Sinodo, Instrumentum laboris finale: “Perché il popolo di Dio prosegua il cammino avviato”
"Non è un tentativo di rispondere a tutte le questioni sulla sinodalità – sottolinea il cardinale Hollerich, relatore dell'Assemblea generale del Sinodo dei vescovi -. È piuttosto il risultato del processo sinodale a tutti i livelli. La Chiesa è in Sinodo. Cercando di camminare insieme, abbiamo fatto esperienza di un modo nuovo di camminare nello Spirito. In questa esperienza di Chiesa, il metodo di conversazione nello Spirito è stato fondamentale. Ci ha portato al discernimento sulla concretizzazione della comunione, della missione della partecipazione. L’Instrumentum laboris, che non ha la pretesa di essere un trattato teologico sulla sinodalità. Non dà risposte, ma semplicemente pone le questioni"
È stato presentato martedì, nell’ambito di una conferenza stampa che si è svolta presso la sala stampa della Santa sede, l’Instrumentum laboris – redatto in base a tutto il materiale raccolto durante la fase di ascolto e in particolare dei documenti finali delle assemblee continentali, della fase finale del Sinodo dal tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”, che avrà un obiettivo specifico: «Rilanciare il processo – si legge nella premessa del testo – e incarnarlo nella vita ordinaria della Chiesa, identificando su quali linee lo Spirito ci invita a camminare con maggiore decisione come Popolo di Dio».
Con la pubblicazione di questo documento si chiude la prima fase del cammino sinodale, convocato per la prima volta dal basso da Papa Francesco, e si apre la seconda che si svilupperà nelle due sessioni di ottobre 2023 e ottobre 2024 che costituiranno la 16ª Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi: «Il percorso compiuto finora, e in particolare la tappa continentale – si legge ancora nella premessa dell’Instrumentum laboris -, ha permesso di identificare e condividere anche le peculiarità delle situazioni che la Chiesa vive nelle diverse regioni del mondo. Dalle troppe guerre che insanguinano il nostro pianeta e richiedono di rinnovare l’impegno per la costruzione di una pace giusta, alla minaccia rappresentata dai cambiamenti climatici con la conseguente priorità della cura per la casa comune; da un sistema economico che produce sfruttamento, disuguaglianza e “scarto” alla pressione omologante del colonialismo culturale che schiaccia le minoranze; dall’esperienza di subire la persecuzione sino al martirio a un’emigrazione che svuota progressivamente le comunità minacciandone la stessa sopravvivenza; dal crescente pluralismo culturale che marca ormai l’intero pianeta all’esperienza delle comunità cristiane che rappresentano minoranze sparute all’interno del Paese in cui vivono, fino a quella di fare i conti con una secolarizzazione sempre più spinta, e talora aggressiva, che sembra ritenere irrilevante l’esperienza religiosa, ma non per questo smette di avere sete della Buona Notizia del Vangelo».
Sono due le sezioni dell’Instrumentum laboris: la sezione A intiolata “Per una Chiesa sinodale”, che cerca di raccogliere le risultanze della rilettura del cammino percorso, e la sezione B intitolata “Comunione, missione, partecipazione”, la quale afferma sottoforma di domanda le tre priorità che emergono maggiormente dal lavoro di tutti i continenti, portandole al discernimento dell’Assemblea. A servizio dei lavori assembleari, nello specifico dei lavori di gruppo (Circuli Minores), per ognuna di queste tre priorità vengono proposte cinque schede di lavoro che permettono di esaminarle a partire da prospettive diverse: «Il Sinodo non inizia a ottobre prossimo – ammonisce il cardinale Mario Grech, segretario generale del del Sinodo dei vescovi, intervenendo alla presentazione del documento -, quasi che il percorso fin qui compiuto sia stato qualcosa di superfluo o semplice atto preparatorio. Il Sinodo è iniziato il 10 ottobre 2021, con la celebrazione di apertura in San Pietro». Il porporato ha inoltre poi smentito i timori di «chi teme – afferma il cardinale Grech – che le conclusioni del Sinodo siano state già scritte. La maggiore preoccupazione della Segreteria del Sinodo e mia personale, è stata di rispettare sempre quanto emergeva dalle tappe del processo sinodale. Si tratta di rispettare lo Spirito Santo che – Papa Francesco lo ripete spesso – è il protagonista del processo sinodale. Presumere di scrivere prima le conclusioni equivarrebbe a bestemmiare lo Spirito!».
