La Colletta pro Terra Sancta
Appello a una particolare generosità per "custodire i Luoghi Santi, le pietre della memoria, e favorire la presenza cristiana, le pietre vive di Terra Santa, attraverso tante attività di solidarietà"
Come da tradizione, il Venerdì Santo (che quest’anno cadrà il 29 marzo) la Chiesa propone a tutti i cattolici sparsi per il mondo di offrire il proprio contributo alla Colletta per i cristiani in Terra Santa. Si tratta di una antica iniziativa nata «dalla volontà dei Pontefici di mantenere forte il legame tra tutti i Cristiani del mondo e i Luoghi Santi» — spiega una nota del Dicastero per le Chiese Orientali — con l’obiettivo di «custodire i Luoghi Santi, le pietre della memoria, e favorire la presenza cristiana, le pietre vive di Terra Santa».
I fondi raccolti annualmente sono «la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai luoghi santi e lo strumento che la Chiesa si è data per mettersi a fianco delle comunità ecclesiali del Medio Oriente». A beneficiare della generosità dei fedeli sono, infatti, non solo i territori di Gerusalemme, Palestina, Israele, ma anche quelli della più ampia regione mediorientale come Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq.
La Custodia francescana di Terra Santa impiega le somme ricevute (pari al 65% della Colletta), oltre che per il mantenimento dei luoghi santi, in «tante attività di solidarietà, come ad esempio il mantenimento delle strutture pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali». Il restante 35% è impiegato dal Dicastero per le Chiese Orientali «per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale e i sussidi alle diverse circoscrizioni ecclesiastiche in Medio Oriente». Alle opere realizzate in via ordinaria — elencate in un ampio rapporto — si aggiungono una lunga serie di interventi straordinari, resi urgenti a causa del terremoto in Siria il 6 febbraio scorso e dello scoppio della guerra il 7 ottobre, che ha segnato il precipitare della situazione umanitaria a Gaza.
«Il Santo Padre — spiega la nota vaticana — ha l’intenzione di realizzare un progetto con finalità umanitarie in Gaza o Cisgiordania che possa aiutare la popolazione a riprendere una vita più dignitosa e che possa creare opportunità di lavoro, a guerra finita. Questo progetto potrebbe essere realizzato con le offerte dei fedeli di tutto il mondo che partecipano alla Colletta per la Terra Santa». Per questo motivo il cardinale Claudio Gugerotti, Prefetto del Dicastero citato, ha quindi rivolto un appello a una particolare generosità per i cristiani della Terra Santa: «oggi molti di loro non ce la fanno più e abbandonano i luoghi dove i loro padri e le loro madri hanno pregato e testimoniato il Vangelo. Lasciano tutto e fuggono perché non vedono speranza. E lupi rapaci si dividono le loro spoglie. I cristiani di Iraq, Siria, Libano e di tante altre terre si rivolgono a noi e ci chiedono: “Aiutateci a diffondere ancora in Oriente il buon profumo di Cristo” (2 Cor 2,15). Io mi rivolgo a voi perché il loro grido non resti inascoltato e il Santo Padre possa sostenere le Chiese locali a trovare nuove vie, occasioni di abitazione, di lavoro, di formazione scolastica e professionale, perché rimangano e non si perdano nel mondo sconosciuto di un Occidente, così diverso dal loro sentire e dal loro modo di testimoniare la fede. Se partiranno, se a Gerusalemme e in Palestina lasceranno i loro piccoli commerci destinati ai pellegrini che non vi si recano più, l’Oriente perderà parte della sua anima, forse per sempre. Fate che sentano il cuore solidale della Chiesa!»