A Loreto Aprutino al via i lavori nella chiesa di Santa Maria in Piano
"Il finanziamento dei lavori era stato previsto dal Ministero - ricorda Paola Di Tommaso, direttrice dell'Ufficio Beni culturali Poi, come ufficio, in accordo con il parroco, abbiamo comunque avuto stretti contatti con la Soprintendenza. Questo a partire dalla volontà dell'arcivescovo monsignor Tommaso Valentinetti che, chiaramente, ha intessuto dei rapporti con la Soprintendenza per avere parte a quelli che sono i vari progetti a livello di conoscenza, essere informati di tutto quello che viene avviene nelle nostre chiese e quindi poter collaborare lì dove ci viene chiesto con l’Ente per portare avanti questi progetti
Ancora 360 giorni di attesa, dopo la chiusura provocata dai danni causati dal sisma 2026-2017, e lo scrigno d’arte rappresentato dalla chiesa di Santa Maria in Piano a Loreto Aprutino (Pescara), considerato dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le provincie di Chieti e Pescara uno degli edifici sacri più importanti del panorama abruzzese, tornerà ad aprire le porte a fedeli, appassionati e studiosi, dopo i lavori di consolidamento delle strutture per ridurne la vulnerabilità sismica e il restauro degli apparati decorativi – i quali saranno esaltati dal progetto illuminotecnico – consegnati ieri nell’ambito di una conferenza stampa con tutte le maestranze coinvolte.
La chiesa, già documentata nel XII secolo tra i beni del Monastero di San Bartolomeo di Carpineto della Nora, presenta un’unica navata suddivisa da archi ogivali su semicolonne che si conclude con un’abside ottagonale, realizzata con gli interventi di trasformazione del XVI secolo, condotti per volere dell’abate Giovanni Battista Umbriani di Capua, come risulta dall’incisione ai lati dell’architrave del portale principale. A queste opere si riferiscono anche il corpo porticato in facciata, la sopraelevazione della torre campanaria, gli interventi sul portale principale gotico (1599) e la realizzazione del portale laterale (1560). La volta a spicchi sull’abside, dove campeggia un maestoso altare dorato, con una ricca statuaria policroma, databile alla metà del ’600, è protetta da un tiburio cilindrico con lanterna. L’interno è impreziosito da cicli di affreschi per lo più quattrocenteschi, ad eccezione di due riquadri cinquecenteschi sul lato sinistro.
Emerge, sulla controfacciata, il celebre Giudizio Universale, databile alla fine del terzo decennio del XV secolo, mancante della parte destra per l’inserimento della seicentesca cantoria. Il ciclo, realizzato con una tecnica simile all’encausto, costituisce uno degli esempi più importanti della pittura del ‘400 in Abruzzo: «Questo è un luogo meraviglioso, identitario – esordisce Cristina Collettini, soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per le Provincie di Chieti e Pescara -. La Soprintendenza ha deciso di procedere a un cantiere aperto in alcuni giorni stabiliti, per ovvi motivi di sicurezza. Un luogo che si aprirà nelle fasi principali dei lavori e in condizioni di sicurezza per tutti, per condividere con la collettività le scelte fatte e spiegarle con l’obiettivo di far conoscere sempre di più il patrimonio della nostra regione, fatto di esempi notevoli di storia dell’arte ma ancora, purtroppo, poco noto sia agli abruzzesi che al resto d’Italia. Un “cantiere aperto” per raccontare e far conoscere il patrimonio artistico anche oltre i confini regionali, con la speranza di reperire degli sponsor per completare anche restauro degli affreschi».
I lavori di consolidamento e riqualificazione della chiesa, finanziati con il Decreto Mibact rep. n. 109 del 19/02/2018 per un importo di 1.073.200,00 euro, avranno luogo grazie al procedimento coordinato dall’architetto Aldo Giorgio Pezzi, responsabile unico del progetto: «Un risultato auspicato da tutta la collettività, spirituale, ma anche laico, perché è una chiesa che ha un rilievo spirituale altissimo, ma ne ha uno altrettanto alto sotto il profilo storico-architettonico. Come noto a tutti, l’iter è stato piuttosto lungo e articolato, perché quando si arriva da definire un progetto esecutivo va fatto nei migliori dei modi, in modo tale che non ci siano sorprese nella fase esecutiva e si possa arrivare quindi a una chiusura dei lavori con la restituzione dell’agibilità e il miglioramento anche di altre altri elementi della chiesa. In questo caso, la fruibilità interna, l’eliminazione delle barriere architettoniche, l’immagine esterna ed interna in termini di illuminazione e miglioramento dell’illuminazione e non solo. C’è da dire che il gruppo di lavoro non ha mai perso tempo per questo importante intervento e tra i finanziamenti che la Soprintendenza gestisce, non pochi, questo è stato sempre considerato una delle priorità assolute. Il gruppo di lavoro che è costituito da me, come rup, e da Marialuce Latini del mio ufficio, che è il direttore dei lavori, con vari supporti interni, ha consentito poi di arrivare a un progetto esecutivo che riteniamo valido e che porterà, entro 360 giorni da oggi, alla riapertura della chiesa e la restituzione alla collettività».
