Pastorale sordi rievoca l’arrivo di Gesù a Gerusalemme: “Vedono per capire”
"La loro menomazione – spiega Annarita Giancristofaro, referente della Pastorale sordi delle Arcidiocesi di Pescara-Penne e Lanciano-Ortona - li porta proprio a dover entrare fisicamente in quella che è la celebrazione. Per comprendere, devono poter vedere. Solo l'ascolto, o la traduzione in lingua dei segni, a loro non basta. Quindi entrare nella Settimana santa, per loro, è entrare proprio anche nei panni dei suoi protagonisti. Li fa entrare in tutte le celebrazioni"

E ieri la santa messa della Domenica delle Palme, nella Cattedrale di San Cetteo, è stata particolarmente inclusiva nei confronti delle persone affette da sordità, con 14 di loro che – prima della liturgia eucaristica – hanno sfilato con i costumi del tempo di Gesù rievocandone l’ingresso a Gerusalemme. Lo speciale corteo, aperto da soldati romani e sommi sacerdoti, è partito da piazza Unione per poi giungere in Cattedrale dopo aver attraversato via delle Caserme e piazza Garibaldi.

Non a caso, la Domenica delle Palme viene definita anche come la “Pasqua del sordo”: «Perché questa – precisa la Giancristofaro – è l’occasione in cui i sordi si riuniscono tutti. Si fa questa celebrazione, con questo corteo in cui si rivive l’ingresso di Gesù a Gerusalemme e poi ognuno vive la Settimana santa nella propria parrocchia di appartenenza. Però questo è un momento conviviale, di inclusione. Sono sordi e udenti che si vestono e che stanno insieme, partecipando a questa stessa celebrazione».
È stata un’esperienza immersiva realizzata dalla Pastorale sordi dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne, composta da 112 persone: «La loro menomazione – spiega Annarita Giancristofaro, referente della Pastorale sordi delle Arcidiocesi di Pescara-Penne e Lanciano-Ortona – li porta proprio a dover entrare fisicamente in quella che è la celebrazione. Per comprendere, devono poter vedere. Solo l’ascolto, o la traduzione in lingua dei segni, a loro non basta. Quindi entrare nella Settimana santa, per loro, è entrare proprio anche nei panni dei suoi protagonisti. Li fa entrare in tutte le celebrazioni».

D’altra parte l’inclusione delle persone sorde e dei disabili in generale, nelle parrocchie pescaresi nonché lancianesi e ortonesi, sta facendo grossi passi in avanti a partire dalla traduzione delle sante messe nella lingua italiana dei segni (Lis). Un percorso di comunione che ha visto nell’arcivescovo Valentinetti un antesignano: «L’arcivescovo lo conosciamo da quando era parroco ad Ortona – ricorda la referente della Pastorale sordi delle Arcidiocesi di Pescara-Penne e Lanciano-Ortona -. Abbiamo iniziato insieme. Fu proprio lui, nel lontano 1994, a chiedermi di tradurre la prima messa in lingua italiana dei segni». E infatti, ieri a fine celebrazione, l’arcivescovo Valentinetti non ha mancato di ringraziare la Pastorale sordi per il prezio servizio svolto.
Un cammino, quello della Pastorale sordi, che da allora ha fatto grossi passi in avanti e che ha ancora degli obiettivi importanti da conseguire: «Il nostro obiettivo – conclude Annarita Giancristofaro – è poter includere sempre di più le persone disabili in generale, ma i sordi in particolare e i bambini sordi. Per quest’ultimo, infatti, essendo magari figlio di genitori non frequentanti, capire la croce, capire che Gesù è morto lì ma poi in effetti è risorto, è difficile, perché solo da ciò che vedono possono credere».
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