MENU
Ultime notizie

“In Italia c’è un deficit di democrazia e i cattolici non dicono una parola”

"Il mondo - avverte monsignor Tommaso Valentinetti - deve cercare un tesoro grande, deve cercare assolutamente di salvare questo pianeta. Papa Francesco ce l'ha detto nell'enciclica Laudato si’, ma a me tutto sembra eccetto che si stiano mettendo in atto azioni molto concrete, perché più scienziati lo dicono che il tempo ormai si è fatto breve, si sta facendo sempre più breve e questo pianeta corre grossi rischi. Non tanto per quelli della mia età, ma ai giovani, ai ragazzi, ai nipoti che cosa stiamo lasciando?"

Lo ha affermato ieri a Pescara l’arcivescovo Valentinetti, presiedendo la santa messa nella festa di Sant’Andrea Apostolo

L'arcivescovo Valentinetti pronuncia l'omelia

Ieri mattina l’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti ha scelto la santa messa che ha presieduto in onore di Sant’Andrea apostolo, nell’omonima chiesa di Pescara, la festa più amata e partecipata dai pescaresi, per scuotere le coscienze tanto dei semplici fedeli quanto di chi detiene responsabilità amministrative e di governo, affinché tutti si assumano maggiori responsabilità nella gestione e conservazione della nostra “casa comune”.

L’arcivescovo Valentinetti accanto l’effige di Sant’Andrea

Un monito ispirato dalle letture al centro della diciassettesima domenica del tempo ordinario: «Questa Parola ci interpella su due grandi temi che la vita cristiana deve sempre considerare – esordisce il presule -. Il primo è quello dell’acquisizione della sapienza, il tutto rappresentato da questa pagina del Libro dei Re dove Salomone, re potente, re forte, grande governatore, colui che ha reso grande il popolo d’Israele. Egli non chiede denaro, anche se poi ne ebbe tantissimo, non chiede forza militare, non chiede lunghezza dei giorni (cioè durare per sempre), ma chiede fondamentalmente la capacità di saper amministrare quel popolo. E qui credo che ognuno di noi debba fare delle grandi riflessioni, perché ognuno di noi è chiamato ad amministrare qualche cosa in piccolo o in grande. In piccolo nella realtà della propria sfera familiare, un po’ a mezzo servizio o un più di mezzo servizio la dimensione della realtà lavorativa nella vita sociale e per chi ha responsabilità di potere e di amministrazione della cosa pubblica un esame di coscienza molto interessante, perché ciò che conta è prima di tutto la sapienza. Non le ricchezze, non il durare per sempre, non il potere, ma la capacità di saper governare un popolo. Tutto questo, dalla pagina del Vangelo, viene messo in relazione con il mistero del Regno dei cieli che è simile a un tesoro nascosto nel campo. E la sapienza di chi si trova un tesoro, o di chi trova una perla preziosa, è saper trovare la strada per acquisire quella perla preziosa, acquisire quel tesoro. E soprattutto avere la coscienza che il Regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare e quando questa rete verrà tirata sulla barca, i pesci buoni saranno considerati, mentre i pesci cattivi saranno buttati via».

A questo punto, l’arcivescovo Valentinetti si è chiesto quale relazione possa esserci tra la sapienza e il Regno: «E soprattutto – precisa – che relazione c’è tra il Regno e questo mondo che stiamo vivendo perché, sapete, si può parlare del Regno di Dio come di una cosa di là da venire a giudicare i vivi e i morti. “Quando il Figlio dell’uomo verrà, instaurerà definitivamente il suo Regno”. Ma questo Regno è in dinamica, va preparato, va ricercato come una grande perla preziosa, come un grande tesoro nel campo. E soprattutto va ricercato nella speranza che, quando arriverà veramente quel Regno, possiamo essere considerati non pesci da buttare via, ma pesci che possono essere ancora utili. E allora mi sono fatto in questi giorni la domanda, quali possono essere queste perle preziose? Quale può essere questo tesoro? Il mondo deve cercare un tesoro grande, deve cercare assolutamente di salvare questo pianeta. Papa Francesco ce l’ha detto nell’enciclica Laudato si’, ma a me tutto sembra eccetto che si stiano mettendo in atto azioni molto concrete, perché più scienziati lo dicono che il tempo ormai si è fatto breve, si sta facendo sempre più breve e questo pianeta corre grossi rischi. Non tanto per noi, perché perlomeno per me, quelli della mia età, saremo già forse in quel Regno, ma ai giovani, ai ragazzi, ai nipoti che cosa stiamo lasciando?».

Le autorità presenti nella chiesa di Sant’Andrea

Per monsignor Valentinetti, inoltre, un’altra perla preziosa da alimentare e custodire è la pace: «Mah, tutto sembra – osserva il presule -, eccettuato che il mondo possa vivere nella pace. Papa Francesco continua a ripeterlo, “è la terza guerra mondiale a pezzetti” e questi pezzetti si stanno moltiplicando. Non tanto per questa guerra alle porte della nostra casa, che ci fa spavento e ci mette in difficoltà, ma quanto per le altre tante guerre che stanno provocando che cosa? Stanno provocando che il denaro e il bene pubblico, che potrebbe essere usato per il bene dei popoli e delle nazioni, si sta sciupando in armamenti sempre più sofisticati e sempre più cattivi. E chi non aveva le armi se le sta procurando per il pericolo. Il vecchio San Giovanni XXIII, quando scriveva “La pacem in terris” ben 60 anni fa disse che la guerra era “Alienum est a ratione”, ovvero “La guerra è una cosa da pazzi” e che sia una cosa da pazzi, lo si lo si sta dimostrando con tutte le sue conseguenze, ma tant’è. La sapienza delle multinazionali delle armi, che non sono pesci buoni, sono pesci cattivi. La sapienza di potenti i quali invece di cercare le vie della pace, stanno continuando a cercare le vie della guerra. Solo Papa Francesco alza la voce su queste cose, solo lui. Sembriamo tutti assuefatti a guardare le notizie di chi sta vincendo, se vince l’Ucraina o vince la Russia. Ma ci rendiamo conto della follia dentro cui ci stiamo mettendo con tutte le nostre mani e con tutti i nostri piedi?».

