“Dobbiamo essere testimoni d’amore e costruttori di pace più coraggiosi”
"Siamo stati molto felici per la presenza dell’arcivescovo Valentinetti - sottolinea don Norbert Maoko, parroco di Civitella Casanova -, il quale ci ha ricordato le parole del Vangelo sulla pace, con Gesù che per due volte ha dato ai suoi discepoli. Quest’evento va contestualizzato, perché dopo la morte di Gesù i discepoli erano timorosi, avevano paura dei giudei. Un po’ come avviene per l’uomo di oggi. Siamo timorosi, abbiamo paura. Così le parole dell’arcivescovo sono state un input per andare avanti e superare le paure che abbiamo ogni giorno"


Nonostante il gran caldo di ieri è stata molto partecipata la santa messa pontificale di Pentecoste, presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti sul sagrato della chiesa di Santa Maria della Cona a Civitella Casanova (Pescara), che ha aperto la festa patronale in onore della Beata Vergine Maria delle Grazie che si concluderà martedì 30 maggio con la santa messa presieduta alle 10 dal vicario generale dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne monsignor Francesco Santuccione. La sera, invece, alle 18 ci sarà la messa solenne che chiuderà i festeggiamenti, alla quale farà seguito la processione con il simulacro della Vergine, rivestito del tesoro aureo derivante dagli ex-voto che ancora nei nostri giorni va ampliandosi, celebrata alle ore 18 dal canonico don Michele Cocomazzi e sarà concelebrata da don Celestino Tsivony e dallo stesso parroco di Civitella Casanova don Norbert Maoko.

Tornando alla messa di Pentecoste, a lato dell’altare è stata esposta l’antica statua lignea della Vergine Maria benedetta da Papa Benedetto XVI nel 2005, mentre all’interno della chiesa di Santa Maria della Cona l’altra antica effige della Beata Vergine Maria della Grazie è impreziosita dal rosario donato l’anno scorso dallo stesso Benedetto XVI, scomparso lo scorso 31 dicembre 2022.
Nell’omelia l’arcivescovo Valentinetti ha approfondito il senso di questa importante solennità, che ha chiuso il Tempo di Pasqua: «Oggi per voi è grande festa – sottolinea il presule -, perché inizia la celebrazione annuale della Madonna delle Grazie con i secondi vespri del giorno di Pentecoste, davanti a questa chiesetta tradizionale della Madonna della Cona. Ma siamo nella solennità di Pentecoste. La Madonna ha sicuramente un ruolo molto importante nella discesa dello Spirito Santo, perché lei è presente nel momento in cui lo Spirito Santo scende sugli apostoli, così come abbiamo ascoltato nel Libro degli atti. Ci poniamo la grande domanda “Qual è la forza, qual è la potenza dello Spirito Santo nei confronti di questa piccola comunità spaurita, che aveva grande timore di essere sottoposta al martirio della Croce, così come del resto Gesù?”. E si erano nascosti, erano rimasti timorosi, erano rimasti quasi afflitti. Ecco allora che sia la sera di Pasqua, la sera dello stesso giorno della Risurrezione, sia 50 giorni dopo la Pasqua, l’evento del dono dello Spirito Santo che invade la vita di queste persone. La sera di Pasqua addirittura con il grande mandato della misericordia “Perdonate i peccati, perdonate a tutti”. E poi, invece, il giorno della Pentecoste, 50 giorni dopo la Pasqua, il coraggio di aprirsi al mondo e di cominciare a predicare il Vangelo senza nessun timore, senza nessuna paura. E il prodigio più grande è che tutti l’ascoltano, come se essi parlassero la loro lingua. Tutti riescono a percepire questo dono di grazia che è la potenza dello Spirito Santo e che li fa respirare nel senso più vero del termine di questa presenza dello Spirito nella loro vita».

Partendo da questo presupposto, l’azione dello Spirito Santo è altrettanto significativa anche per noi oggi: «Ecco – ricorda l’arcivescovo Valentinetti – lo Spirito Santo l’abbiamo ricevuto tutti nel giorno del nostro battesimo e poi nel giorno della nostra cresima. Dobbiamo forse fare più spazio a questa azione dello spirito, dobbiamo allargare il nostro cuore, dobbiamo allargare la nostra mente per essere più coraggiosi testimoni dell’amore del Signore. Diciamoci la franca verità, noi non abbiamo paura di persecuzioni, ma siamo un po’ timidi. Come cristiani siamo un po’ rannicchiati su noi stessi, molte volte rinchiusi nelle nostre piccole cose, nelle nostre piccole vicende personali o familiari e non riusciamo ad aprire il cuore a questo amore universale che, invece, lo Spirito Santo deve rigenerare nel cuore di tutta l’umanità. E quanto ne ha bisogno l’umanità di essere rigenerata dalla forza dello Spirito Santo!».

