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Diritto alla salute, al lavoro e alla casa per i migranti del progetto Presidio

«Questo incontro vuole essere l'occasione per ribadire l'accesso ai diritti da parte dei migranti, innanzitutto il diritto alla salute, il diritto al lavoro e poi il diritto alla casa»

Lo ha sottolineato Corrado De Dominicis, direttore della Caritas diocesana, al convegno organizzato per illustrare i risultati del progetto Presidio.

Lo scorso lunedì 13 maggio, nella sala Tosti dell’Aurum di Pescara, si è tenuto il convegno organizzato dalla Caritas diocesana di Pescara-Penne dal titolo “Un anno di progetto Presidio”, dove sono stati illustrati i risultati delle azioni di contrasto allo sfruttamento lavorativo in Abruzzo, all’interno di quello che è stato denominato progetto Presidio. Con la moderazione di Giannicola D’Angelo sono intervenuti Tobia Monaco, del dipartimento lavoro sociale della Regione Abruzzo, la dottoressa Caterina Boca, responsabile e coordinatrice del progetto presidio per la Caritas italiana collegata in videoconferenza, Madia D’Onghia professoressa ordinaria di diritto del lavoro del dipartimento di giurisprudenza all’Università degli Studi di Foggia e Valeria Luciani e Chiara Giorgi, operatrici della Caritas diocesana.

Chiara Giorgi e Valeria Luciani

L’iniziativa avvicina ormai da un anno i lavoratori – soprattutto migranti e soprattutto nel campo dell’agricoltura – per far loro conoscere i diritti di ogni lavoratore, dal contratto alla retribuzione e alla malattia. «Si tratta di un progetto che ha lavorato per l’emersione delle vittime a sfruttamento lavorativo, iniziato maggio 2023 e terminato a maggio 2024 – ha spiegato Valeria Luciani, operatrice della Caritas diocesana e referente del progetto Presidio sul nostro territorio –. In questo tempo abbiamo attivato uno sportello di ascolto presso la casa dell’inclusione e abbiamo attivato un’unità mobile, quindi significa la conoscenza del territorio innanzitutto e poi degli incontri con le persone che lavoravano nei campi, ma ci siamo avvicinati anche ai ragazzi che lavoravano nella ristorazione. Abbiamo incontrato 62 persone, 59 uomini e 3 donne, abbiamo fatto informativa in merito al tema del lavoro, abbiamo aiutato a redigere curricula, abbiamo aiutato nella ricerca lavoro e attivato tirocini formativi. Sono stati 20 gli inserimenti lavorativi fra tirocini e tempi indeterminati o con proroghe, in più abbiamo organizzato laboratori di empowerment per conoscere il mondo del lavoro, quindi corsi di formazione e professionale in base alle richieste dei nostri accolti. Abbiamo realizzato un corso per pizzaioli e un corso di preparazione all’orto a cui hanno partecipato rispettivamente 7 e 10 ragazzi. Questa è stata l’esperienza più bella in quanto i ragazzi per la prima volta conoscevano delle informazioni che a noi possono sembrare banali come può essere la malattia, i giorni di riposo le ferie; è stato importante dare soprattutto la possibilità di essere liberi di scegliere, quindi una consapevolezza della propria situazione e una consapevolezza del fatto che in Italia esistono sistemi di tutela per queste persone che purtroppo si trovano a vivere condizioni di lavoro grigio con contratti di lavoro regolari ma per poche ore mentre invece ne lavorano almeno il doppio durante la settimana».

Tobia Monaco

Questo progetto è sostenuto anche dalla Regione Abruzzo, «La Caritas è partner della Regione Abruzzo in numerosi progetti che riguardano sia la lotta allo sfruttamento lavorativo sia altre tematiche del sociale – ha sottolineato Tobia Monaco del dipartimento lavoro sociale della Regione Abruzzo –. In Abruzzo abbiamo appena firmato con 31 partner il protocollo di collaborazione per la lotta allo sfruttamento lavorativo, a monte di questo protocollo c’è un’analisi nella quale si dà conto che ci sono delle situazioni sul mercato del lavoro che non sono facilmente affrontabili. Stiamo cercando di mettere insieme intorno a un tavolo a ragionare i vari enti le varie associazioni il terzo settore per il coinvolgimento di tutti nell’ambito delle politiche di lotta allo sfruttamento, chiaramente la Regione non ha competenze dirette sulle politiche attive del mercato del lavoro, ma cercheremo ovviamente di coinvolgere gli enti nella nella lotta allo sfruttamento».

Sono intervenute anche la dottoressa Caterina Boca, collegata in videoconferenza, e la professoressa Madia D’Onghia. Con quest’ultima il focus si è concentrato sul fenomeno dello sfruttamento lavorativo agricolo nel foggiano, dove l’università promuove progetti di ricerca sulle condizioni dei braccianti agricoli migranti. Il progetto Presidio è un’ottima freccia all’arco della Caritas contro lo sfruttamento lavorativo, ma come ha raccontato anche Corrado De Dominicis, il direttore della Caritas diocesana, c’è ancora molto da fare: «Questo incontro vuole essere l’occasione per ribadire l’accesso ai diritti da parte dei migranti, innanzitutto il diritto alla salute, che a volte viene negato perché ci sono problemi nel rilascio delle tessere sanitarie e quindi nell’accesso proprio ai servizi di base. Secondariamente, il diritto al lavoro, a un lavoro onesto pagato in maniera regolare e secondo quello che è il costo del lavoro, e poi il diritto alla casa. Troppo spesso ancora oggi c’è un pregiudizio nei confronti delle persone che straniere che vanno richiedere la l’abitazione in affitto e questo ovviamente impedisce una inclusione vera».

About Benedetta Pisano (29 Articles)
Nata a Pescara nel 1994 e laureata con lode in "Giornalismo e cultura editoriale" all'Università degli Studi di Parma. Sono giornalista pubblicista e conduco una rubrica culturale intitolata "Benedetta tra le righe" su Radio Speranza. La mia più grande passione sono i libri, ne parlo continuamente.