Non solo, per l’arcivescovo di Pescara-Penne un’altra perla preziosa da cercare: «È colmare la deficienza di democrazia – esorta monsignor Valentinetti – che si sta verificando nel nostro Paese e qui un grande mea culpa anche a noi cattolici, che abbiamo abbandonato la realtà dell’impegno nella politica. Non siamo più nelle condizioni di dire una parola e di dire una parola ispirata alla Dottrina sociale della Chiesa. Una deficienza di democrazia che porta a elezioni con sempre meno partecipanti e quindi con governi molto poco rappresentativi. Una deficienza di democrazia che viene coperta anche da una stampa molto poco attenta e non sufficientemente indipendente. Voi mi dite, ma perché queste cose ce le racconti oggi che Sant’Andrea? Perché Sant’Andrea è il patrono di una realtà importante di questa città. Se non prendiamo coscienza che il nostro cristianesimo non è una dimensione astratta, ma è una dimensione concreta, che incide nella vita e non si fanno scelte concrete, fratelli, siamo anche noi pesci cattivi che non stanno cercando le perle preziose e non stanno cercando i tesori nascosti nei campi».

I fedeli hanno gremito la chiesa di Sant’Andrea

E poi c’è il grande deficit dell’accoglienza: «Non solo italiano, europeo, mondiale – afferma l’arcivescovo Valentinetti -. Sapete, noi ci scandalizziamo perché approdano nella nostra Italia un po’ di migranti. Sapete quanti sono i migranti nel mondo? Più di 25 milioni di esseri umani che vagano per i mari di tutto il mondo alla ricerca di una patria sicura. E vi assicuro che non sono tutti delinquenti. Sì, ci saranno anche dei delinquenti in mezzo. Ma sapete, pesci buoni, pesci cattivi, erba buona, erba cattiva…». L’ultima preoccupazione del presule, infine, è stata espressa in merito al denaro pubblico: «Molto spesso – lamenta monsignor Tommaso Valentinetti – non è usato bene. , il denaro pubblico dovrebbe essere messo a disposizione prima di tutto non delle grandi cose, ma delle cose di tutti i giorni, delle cose soprattutto riservate a chi ha più necessità. E qui l’elenco sarebbe lungo, dalla sanità a tante altre situazioni. Ma, sapete, oggi vige molto il rapporto tra grandi forze, grandi potentati, e forse qualche potentato anche un po’ mafioso, e il desiderio di fare grandi cose. Ma non saremo mai ricordati per le grandissime cose, saremo ricordati per la nostra quotidianità, per la nostra realtà più concreta di tutti i giorni. Vi ho parlato col cuore aperto, tanto mi conoscete, sapete che cosa sono, chi sono, come sono fatto e come la penso. Queste cose, però, non sono solo nel mio cuore, ma sono nel cuore della Chiesa, sono nel cuore di Papa Francesco, attraverso le encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti, del cardinale Zuppi che ha parlato a Camaldoli proprio del deficit di democrazia e quant’altro».

E a proposito di Papa Francesco, l’arcivescovo ha voluto mettere in guardia i fedeli dalla campagna di delegittimazione che viene compiuta ai danni del Pontefice e non solo: «Purtroppo si sta delegittimando, ed è pericoloso, anche la parola di Papa Francesco – ammonisce il presule -. Non c’è stato mai un Papa che è stato così osteggiato, ma perché? Ve lo chiedete voi qual è il motivo? Perché forse sta toccando i problemi vitali dell’umanità? Sapete, la prima strada per mettere in difficoltà chi parla è la delegittimazione, come è avvenuto in questi ultimi giorni a un mio confratello sacerdote, ma non voglio entrare nel merito, non di Pescara, un fratello sacerdote molto impegnato nel campo dell’antimafia (il riferimento è a don Luigi Ciotti, fondatore di Libera contro le mafie, il quale negli ultimi giorni è stato attaccato dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, dopo che il sacerdote antimafia aveva ammonito sul rischio d’infiltrazione della criminalità organizzata nei lavori per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina). L’asino di Balaam, è nell’Antico testamento, ad un certo momento parlò e profetò. Consideratemi, considerateci, asini di Balaam. E poi, il Signore conceda misericordia a tutti, perché su questa strada tutti dobbiamo convertirci. Amen».

L’uscita della processione di Sant’Andrea Apostolo

Al termine, come da tradizione, si è svolta la processione dell’effige di Sant’Andrea dapprima sulle strade di Borgo marino nord e poi, dopo essere stata issata sul motopesca Euro, nel tratto di mare antistante Pescara dove sono stati omaggiato i pescatori deceduti delle marinerie nord e sud della città. Infine il rientro in porto, accolto dai fuochi pirotecnici. Questa sera si concluderanno anche i festeggiamenti civili con i fuochi pirotecnici sulla spiagga antistante la Madonnina del porto.

About Davide De Amicis (4619 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
Contact: Website