A tal proposito, l’arcivescovo di Pescara-Penne ha fatto degli esempi concreti: «Pensiamo solo a tutto quello che sta succedendo con la guerra – osserva -. Non solo la guerra tra la Russia e l’Ucraina, ma le guerre che ci sono disperse in tutto il mondo. Pensiamo a queste guerre fratricide, che molto spesso si accaniscono anche nelle nazioni dell’Africa, dell’Asia, le guerre civili in America latina. E chi fa le spese di tutto questo? I poveri, gli ultimi, coloro che non hanno niente».
Da qui l’auspicio di monsignor Tommaso Valentinetti: «Forse essere più coraggiosi nell’essere costruttori di pace – rilancia -, perché la pace comincia da noi, forse sarebbe un cammino che possiamo affidare alla grazia dello Spirito Santo. E il Signore vi conceda pace, vi conceda – sotto lo sguardo di Maria – la vera pace, la vera serenità, un cuore pieno di gioia, un cuore pieno d’amore per voi stessi e per i vostri fratelli, amen».

Al termine della celebrazione eucaristica, anche il parroco don Norbert Maoko ha voluto sottolineare l’importanza della solennità di Pentecoste e delle parole spese nell’omelia dall’arcivescovo Valentinetti: «A Civitella Casanova – spiega il parroco – c’è questa tradizione di celebrare la Vergine Maria in occasione della festa di Pentecoste, perché Lei è stata la prima carismatica ad aver dato disponibilità allo Spirito Santo. Quel giorno, nel Cenacolo, Lei era presente ed or»ante. È questa una grande testimonianza per le nostre comunità. Chiedere lo Spirito Santo, ma questo avviene quando c’è la preghiera. Siamo stati molto felici per la presenza dell’arcivescovo Valentinetti, il quale ci ha ricordato le parole del Vangelo sulla pace, con Gesù che per due volte ha dato ai suoi discepoli. Quest’evento va contestualizzato, perché dopo la morte di Gesù i discepoli erano timorosi, avevano paura dei giudei. Un po’ come avviene per l’uomo di oggi. Siamo timorosi, abbiamo paura. Così le parole dell’arcivescovo sono state un input per andare avanti e superare le paure che abbiamo ogni giorno».

Parlando poi della festa patronale della Beata Vergine Maria delle Grazie, don Norbert si è soffermato sull’indulgenza plenaria che da ieri sarà possibile lucrare fino a martedì sera non entrando, ma uscendo dalla “Porta della perdonanza” ubicata su di un lato della chiesa di Santa Maria della Cona: «Questo rito – precisa il presbitero – è legato alla tradizione di questa chiesa nella quale è possibile usufruire di questa possibilità. L’anno scorso abbiamo ottenuto nuovamente (attraverso un decreto della Penitenzieria apostolica) la possibilità di rinnovare questa tradizione della “Perdonanza”. Siamo molto legati ad essa, perché vivendo ogni giorno non mancano le fragilità, le debolezze umane. Offendiamo Dio, offendiamo anche i fratelli, per cui questa è una possibilità che la Chiesa – attraverso questa comunità – ci offre per vivere l’esperienza della misericordia».

Infine, il parroco di Civitella Casanova ha rivolto un auspicio per tutti: «Dobbiamo ripartire dallo Spirito – esorta don Norbert Maoko – e imparare a parlare il linguaggio della Spirito, perché esso crea comunità, armonia e pace. Questo è il mio augurio non solo per la comunità di Civitella Casanova, ma per tutto il mondo che sta attraversando momenti molto difficili. Il mondo e l’umanità sono molto fragili e il mio augurio è di ripartire dallo Spirito, per vivere l’armonia e chiamarci tutti fratelli e sorelle».
Una comunità, quella di Civitella Casanova, da sempre unita nel celebrare queste importanti festività e oggi ancora di più, in seguito ai gravi danni arrecati al paese vestino dal sisma aquilano del 2009: «Questa – conclude Marco D’Andrea, sindaco di Civitella Casanova – è una comunità che ha sofferto molto per i danni subìti, non solo in seguito al terremoto, per cui cerchiamo di reagire con determinazione per ripartire».