Freddo: “Accolti 50 senzatetto a Pescara, ma andiamo oltre l’emergenza”
"È necessario sedersi intorno a un tavolo – esorta il direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne -, per affrontare il tema del disagio mentale di questi assistiti che necessitano di un intervento sanitari. Noi, con i nostri operatori di strada e gli psicologi facciamo la presa in carico, ma occorre procedere con un intervento strutturato"
In questi giorni di grande freddo è pienamente all’opera la macchina dell’accoglienza del Piano freddo, predisposta dal Comune di Pescara in collaborazione con Caritas diocesana, Cooperativa On the road, Comunità Papa Giovanni XXIII, Comunità di Sant’Egidio e Croce rossa italiana per dare riparo e ristoro a tutti i senza fissa dimora che a Pescara vivono ancora all’addiaccio: «La Cooperativa On the road – spiega Corrado De Dominicis, direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne – sta gestendo l’accoglienza presso un hotel cittadino, che al momento ospita circa 35 persone, mentre altre 25 sono ospitate presso la Cittadella dell’accoglienza Giovanni Paolo II che noi mettiamo a disposizione in maniera del tutto gratuita, come avviene durante tutto l’anno per quanto di nostra competenza. D’altra parte, qualcuno vive ancora in strada, diciamo in alloggi di fortuna, e non tutti si rendono disponibili a ricevere questo tipo di accoglienza che viene organizzata dal meglio, grazie alla rete dell’associazionismo e del volontariato pescarese che riesce a dare sollievo a questi bisognosi incontrandoli, dando loro una bevanda calda e facendosi loro prossimi».
Ormai, con la possibilità costante di trovare un ricovero e un pasto caldo, sono una quantità residuale coloro che ancora vivono al freddo in strada, ma comunque presente e quindi da assistere al meglio: «La presenza di queste persone – sottolinea De Dominicis – richiede comunque una presenza puntuale, perché comunque si tratta di utenti che – nella loro fatica ad essere accolti – necessitano comunque di essere ascoltati e accompagnati. Ad esempio, grazie alla Capanna di Betlemme della Comunità Papa Giovanni XXIII di Luca Fortunato a Chieti, siamo riusciti a dare un riparo a persona che in genere facevano fatica ad essere accolte. E poi c’è tutto il lavoro delle unità di strada composte da Caritas, On the road, Croce rossa e Comunità di Sant’Egidio che, attraverso il loro servizio, riescono a farsi prossimi».
Gli utenti strappati al freddo sono sia italiani che stranieri, prevalentemente già conosciuti dalla rete di assistenza, ma al di là del garantire la classica accoglienza è un altro il bisogno importante da soddisfare: «È necessario sedersi intorno a un tavolo – esorta il direttore della Caritas diocesana di Pescara-Penne -, per affrontare il tema del disagio mentale di questi assistiti che necessitano di un intervento sanitari. Noi, con i nostri operatori di strada e gli psicologi facciamo la presa in carico, ma occorre procedere con un intervento strutturato».
Ma per il futuro l’auspicio è ben chiaro: «Bisogna uscire dalla logica dell’emergenza – rilancia Corrado De Dominicis -, trovando delle soluzioni più stabili per coloro che vivono in strada – con grande disagio – il problema del freddo. Sappiamo che il Comune di Pescara ha vinto delle progettualità legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)».
Soddisfatto della macchina dell’accoglienza l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Pescara, Adelchi Sulpizio: «Oltre agli accolti in albergo e nella Cittadella Caritas – ricorda l’assessore – ci sono anche senza fissa dimora che stanno seguendo un percorso di inclusione sociale, della durata di circa un anno, in case confiscate alla criminalità e ristrutturate, dove possono vivere al riparo dal freddo. È questo un progetto europeo che, insieme a tutto il piano di accoglienza, ci fa dire che Pescara è una città che non lascia indietro nessuno. A tal proposito, chiunque noti persone in difficoltà e bisognose di aiuto, non ha che da segnalarlo alla Caritas, ad On the road o al Comune di Pescara».