Il segretario generale del Sinodo dei vescovi ha poi espresso un’avvertenza inerente il testo dell’Instrumentum laboris: «Non troverete nel testo una sistematizzazione teorica della sinodalità – precisa -, ma il frutto di una esperienza di Chiesa, di un cammino nel quale tutti abbiamo imparato di più, per il fatto di camminare insieme e interrogarci sul senso di questa esperienza. Posso dire che l’Instrumentum laboris è un testo nel quale non manca la voce di nessuno: del Popolo Santo di Dio; dei Pastori, che hanno garantito con la loro partecipazione il discernimento ecclesiale; del Papa, che sempre ci ha accompagnato, sostenuto, incoraggiato ad andare avanti. L’Instrumentum laboris, costituisce anche un’occasione perché tutto il popolo di Dio possa proseguire il cammino avviato e un’occasione per coinvolgere chi finora non è stato coinvolto. Non è un documento della Santa Sede, ma della Chiesa tutta. Non è un documento scritto sulla scrivania. È un documento in cui tutti sono co-autori, ciascuno per la parte che è chiamato a svolgere nella Chiesa, nella docilità allo Spirito».
Sulla stessa linea il cardinale Jean Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e relatore della 16ª Assemblea generale del Sinodo dei vescovi: «Non è un tentativo di rispondere a tutte le questioni sulla sinodalità – approfondisce il cardinale lussemburghese -. È piuttosto il risultato del processo sinodale a tutti i livelli. La Chiesa è in Sinodo. Cercando di camminare insieme, abbiamo fatto esperienza di un modo nuovo di camminare nello Spirito. In questa esperienza di Chiesa, il metodo di conversazione nello Spirito è stato fondamentale. Ci ha portato al discernimento sulla concretizzazione della comunione, della missione della partecipazione”, le tre priorità del Sinodo e dell’Instrumentum laboris, che non ha la pretesa di essere un trattato teologico sulla sinodalità. Non dà risposte, ma semplicemente pone le questioni».
Infine, è stato il consultore della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi Padre Giacomo Costa ad illustrare il metodo di lavoro delle due sessioni dell’Assemblea generale del Sinodo dei vescovi: «L’Assemblea sinodale – puntualizza il gesuita – è chiamata a vivere un processo spirituale di ricerca della volontà di Dio e non il dinamismo degli organi parlamentari, in cui il confronto si conclude con un voto che divide maggioranza e minoranza. Offre un’occasione per ascoltare dei fratelli e delle sorelle in Cristo, e, attraverso a loro, lo Spirito, che, come ripete Papa Francesco è l’autentico protagonista. L’ultimo segmento dei lavori, sarà dedicato alla raccolta dei frutti e alla loro formulazione in un testo che li renda comunicabili e, per quanto riguarda le proposte più concrete, anche attuabili nell’arco di tempo che separa le due sessioni (dell’ottobre 2023 e dell’ottobre 2024)».
Quindi gli aventi diritto andranno al voto: «Le votazioni – aggiunge Costa – permetteranno di cogliere il consenso che questa formulazione riscuote. Non si tratta di una conclusione. Tra le due sessioni si continuerà a camminare insieme nelle Chiese e tra Chiese, a rileggere questa esperienza del Popolo di Dio e a promuovere gli approfondimenti necessari, in particolare dal punto di vista teologico, canonico e pastorale. L’obiettivo delle due sessioni resta presentare al Santo Padre proposte concrete per crescere come Chiesa sinodale. Per questo scopo, è importante identificare quali blocchi ostacolano il cammino e approfondire le questioni su cui non è ancora maturato un sufficiente consenso. L’anno che separa le due sessioni sarà di fondamentale importanza per sperimentare come affrontarle e offrire ulteriori elementi per il discernimento dell’assemblea di ottobre 2024». Le prossime due sessioni del Sinodo, si svolgeranno nell’Aula Paolo VI.