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G7 Pescara: “Per la prima volta Libano, Palestina e Israele in dialogo”

"C’è grande spazio per l’Italia - riconosce Tajani -, che può essere portatrice di pace. Gli italiani sono ben visti da tutti, siamo credibili, affidabili e credo che dovremo lavorare sempre di più per cercare di ridurre le tensioni e arrivare agli obiettivi che ci siamo prefissi: la pace e la stabilità del Libano e di un’area dove devono nascere due Stati che si riconoscono a vicenda, Israele e lo Stato palestinese guidato dall’Autorità nazionale palestinese, perché noi non riconosciamo Hamas che è un’organizzazione terroristica"

È stato questo il grande risultato emerso dalla conferenza umanitaria al centro del primo giorno dei lavori della riunione dei ministri della Cooperazione e dello sviluppo del G7 in corso all’Aurum

Il vice premier e ministro degli Affari esteri italiano Antonio Tajani fa il punto nel primo giorno del G7 di Pescara

Un grande piano di aiuti per aiutare la popolazione civile libanese e di Gaza, oltre che una ripresa del dialogo tra Israele, Palestina e Libano. Sono questi i due importanti risultati, raccolti nella Dichiarazione umanitaria di Pescara, raggiunti ieri dalla Presidenza italiana del G7 nel primo giorno della riunione dei ministri dello Sviluppo e della cooperazionedi Italia, Stati uniti d’America, Canada, Regno Unito, Francia, Germania e Giappone, che si è svolta all’Aurum.

Una giornata segnata dallo svolgimento di una conferenza umanitaria che ha visto incontrare i vertici del G7 i rappresentanti dei governi libanese, palestinese e israeliano, dalla quel il vice premier e ministro degli Affari esteri, della cooperazione e dello sviluppo italiano Antonio Tajani è uscito soddisfatto: «Una giornata eccezionale – commenta Tajani nel punto stampa di fine giornata -. Per la prima volta hanno partecipato ad una riunione del G7 rappresentanti del governo libanese (il ministro degli esteri), il ministro dell’Economia dell’Autorità nazionale palestinese e l’ambasciatrice israeliana presso la Fao. Il modello italiano “Food for Gaza” ha già ottenuto dei risultati, perché 47 tonnellate di beni sono già arrivati a Gaza da pochi giorni. Venerdì partiranno altri 15 tir, che noi abbiamo regalato al World food program i quali andranno in Giordania e – attraverso essa – si recheranno a Gaza. Ma abbiamo avuto anche il sostegno del governo di Israele, affinché questi camion con prodotti italiani possano andare a Gaza. Anche qui c’è un sostegno importante».

I sette ministri della cooperazione e sviluppo del G7 nella foto ufficiale davanti all’Aurum

Ma gli interventi umanitari non si fermeranno qui: «Oggi – precisa il vice premier – abbiamo ribadito tutto l’impegno ad aiutare le popolazioni civili. L’Italia ha deciso di mettere altri 25 milioni di euro per aiutare la popolazione civile, oltre a quelli già assegnati: 10 sono per i civili del Libano, 10 sono per la popolazione civile palestinese e 5 verranno destinati al progetto per la ricostruzione di Gaza. L’Italia continua ad essere portatrice di pace e credo che oggi abbiamo aggiunto una tessera importante per aiutare la popolazione civile».

Nessun passo avanti, invece, si registra sul conflitto in corso tra Israele, Hamas ed Hezbollah libanesi, per il quale i leader del G7 chiedono un immediato “cessate il fuoco”, oltre al rilascio di tutti gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas: «Ovviamente ognuno è rimasto sulle proprie posizioni – conferma il ministro Antonio Tajani -, ma quello che dovevamo fare in questo G7 era partire con questa conferenza per gli aiuti umanitaria alla popolazione civile in quest’area martoriata del Medio Oriente, con la partecipazione della Fao, del Programma alimentare mondiale, dell’Unhcr, della Croce rossa, della Mezzaluna rossa. Una partecipazione importante, proattiva».

