“Usciremo dalla crisi solo tornando alla terra e al cibo”
"Il Signore - auspica l'arcivescovo di Pescara-Penne - ci conceda di comprendere fino in fondo queste verità, in un mondo ormai super tecnologizzato dove sembra che tutto debba essere tecnica e, direi, comunicazione virtuale. Noi vogliamo tornare alle zolle della terra della madre terra e ribaciare quelle zolle, perché quelle zolle continuino a dare vita, amore e verità. Che il signore ci conceda tutto questo anche per i meriti e l'intercessione di Sant'Antonio. Amen"


Centinaia di agricoltori, provenienti da tutta la Val Pescara, ieri hanno gremito il centro storico di Pianella (Pescara) per vivere la Giornata del ringraziamento, promossa da Coldiretti e riconosciuta dalla Conferenza episcopale italiana, per ricordare lo stretto legame che intercorre tra la campagna e la comunità cristiana e per ringraziare il Signore del raccolto conseguito.

Fulcro della giornata è stata la santa messa presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti nella chiesa di Sant’Antonio Abate: «A voi – afferma il presule nell’omelia -, carissimi coltivatori diretti che oggi ringraziate il signore in occasione della festa di Sant’Antonio Abate e invocate la benedizione del Signore su i vostri raccolti, il Signore li benedica veramente. Che il mondo sia in crisi anche da un punto di vista finanziario ed economico è la verità, lo sappiamo molto bene. Ci sono sempre più poveri e direi e sempre meno persone che hanno la possibilità di soddisfare le loro necessità primarie. E i ricchi, i pochi ricchi, diventano sempre più ricchi. Ma io sono convinto di una cosa, che usciremo – se usciremo – con grande fatica e grandi difficoltà da crisi difficili da risolvere, solo se torneremo alla terra e se torneremo al cibo. Se torneremo, cioè, all’elemento fondamentale che può nutrire le persone e può nutrire non solo noi ma tutta l’umanità. Dobbiamo tornare a questa coscienza, ad una terra sana, ad una terra buona, ad una terra coltivata non solo per guadagno, ma per amore. Perché dalla terra sono nate le cose migliori della storia dell’umanità e a alla terra torneremo. “Polvere sei e polvere ritornerai“».

Quindi la preghiera e l’auspicio dell’arcivescovo Valentinetti: «Il Signore ci conceda di comprendere fino in fondo queste verità, in un mondo ormai super tecnologizzato dove sembra che tutto debba essere tecnica e, direi, comunicazione virtuale. Noi vogliamo tornare alle zolle della terra della madre terra e ribaciare quelle zolle, perché quelle zolle continuino a dare vita, amore e verità. Che il signore ci conceda tutto questo anche per i meriti e l’intercessione di Sant’Antonio. Amen». All’offertorio i produttori e le aziende agricole pescaresi hanno donato cesti stracolmi di vino, ortaggi e confetture, pane, pasta e naturalmente l’olio extravergine Dop Aprutino Pescarese, simbolo della più radicata ed apprezzata tradizione agricola di questa zona della provincia.

Al termine della liturgia eucaristica, è intervenuto il direttore provinciale di Coldiretti Pescara: «Una giornata non solo di ringraziamento – sottolinea Roberto Rampazzo -, ma anche di festa dopo – purtroppo – due anni di pandemia che ci ha visto lontani. Prima si è parlato di tornare al cibo ed è una mission che Coldiretti ha sempre portato avanti. Ci crede perché dare il cibo a noi e a chi non ne ha, purtroppo, è sempre stata la priorità dei nostri coltivatori diretti i qual lavorano il terreno tornando alla terra con quella buona volontà, con quella umiltà che fa del loro un grande lavoro. Tornare al cibo. Purtroppo, al giorno d’oggi, l’ha ribadito anche prima l’arcivescovo Valentinetti, le persone ricche diventano sempre più ricche. Se pensiamo che 15 persone hanno in mano il 60% del capitale economico mondiale. E queste persone, purtroppo, stanno tracciando una via che non è la nostra via, non è la via della Coldiretti, non è la via della politica e cittadinanza italiana. La via non è creare il cibo sintetico. In Danimarca c’è già un’industria che sta fabbricando latte sintetico, in America c’è già un’industria che sta fabbricando carne sintetica. E per fabbricare questa carne sintetica, devono prendere delle cellule staminali da una vacca gravida. Si sta costruendo del cibo sintetico, del pesce sintetico senza acqua, e su questo noi siamo contrari. Siamo contrari per noi, per i nostri padri, per i nostri figli, per i nostri nonni, per il nostro futuro. “La terra, riporto le parole dette poc’anzi dell’arcivescovo, è amore e vita”. È questa è una mission che Coldiretti, con i propri associati, con la politica e con tutta la società civile, porterà avanti».
Dopo la santa messa, in piazza Garibaldi, l’arcivescovo Valentinetti ha benedetto gli animali, a pochi giorni dalla memoria liturgica del loro patrono Sant’Antonio Abate: tanti cani e gatti, ma anche tre vitelli, due maialini e perfino un’iguana, un barbagianni e un topolino. Infine, il presule ha benedetto decine di trattori che hanno sfilato in viale Regina Margherita.