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“Il Giubileo ci chiama alla speranza, perchè la Chiesa è una comunità”

"Tanti uomini e donne – rilancia il cardinale Matteo Zuppi - stanno mettendo cuore e mente per realizzare il sogno di una Chiesa sinodale e missionaria e, quindi, più accogliente, aperta, snella, capace di camminare con le persone, umile. Per questo, bisogna affrontare anche le questioni ecclesiali più delicate e nuove con coraggio e intelligenza, tra le quali c’è il tema dell’esercizio dell’autorità nella Chiesa che richiede per tutti la decisione, sempre rinnovata, di servire, di donare sé stessi"

Lo ha affermato ieri il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi, nella relazione introduttiva della sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente della Cei

Il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi, pronuncia la relazione introduttiva del Consiglio episcopale permanente - Foto: Siciliani-Gennari/Sir

È iniziata ieri per concludersi domani a Roma la sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente della Conferenza episcopale italiana. Nella relazione introduttiva, il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi ha ricordato che «siamo chiamati al futuro e il Giubileo, ormai alle soglie – sottolinea -, ci chiama alla speranza. Si può guardare al futuro con speranza perché la Chiesa è una comunità, nonostante le nostre fragilità: famiglia in un mondo in cui la solitudine è lo stato esistenziale dell’uomo. C’è una grande responsabilità nel vivere la fraternità cristiana in un mondo di isolati, che vive una crisi di relazioni, per cui il singolo non sa vedere un futuro per sé, perché il futuro non lo si vede da soli, ma insieme. Anche la famiglia ci dice che non è un progetto di soli, ma di un uomo e una donna, aperto alla vita».

Eppure, nella società attuale l’individualismo prevale, con le conseguenze nefaste del caso: «Non ci sfuggono le sofferenze di un mondo di soli e dai legami fragili – precisa il porporato -. Questo sollecita un clima di violenza, alimentato anche dalla guerra e da una sua pericolosa riabilitazione. Il mondo sembra attualmente senza punti di riferimento stabili, prigioniero di una cultura che riduce tutto alla riuscita della propria vita e dei propri affari, a realizzarsi individualmente, nella logica della prestazione esigente e fragilissima».

Partendo da questo presupposto la Chiesa, come famiglia, può fare molto: «Le nostre comunità – illustra il cardinale Zuppi – sono e possono essere ancora di più rete di solidarietà che rende forti perché reale e non virtuale, attenta al prossimo e non piegata all’io. È la speranza il tema di questa fase della vita delle Chiese che sono in Italia e della Cei stessa. La multiformità della vita ecclesiale italiana, a partire dalla pietà popolare, è una ricchezza irrinunciabile che sarebbe sbagliato ridurre a un modello. La Chiesa è viva!».

E proprio perché è viva, la Chiesa italiana sente la necessità di evolversi per rispondere sempre meglio alle esigenze del nostro tempo: «Alcune prassi e regole ecclesiali non si adattano più alla realtà – constata il presidente della Conferenza episcopale italiana – e vanno per questo riscritte. È il tempo di essere propositivi e concreti nell’impostare la riforma della Cei, anche attraverso una possibile riforma dello Statuto».

Nell’ambito di questa possibilità, il cardinale ha citato il Cammino sinodale delle Chiesa in Italia all’interno del quale dal 15 al 17 novembresi svolgerà la prima Assemblea sinodale nazionale dopo chedal 2 al 27 ottobresi terrà in Vaticano la seconda sessione del Sinodo dei vescovi: «Tanti uomini e donne – rilancia il cardinale Matteo Zuppi – stanno mettendo cuore e mente per realizzare il sogno di una Chiesa sinodale e missionaria e, quindi, più accogliente, aperta, snella, capace di camminare con le persone, umile. Per questo, bisogna affrontare anche le questioni ecclesiali più delicate e nuove con coraggio e intelligenza, tra le quali c’è il tema dell’esercizio dell’autorità nella Chiesa che richiede per tutti la decisione, sempre rinnovata, di servire, di donare sé stessi».

Un aspetto, quest’ultimo, sul quale il porporato ha riflettuto a livello di Sinodo universale e locale: «Questo tema – osserva Zuppi – assume i contorni del primato petrino, ma non solo. I delegati del Sinodo si stanno confrontando apertamente, infatti, anche su temi più rilevanti per noi come la trasparenza, il rendiconto, la valutazione esterna nei processi decisionali. A livello del nostro Cammino sinodale, si pone la questione dell’esercizio del ministero di guida del vescovo in diocesi, come anche del ruolo della Cei nei confronti delle Chiese locali. Abbiamo bisogno di concretizzare in termini pastorali, anche giuridici, le riflessioni che riguardano ad esempio il binomio consultivo-deliberativo, chiarendo la necessità di un discernimento comunitario maturo per preparare le scelte più delicate che competono ai vescovi».

About Davide De Amicis (4476 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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