Unità cristiani: “Usiamoci misericordia affinché il divisore non attecchisca”
"Vogliamo chiedere che questa divisione, che purtroppo è provocata e continua ad essere provocato dal “diabolos” - auspica l'arcivescovo Valentinetti -, possa essere precipitata nelle fauci dell'inferno e che possiamo essere capaci di godere della presenza di Cristo signore, Signore della Chiesa, Signore dell’Una, santa, cattolica, apostolica. Cattolica perché diffusa in tutto il mondo, apostolica perché fondata sulla discendenza apostolica"

È stata una santa messa presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, ieri sera nella chiesa dello Spirito Santo a Pescara – trasmessa in diretta dall’emittente diocesana Radio Speranza InBlu (87.6 Fm), a concludere la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, dal tema “Imparate a fare il bene; cercate la giustizia” (Isaia 1,17), intercorsa dallo scorso mercoledì 18 gennaio.
Una santa messa caratterizzata dalla presenza di un Vangelo particolarmente appropriato (Mc 3,22-30): «Significativa la parola del Vangelo per l’Eucarestia che stiamo celebrando – conferma il presule nell’omelia -, invocando la misericordia del Signore perché le Chiese trovino i cammini verso una convergenza di unità. Perché la parola del Vangelo è, come al solito, più tagliente di una spada a doppio taglio. Se un regno è diviso in se stesso, quel Regno non potrà restare in piedi. Se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Ora, su questo fatto della divisione, dobbiamo interrogarci seriamente. I motivi storici, le situazioni ambientali, anche geografiche, le situazioni che hanno portato l’Una, santa a dividersi sono state molteplici. Ma dobbiamo rassegnarci a questa fatica o dobbiamo semplicemente prendere atto di una divisione ormai insanabile, correndo il rischio che sicuramente questo avvento del Regno – che pur si è avvicinato in Gesù – sia una chimera sia un desiderio ormai fallito? Sicuramente dobbiamo riflettere molto, pensare molto, pregare molto. Usarci misericordia gli uni gli altri, perché solo usandoli misericordia gli uni gli altri a livello interpersonale, a livello di comunità e a livello di Chiese, noi faremo sì che il divisore non attecchisca dentro le nostre storie e dentro le nostre vite. Sappiamo bene che la parola “diabolos” significa divisore, ma il diavolo non è diviso in se stesso, bisogna riconoscerlo con molta verità, e continua purtroppo nell’opera della divisione. In un tempo in cui speravamo che forse, molto probabilmente, ci potesse essere un cammino delle Chiese cristiane verso non una perfetta unità, ma verso quella unità plurale che ci portava a riconoscerci vicendevolmente nei doni dei carismi, delle tradizioni, delle liturgie e quant’altro, tutto questo, anche questo, sembrerebbe quasi abbandonato».

Ma la speranza a cui aggrapparsi, per l’arcivescovo Valentinetti, è data dal passo della Lettera agli ebrei (Eb 9,15.24-28) letta ieri: «È difficile a dirsi, ma la verità è una sola – sottolinea l’arcivescovo di Pescara-Penne -. Che quel Cristo mediatore di un’alleanza nuova che, così come ci ha detto la Lettera agli ebrei, intervenuta la sua morte, il riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, ma anche sotto questa alleanza, noi che siamo stati chiamati possiamo ricevere un’eredità eterna che è stata promessa. Ma con la certezza che Lui non sarà mai diviso, Lui non sarà mai spirito del male, Lui non sarà mai posseduto da uno spirito immondo. Pertanto non bestemmieremo mai lo Spirito Santo, che è garanzia di unità, di fraternità, di pace».
Infine, monsignor Valentinetti ha fatto un riferimento cinematografico per spiegare quello che dev’essere l’obiettivo da raggiungere per ritrovare l’unità dei cristiani: «Mi è ricapitato di vedere – racconta l’arcivescovo -, in queste sere scorse, uno scorcio del film di Mel Gibson “The Passion” ed è mirabile la sequenza delle immagini, dove si vede l’immagine del demonio personificata in una persona ben precisa che nel momento della morte, nel momento in cui Cristo muore in croce e quella goccia di pioggia scende dal cielo – segno del battesimo che lava i peccati del mondo – viene risprofondato dentro le fauci dell’inferno».
Da qui l’auspicio finale del presule: «E noi, questa sera – conclude -, vogliamo chiedere che questa divisione, che purtroppo è provocata e continua ad essere provocato dal “diabolos”, possa essere precipitata nelle fauci dell’inferno e che possiamo essere capaci di godere della presenza di Cristo signore, Signore della Chiesa, Signore dell’Una, santa, cattolica, apostolica. Cattolica perché diffusa in tutto il mondo, apostolica perché fondata sulla discendenza apostolica. Amen».