate a interessi ideologici o strumentali. Ma la pace autentica, quella che nasce dall’incontro, dal riconoscimento dell’altro e dalla giustizia, non si lascia svuotare così facilmente. Parliamo di una pace che parte dalle relazioni quotidiane, da gesti concreti e silenziosi, dal rispetto dei più fragili. In particolare, la Caritas, attraverso il suo impegno quotidiano e il suo servizio, promuove una pace che nasce dalla scelta di costruire insieme il bene comune. È un cammino che richiede il contributo di ognuno di noi, partendo dal nostro modo di vivere le relazioni quotidiane, dall’attenzione che rivolgiamo a chi ci circonda, fino al riconoscimento della sofferenza degli altri come parte della nostra storia comune.

In un mondo che rischia di legittimare il potere attraverso la paura, la pace diventa testimonianza profetica. Ed è per questo che serve ancora di più un impegno educativo, sociale, politico che sia capace di ridare senso a questa espressione così potente e necessaria.

In occasione della preghiera dell’Angelus del 19 giugno 2022, in riferimento al conflitto in Ucraina, Papa Francesco ci ha invitato a porci questi interrogativi: “cosa faccio io oggi per il popolo ucraino? Prego? Mi do da fare? Cerco di capire? Cosa faccio io oggi per il popolo ucraino? Ognuno risponda nel proprio cuore”. Il Santo Padre non ha mai smesso di rilanciare appelli di pace, ma nel farlo ci ha sempre invitato a costruire sentieri di speranza e solidarietà, chiamandoci ad essere protagonisti, artigiani di pace. È necessario, innanzitutto con la preghiera e anche con un impegno incarnato, far sì che il grido “Mai più la guerra!” si realizzi davvero nei cuori e nelle menti.»

Nel suo messaggio per la Quaresima 2025, il Santo Padre invita tutti a camminare insieme nella speranza. Come hai già detto, quando parliamo di speranza e pace, il più delle volte abbiamo uno sguardo generale, globale e globalizzato, associando questi concetti quasi esclusivamente alla risoluzione di conflitti armati e a tragedie mondiali, dimenticandoci, appunto, che la pace è un percorso che parte dal nostro quotidiano, dai piccoli gesti di fratellanza e altruismo. Ecco, ma secondo te, la società contemporanea tutto ciò l’ha capito?

«Credo che ci sia ancora tanta strada da fare per comprendere che speranza e pace si costruiscono ogni giorno, a partire da noi stessi. Papa Francesco ci invita a essere “Pellegrini di speranza”, e questo significa tornare a credere nella forza dei piccoli gesti: l’ascolto, la condivisione, la cura dell’altro. Quando scegliamo di “farci prossimi” agli altri, diventiamo portatori di speranza. Ogni gesto di vicinanza, ogni abbraccio e ogni parola di conforto diventano segni di quella speranza che non conosce confini. Anche nelle situazioni più difficili e apparentemente irrisolvibili, la speranza ci invita a guardare oltre, ad aprire i nostri cuori e ad accompagnare coloro che soffrono verso una nuova dignità. La speranza ci insegna che ogni persona, anche la più fragile, ha in sé la forza per rialzarsi e contribuire alla costruzione di un mondo più giusto. In questa dimensione, la carità è quella virtù che può fare da contraltare all’indifferenza, all’assenza di empatia, alla fatica che spesso gli uomini rintracciano nel dare senso al loro incedere incerto. È l’invito perenne ad accogliere un modo nuovo di essere al mondo, ad assumere uno stile di vita che è dono di amore nella reciprocità, per incidere sul costume e sulla vita comunitaria e sociale.»

“Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”. Nel tuo caso anche la Pasqua è con i tuoi, con la scelta di tornare a Pescara per celebrare la Messa di Pasqua di domenica 20 aprile nel luogo simbolo del servizio per i poveri, la Cittadella dell’Accoglienza “Giovanni Paolo II”. Quali, a tuo avviso, sono le criticità e i punti di forza del nostro territorio nell’incontro con l’altro e nella cura delle fragilità?

«Il nostro territorio, come molti in Italia, vive una forte ambivalenza: da un lato ci sono segnali evidenti di fragilità sociale, povertà crescente, isolamento, e nuove forme di emarginazione; dall’altro però c’è anche una grande disponibilità all’incontro, una rete di solidarietà che, quando attivata, risponde con forza e generosità. Le criticità stanno spesso nella frammentazione degli interventi, nella difficoltà di fare rete tra istituzioni e società civile. C’è tanto bene che ha bisogno di essere messo in rete, perché si possa rispondere alle fatiche del nostro tempo “organizzando la speranza”. Aiutare gli altri è una grande possibilità e anche una grande occasione di partecipazione, però come cristiani ci è chiesto anche qualcosa in più del semplice prestare un servizio per altri o mettere a disposizione del tempo per fare qualcosa di buono, a noi è chiesto di testimoniare una Parola che ci ha salvato, che ci salva ogni giorno, che ci guida ogni giorno, e di uno Spirito che ci indica il nostro cammino. Questa è la grande sfida.

La Caritas, in particolare, è chiamata a ripartire dalle periferie per rimettere al centro la comunità, una comunità capace di accogliere, generare risposte e dare risposte, contando in particolare sui giovani, portatori di speranza, idee, creatività e di energie. Non possono mancare, allora, proposte serie, diversificate, occasioni di gratuito servizio che diventano, soprattutto per i giovani, “scuola di vita” capace di provocare in loro stili, scelte e impegni che segneranno il loro futuro nella famiglia, nella professione, nell’impegno politico alla ricerca e promozione del bene comune.

Sentiamo come nostro il compito di guardare soprattutto alle risorse del territorio, concentrandoci sulla ricchezza e sul valore che caratterizza ogni persona, per costruire una società capace davvero di prendersi cura degli ultimi.»

About Giannicola D'Angelo (123 Articles)
Giornalista, sociologo e ricercatore sociale, si occupa dell'Ufficio comunicazione della Caritas diocesana di Pescara-Penne, studi sociali e Osservatorio diocesano povertà e risorse. Oltre alla collaborazione con il notiziario "La Porzione.it", è stato autore e conduttore del programma radiofonico "Binario 1" in onda su Radio Speranza ed è attualmente redattore e responsabile della redazione pescarese del mensile nazionale "Scarp de' tenis".

Rispondi