D’altra parte, i danni causati dal sisma sono rilevanti: «Il quadro fessurativo che si è formato dopo le onde sismiche, soprattutto nella zona absidale, è stato ulteriormente implementato da cedimenti fondali nella zona absidale. Per cui, l’intervento nasce soprattutto come ripristino della condizione strutturale iniziale e miglioramento sismico dell’edificio e non per questo rinuncia ad una serie di interventi, che sono anche l’apparato esterno in laterizio che verrà ripulito con la serratura dei giunti. Poi l’intervento sul campanile, che verrà interessato da interventi di restauro materico, e come ho detto prima anche un’illuminazione che in termini di valorizzazione darà ancor più visibilità dal contesto limitrofo all’edificio».
I lavori attuali, però, riguarderanno solo l’aspetto strutturale dell’edificio: «Per arrivare ad una bellezza totalmente compiuta – precisa l’architetto Pezzi -, si dovrebbe intervenire anche sugli apparati decorativi, su questi importanti affreschi che danno anche la cifra artistica dell’edificio. Ma questo potrà essere fatto in un secondo momento, con un secondo finanziamento che invito tutti caldamente a individuare. Non solo il Ministero della cultura, qui dovrebbe esserci anche un interessamento degli enti locali. Il Comune, la Provincia e, in via sovraordinata, anche la Regione. Quindi auspichiamo che, nell’anno in cui interverremo per restituire l’agibilità alla Chiesa, si possa arrivare a trovare dei delle somme utili al recupero completo degli affreschi degli apparati decorativi interni».
I lavori, aggiudicati all’impresa Cir Srl di Penne per un importo di 728.129,40 euro, termineranno a giugno del 2024: «C’è un entusiasmo molto in importante – racconta il geometra Paolo De Fabritiis -, in quanto noi siamo appassionati prima di tutto e quindi teniamo molto ai lavori perché, a nostro avviso, è una delle chiese più importanti dell’area vestina e dell’Abruzzo, quindi metteremo il massimo del nostro impegno per rispettare tempi, modi e tecniche. Abbiamo da fare una serie di consolidamenti di volte, con materiali tecnologici e noi siamo molto attenti sia sulla qualità degli interventi che sui materiali. C’è da rifare il tetto e dei consolidamenti in fondazione, con micropali, e sottofondazione».
A monitorare attentamente i lavori sarà l’Ufficio Beni culturali dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne diretto da Paola Di Tommaso: «Come ufficio – sottolinea la Di Tommaso – saremo in accordo con la Soprintendenza nel controllare l’andamento dei lavori. E poi, evidentemente, restituire questo spazio prima di tutto alla comunità parrocchiale e alla comunità cittadina. Questo spazio è sicuramente un grandissimo traguardo. Il finanziamento dei lavori era stato previsto dal Ministero. Poi, come ufficio, in accordo con il parroco, abbiamo comunque avuto stretti contatti con la Soprintendenza. Questo a partire dalla volontà dell’arcivescovo monsignor Tommaso Valentinetti che, chiaramente, ha intessuto dei rapporti con la Soprintendenza per avere parte a quelli che sono i vari progetti a livello di conoscenza, essere informati di tutto quello che viene avviene nelle nostre chiese e quindi poter collaborare lì dove ci viene chiesto con l’Ente per portare avanti questi progetti». D’altra parte, la chiesa di Santa Maria del Piano ha un valore enorme per la Chiesa di Pescara-Penne: «È un luogo importante con un ciclo di affreschi straordinario – sottolinea la direttrice dell’Ufficio Beni culturali dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne -. Non è l’unico, sul territorio ne abbiamo tanti altri – per fortuna – che hanno parimenti importanza a livello storico artistico. Adesso cominciamo con il recupero di questo, poi vedremo come poter recuperare anche gli altri luoghi».
Soddisfatto il parroco di Loreto Aprutino don Cesare Krzyzyk, che potrà riaprire le porte di questa bella chiesa ai suoi parrocchiani: «Fortunatamente le chiese abbondano – osserva il presbitero -, quindi non è che siamo rimasti in questo tempo senza poter celebrare, però a livello artistico culturale è sicuramente un luogo di altissimo pregio. Così siamo contenti, nonostante il dispiacere per tutti gli anni che sono serviti per avviare i lavori, in quanto la chiesa di Santa Maria del Piano è stata una grave perdita per il paese essendo essa oggetto di interesse da tutto il mondo. Le persone che da tutta l’Europa e dalle Americhe venivano qui, dimostrano l’interesse per la cultura. Quindi speriamo davvero che entro il prossimo anno potrà essere riaperta. Come dicono i contadini, la parola fondamentale è “speriamo”. A livello parrocchiale, questa non è la chiesa principale, ma la domenica torneremo ad utilizzarla per celebrare più funzioni, sia i matrimoni che i funerali».
Entusiasta anche il sindaco di Loreto Aprutino Renato Mariotti: «Per noi – sottolinea il primo cittadino – è un luogo identitario. Un riferimento d’arte, cultura, storia, tradizioni, non solo per Loreto Aprutino. È un riferimento, prima che regionale, per tutta l’area vestina. È un riferimento dal quale noi, oltre 20 anni fa, siamo partiti per strutturare una Fondazione dei musei civici, che potesse partire da una grande attenzione internazionale che ha questo monumento di Santa Maria in Piano, dandoci la possibilità di far poi conoscere tutte le nostre peculiarità artistiche, storiche, architettoniche e soprattutto nel territorio. L’impresa che è stata incaricata è un’altra eccellenza del nostro territorio, la conosciamo molto bene e gli staremo molto vicini, nella speranza che in questo anno riusciranno a concludere i lavori».