Fame: “Agricoltura e produzioni alimentari sostenibili per porvi fine”
"Lo spreco di cibo – denuncia la Caritas - è spesso il risultato di una produzione alimentare insostenibile e di scarsi investimenti nell’agricoltura"
Domenica 28 maggio è ricorsa la Giornata mondiale della fame Giornata mondiale della fame 2023 e, a tal proposito, Caritas Internationalis si è detta solidale con la comunità globale a supporto delle popolazioni che stanno affrontando periodi di povertà e fame senza eguali: «Per porre fine alla fame in modo sostenibile – sottolinea l’organismo pastorale in una nota -, dobbiamo promuovere un’agricoltura e una produzione alimentare sostenibili, ridurre i rifiuti alimentari e sostenere i sistemi alimentari locali. Queste azioni non solo contribuiranno a combattere la fame, ma anche a preservare il pianeta per le generazioni future».
In una nota Caritas internationalis ha poi ricordato come milioni di persone hanno abbiano un accesso inadeguato a cibo nutriente per via di conflitti, dell’impatto della pandemia di Covid-19 e dell’aumento del costo della vita: «Lo spreco di cibo – denuncia la Caritas – è spesso il risultato di una produzione alimentare insostenibile e di scarsi investimenti nell’agricoltura».
Da qui la citazione dell’appello di Papa Francesco contenuta nell’enciclica “Fratelli tutti” “Non è accettabile che nel dibattito pubblico abbiano voce soltanto i potenti e gli scienziati”, in risposta al quale Caritas Internationalis ha risposto di aver «lavorato a fianco delle comunità locali per implementare pratiche agricole sostenibili, costruire capacità di adattamento al cambiamento climatico, oltre a sostenere i leader mondiali e i decision maker affinché affrontino e rivedano le politiche che aggravano la fame nel mondo».
Durante la Conferenza sul Cambiamento Climatico di Bonn (5-15 giugno), Caritas – si annuncia nella nota – «condividerà ulteriormente le prospettive sugli elementi necessari per aiutare ad affrontare la fame nel mondo» durante un evento collaterale che si terrà l’8 giugno, dal titolo “Prospettive degli attori religiosi e locali sul nuovo lavoro congiunto sull’agricoltura e sui sistemi alimentari”, che includerà le opinioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’agricoltura alimentare (Fao), del Fondo Verde per il Clima (Gcf), dei negoziatori del Gruppo Africa e dell’Unione europea (Ue).