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La diocesi alla Settimana sociale

Intervista ai tre delegati di Pescara – Penne

Don Antonio Del Casale, Valeria Pellicciaro e Annarita Presutti, delegati diocesani a Trieste

Tra i circa mille delegati alla 50° Settimana sociale, anche l’Arcidiocesi di Pescara – Penne ha inviato tre suoi rappresentanti. Si tratta di don Antonio Del Casale, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, Annarita Presutti, animatrice del progetto Policoro nella Chiesa locale, e Valeria Pellicciaro, in quota Caritas. Li abbiamo incontrati al termine dei lavori, in attesa della conclusione ufficiale di questi cinque giorni di lavoro, che culmineranno domattina con la visita di Papa Francesco.

“Una delegazione eterogenea, quella pescarese!”

[Don Antonio] «Sì, per rappresentare al meglio il tessuto diocesano! Un sacerdote, una donna e una giovane. È stato un desiderio espresso dalla Cei, perché il lavoro va fatto in squadra e deve coinvolgere tutte le membra della Chiesa».

“Com’è stata la preparazione a questo appuntamento?”

[Annarita] «Con il progetto Policoro ci siamo preparati al metodo sinodale, che è stato usato in questi giorni. Prima di partire per Trieste, abbiamo sperimentato questo stile di ascolto e di riflessione, molto valido per giungere a delle sintesi che rispecchino gli stimoli maggiormente percepiti come importanti, senza lasciarsi condizionare dalle capacità dell’oratore. Quindi: tempi di parola uguali per tutti; rilanciare una riflessione altrui che ci ha colpito; individuare le più ricorrenti; recuperare una voce minoritaria, comunque percepita come significativa».

“Don Antonio, dopo Cagliari, nel 2017, e Taranto, nel 2021, Trieste è la terza Settimana sociale alla quale partecipi come delegato diocesano”.

[Don Antonio] «Ed è bello notare una certa continuità tra i vari appuntamenti! La struttura dei lavori, ad esempio, è la stessa: le relazioni di alcuni esperti, i momenti di riflessione sugli input ricevuti, e infine l’elaborazione di indicazioni finali da concretizzare nelle nostre realtà».

“Quali invece le differenze?”

[Don Antonio] «I feedback dell’edizione tarantina sono stati recepiti dal Comitato organizzatore. Nuova è l’introduzione di gruppi di lavoro fissi, dedicati a precisi aspetti del tema “Al cuore della democrazia”; per di più, il tempo ad essi dedicato è molto di più. Questo ha permesso ai delegati di ogni provenienza di confrontarsi, mettere in circolo gli stimoli ricevuti dai relatori e progettare prassi concrete che diano seguito al nostro lavoro».

“Democrazia, partecipazione, inclusione sono solo alcuni dei tanti temi trattati. Quale vi ha colpito maggiormente?”

[Valeria] «La dinamica di costruzione del noi a partire dall’io. La relatrice che ce ne ha parlato ha usato uno slogan d’impatto: “più followership, meno leadership”. La democrazia non è un luogo di capi, ma di comunità che cammina insieme».

“Una sfida interessante, specialmente per i giovani, che sono abituati ad essere follower sui social, ma vengono sempre stimolati a diventare leader, a primeggiare”.

[Valeria] «La chiave di volta sta nel costruire un protagonismo collettivo, non individuale. In questo, noi adulti possiamo essere importanti: abbiamo il compito di rimanere presenti e offrire il nostro supporto e la nostra esperienza ai giovani, che devono però avere la posizione centrale».

“I semi gettati nelle relazioni, grazie al potenziamento dei gruppi di lavoro, sono quindi germogliati in idee concrete. Ora però serve prendersi cura di questa pianta per farle portare frutto”.

[Don Antonio] «A settembre, dopo una riflessione pacata, riceveremo una sintesi completa di quanto emerso qui, nella Settimana sociale di Trieste. Ogni gruppetto di tre delegati, infatti, ha lanciato una proposta; ora spetta al Comitato scientifico riordinare le centinaia di idee e trasmetterle alle Diocesi, che poi lavoreranno per la loro attuazione. Nell’attesa, però, possiamo già riflettere su quanto prodotto nei gruppi di lavoro a cui abbiamo partecipato».

“Ad esempio?”

[Don Antonio] «Una proposta riguarda il coinvolgimento dei giovani nella partecipazione politica e sociale per il bene comune, anche al di fuori dei nostri ambienti ecclesiali. Siamo chiamati a fare rete, a costruire la democrazia, con tutti. I ragazzi della parrocchia potrebbero quindi coinvolgere i loro coetanei, gli amici dello sport, i compagni di classe, e formare un gruppo che si in grado di mappare i bisogni concreti del territorio. Ognuno, infatti, può accorgersi di aspetti e criticità da risolvere che agli altri sfuggono. Poi, portate all’attenzione delle Amministrazioni, si deve lavorare insieme per la soluzione.»

“Non semplici sentinelle, quindi…”

[Don Antonio] «Affatto! I ragazzi devono essere i protagonisti di questo cambiamento, di questa azione politica, della costruzione del bene comune. Vanno coinvolti nell’azione concreta, va data loro fiducia e responsabilità. Questo genera partecipazione; genera democrazia».

“Si riuscirà a portare frutto?”

[Annarita] «Qui a Trieste è tutto bello, ma inevitabilmente arriverà lo scontro con la realtà. Sappiamo che è sempre difficile realizzare un’idea, perché serve confrontarsi e lavorare con gli altri. Vanno messe in conto le difficoltà di ogni relazione».

“… La difficoltà della democrazia!”

[Annarita] «Esatto! La parola d’ordine, quindi, non può che essere concretezza».

About Alfredo Battisti (101 Articles)
Classe 2000, è di Torre de' Passeri. Dopo la maturità scientifica con lode, ha conseguito, con lode e menzione di merito, il titolo di dottore magistrale in giurisprudenza. È attualmente dottorando di ricerca in Diritto civile. Da giugno 2022 è iscritto all'Albo dei Giornalisti, elenco Pubblicisti.