Domani a Pescara la Via Crucis per le vittime del lavoro
«Una via Crucis che ha tanti temi sociali, certamente i Crocifissi del nostro tempo, abbiamo voluto chiamarla proprio così, dal Crocifisso del Vangelo ai Crocifissi del nostro tempo, che purtroppo sono più di mille soltanto in Italia ogni anno ed è spaventoso»

Una Via Crucis per ricordare le vittime del lavoro: è questo l’appuntamento promosso dall’Ufficio diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne insieme agli animatori di comunità del progetto Policoro. L’evento si terrà sabato 12 aprile alle ore 16:30, con partenza dalla Scuola dell’infanzia “Loris Malaguzzi“, in via Anelli nel quartiere pescarese di San Silvestro spiaggia: «Abbiamo voluto scegliere la forma della Via Crucis – ha spiegato don Antonio Del Casale, sacerdote dell’Arcidiocesi e incaricato diocesano per l’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro – perché siamo in Quaresima, alle porte della Settimana Santa, e volevamo ricordare almeno alcuni dei tantissimi che hanno perso la vita lavorando. Una via Crucis che ha tanti temi sociali, certamente i Crocifissi del nostro tempo, abbiamo voluto chiamarla proprio così, dal Crocifisso del Vangelo ai Crocifissi del nostro tempo, che purtroppo sono più di mille soltanto in Italia ogni anno ed è spaventoso».
Il percorso si snoderà lungo le vie interne parallele alla riviera, come Viale Primo Vere e Via Anelli. Simbolica la scelta del punto di partenza: una scuola dell’infanzia. «È un luogo della vita – sottolinea il sacerdote –, dove ci sono bambini, genitori giovani. E molte delle vittime del lavoro rientrano proprio nella fascia d’età tra i 25 e i 40 anni. Forse erano proprio padri o madri di quei bambini». La Via Crucis proposta sarà ispirata a quella composta da San Giovanni Paolo II nel 2004, basata esclusivamente su testi evangelici. Ogni stazione sarà accompagnata dalla lettura di una decina di nomi di vittime del lavoro, con l’indicazione dell’età e della nazionalità. «Sentiremo nomi italiani, ma anche europei, stranieri, immigrati. Purtroppo, la lista è lunga», ha spiegato don Antonio.
I quadri che illustreranno le stazioni sono stati realizzati da un giovane artista immigrato dall’Albania, giunto in Italia via mare e «portano con sé non solo un valore artistico, ma anche una memoria condivisa e una testimonianza di speranza», ha raccontato il presbitero. La Pastorale Sociale e del Lavoro diocesana lavora anche sul fronte della prevenzione e dell’educazione: «Operiamo soprattutto tra i giovani, per sensibilizzarli al diritto a un lavoro sicuro e giustamente retribuito. Formiamo ragazzi che possano diventare promotori di iniziative imprenditoriali locali, attente al rispetto della persona e dell’ambiente», ha concluso don Antonio.

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