Assegno di inclusione: “Ci preoccupa che qualcuno rimanga escluso”
"I Centri di ascolto delle Caritas diocesane - precisa don Marco Pagniello - sono pronti ad accompagnare i poveri nell’accesso al nuovo Assegno, anche se la preoccupazione è che qualcuno rimanga escluso e che non possa essere aiutato nell’avere quanto gli è necessario per vivere. Questa preoccupazione rimane, ma siamo pronti a costruire e a fare bene la nostra parte"

Dopo l’avvio delle procedure per richiedere l’Assegno di inclusione (Adi), che da gennaio scalzerà definitivamente il Reddito di cittadinanza come misura di sostegno al reddito per le persone povere, anche Caritas italiana ha espresso alcune riserve nei riguardi di questa misura in termini di inclusività: «Le Caritas sono pronte ad accompagnare i poveri nell’accesso al nuovo Assegno di inclusione – sottolinea don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana, intervistato dall’agenzia di stampa Sir -, anche se la preoccupazione è che qualcuno rimanga escluso e che non possa essere aiutato nell’avere quanto gli è necessario per vivere».
Insomma, l’organismo pastorale della Cei mantiene un atteggiamento prudente nel valutare l’efficacia di questo nuovo provvedimento assistenziale: «Rispetto al tema del nuovo Assegno di inclusione – afferma don Pagniello – manteniamo, come sottolineato più volte, un atteggiamento di monitoraggio e di verifica rispetto alla misura. I Centri di ascolto delle Caritas diocesane sono pronti ad accompagnare i poveri nell’accesso al nuovo Assegno, anche se la preoccupazione è che qualcuno rimanga escluso e che non possa essere aiutato nell’avere quanto gli è necessario per vivere. Questa preoccupazione rimane, ma siamo pronti a costruire e a fare bene la nostra parte».
Le persone in povertà assoluta, entro il 31 dicembre se vorranno avere l’assegno a gennaio, dovranno essere munite di Spid, registrarsi alla piattaforma Siisl (Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa), sottoscrivere il Pad (Patto di attivazione digitale), avere una email per controllare se arriva l’ok dell’Inps e, ogni 90 giorni, andare ai servizi sociali o a Centri per l’Impiego per confermare o meno la loro condizione di assegnatari della misura.