“Sono oltre 360 milioni i cristiani perseguitati nel mondo”
A Papa Bergoglio preoccupa poi particolarmente l’aumento degli atti di antisemitismo rilevati negli ultimi mesi: "Questa piaga – ribadisce il Papa - va sradicata dalla società, soprattutto con l’educazione alla fraternità e all’accoglienza dell’altro"
Sono stati tanti i temi toccati ieri da Papa Francesco, che ha tenuto il tradizionale discorso d’inizio anno al Corpo diplomatico, tra i quali spiccava quello delle persecuzioni ai danni delle comunità cristiane: «Sono oltre 360 milioni i cristiani nel mondo che sperimentano un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede – denuncia il Papa -, e sono sempre di più quelli costretti a fuggire dalle proprie terre d’origine».
Anche questo, secondo il Pontefice, è un ostacolo al cammino verso la pace: «La via della pace – osserva il Santo Padre – passa pure attraverso il dialogo interreligioso, che innanzitutto richiede la tutela della libertà religiosa e il rispetto delle minoranze. Duole, ad esempio, constatare come cresca il numero di Paesi che adottano modelli di controllo centralizzato sulla libertà di religione, con l’uso massiccio di tecnologia. In altri luoghi, le comunità religiose minoritarie si trovano spesso in una situazione sempre più drammatica. In alcuni casi sono a rischio di estinzione, a causa di una combinazione di azioni terroristiche, attacchi al patrimonio culturale e misure più subdole come la proliferazione delle leggi anti-conversione, la manipolazione delle regole elettorali e le restrizioni finanziarie».
A Papa Bergoglio preoccupa poi particolarmente l’aumento degli atti di antisemitismo rilevati negli ultimi mesi: «Questa piaga – ribadisce il Papa – va sradicata dalla società, soprattutto con l’educazione alla fraternità e all’accoglienza dell’altro». Ma non solo: «Parimenti – aggiunge Papa Francesco – preoccupa la crescita della persecuzione e della discriminazione nei confronti dei cristiani, soprattutto negli ultimi dieci anni. Essa riguarda non di rado, seppure in modo incruento ma socialmente rilevante, quei fenomeni di lenta marginalizzazione ed esclusione dalla vita politica e sociale e dall’esercizio di certe professioni che avvengono anche in terre tradizionalmente cristiane».