Quindi il Tajani ha voluto ribadire l’obiettivo di giornata, a suo dire, pienamente centrato: «Il G7 si è aperto e ha ottenuto un risultato politico importante – ribadisce il ministro degli Affari esteri -. Per la prima volta, nello stesso giorno, a parlare al G7 palestinesi, israeliani e libanesi non è certamente una notizia da sottovalutare. Lo considero un grande successo della credibilità italiana. Questo ci spinge ancora di più in avanti, perché dagli incontri che abbiamo avuto il presidente del Consiglio ed io in questi ultimi giorni – in Libano e in Giordania Giorgia Meloni e in Israele e Palestina io – c’è grande spazio per l’Italia, che può essere portatrice di pace. Gli italiani sono ben visti da tutti, siamo credibili, affidabili e credo che dovremo lavorare sempre di più per cercare di ridurre le tensioni e arrivare agli obiettivi che ci siamo prefissi: la pace e la stabilità del Libano e di un’area dove devono nascere due Stati che si riconoscono a vicenda, Israele e lo Stato palestinese guidato dall’Autorità nazionale palestinese, perché noi non riconosciamo Hamas che è un’organizzazione terroristica».

Quindi un riferimento ai lavori di quest’oggi, secondo giorno del G7 dei ministri della cooperazione e dello sviluppo, in cui si discuterà di sistemi alimentari, catene del valore del caffè, nonché di infrastrutture e investimenti globali. Inoltre, alle 16.30, il ministro Tajani parteciperà ad un incontro in Prefettura con i missionari sul tema “Istruzione e formazione per lo sviluppo in Africa: il ruolo delle missioni”: «Andremo avanti con il programma – conclude Antonio Tajani – sempre affrontando altre questioni legate alla cooperazione internazionale, agli aiuti che i Paesi del G7 possono dare in Africa con collaborazioni non di tipo neocoloniale o paternalistico, ma con accordi di amicizia, esportando il nostro saper fare. Siamo tutti paesi industrializzati, quindi credo che possiamo veramente rispondere agli inviti che ci arrivano da chi vuole essere il nostro interlocutore».

LA DICHIARAZIONE FINALE DEL PRIMO GIORNO

Nella dichiarazione ufficiale finale, i ministri della cooperazione e dello sviluppo hanno anche parlato dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile: «Non può esserci sviluppo sostenibile senza pace – affermano i rappresentanti dei 7 Paesi più industrializzati del mondo – e non può esserci pace senza sviluppo sostenibile, e riaffermiamo il nostro forte impegno per la solidarietà globale e per società giuste e inclusive, libere dalla paura e dalla violenza. A questo proposito, accogliamo con particolare favore i risultati del Summit del futuro. Basandoci su questi, sottolineiamo l’urgenza e l’importanza di risultati tangibili delle prossime Conferenze delle Parti delle Convenzioni di Rio. Riconosciamo la quarta conferenza delle Nazioni Unite sul finanziamento per lo sviluppo nel 2025 come un momento cruciale per creare un consenso globale attorno a un’architettura finanziaria per lo sviluppo modernizzata che accelererà i progressi sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile». Un’affermazione, quest’ultima, che può essere considerata una risposta indiretta al richiamo effettuato dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti il quale, in vista dell’inizio dei lavori, aveva richiamato i “grandi della terra” «a mettere a disposizione lo 0,70% del Prodotto interno lordo (Pil) in Aiuto pubblico allo sviluppo».

E un’altra risposta indiretta sembra essere arrivata, anche in riferimento ad un’altra esortazione del presule, il quale rilanciava «l’opportunità di una dar vita ad una governance internazionale democratica, purché legata a un quadro multilaterale, essendo anacronistico e limitato pensare che i paesi più ricchi e potenti si arroghino ancora il diritto di decidere in nome e per conto di tutti i popoli della Terra». La dichiarazione finale dei 7 ministri della Cooperazione e dello sviluppo si è espressa anche su questo tema: «Sappiamo – ammettono i sette ministri – che abbiamo urgente bisogno di promuovere una cooperazione multilaterale più efficace, un ambiente politico abilitante, una migliore mobilitazione e gestione delle risorse nazionali, un uso più coordinato e impattante delle risorse di cooperazione esistenti del G7 e un maggiore coinvolgimento degli investitori privati del G7 e di altri Paesi. A questo proposito, ribadiamo il nostro impegno a una stretta cooperazione con il G20 e le sue iniziative di sviluppo sotto la presidenza brasiliana del G20, inclusa la promozione della cooperazione trilaterale. A sostegno di progressi accelerati nei processi pertinenti delle Nazioni Unite e di altri processi internazionali, accogliamo con favore i risultati della Conferenza sulla sostenibilità di Amburgo del 2024 come trampolino di lancio».

About Davide De Amicis (4489 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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