Caldo anomalo: “Possibilità che ondate di gelo brucino fiori e gemme”
"Si accentua – sottolinea Coldiretti – la tendenza al surriscaldamento in Italia e ad una sorta di tropicalizzazione, che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. L’agricoltura è l’attività economica che, più di tutte le altre, vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che hanno già superato quest’anno i 6 miliardi di euro"
Si fanno sentire sempre di più gli effetti dei cambiamenti climatici sull’Italia che, ad esempio, in questi giorni di festività natalizie sta conoscendo un’ondata di caldo anomalo che ha fatto fiorire le mimose con tre mesi d’anticipo rispetto alla festa della donna dell’8 marzo. E non solo, perché tutte le coltivazioni sono state tratte in inganno dal clima e si stanno già preparando alla ripresa vegetativa, con le produzioni sempre più a rischio in caso di arrivo di freddo e maltempo.
Infatti il tempo stabile dovrebbe permanere fino all’Epifania, ma preoccupa quanto potrebbe accadere dopo: «C’è la concreta possibilità – spiega l’associazione di categoria – che nelle prossime settimane le repentine ondate di gelo notturno brucino fiori e gemme di piante e alberi, con pesanti effetti sui prossimi raccolti futuri. In Sicilia, dove si sono registrate punte di 20 gradi, sono già fioriti i limoni in anticipo rispetto alla primavera. Ma è in difficoltà anche il mondo animale, con casi di api che disorientate dalle alte temperature si risvegliano ed escono dagli alveari con il pericolo concreto di venire decimate dall’arrivo del freddo».
Un caldo che, tra l’altro, si abbina agli effetti di una forte siccità con i grandi laghi che presentano percentuali di riempimento che vanno dal 18% di quello di Como al 26% del Lago Maggiore fino al 34% del Lago di Garda, mentre il livello idrometrico del Po al Ponte della Becca è sceso a – 3 metri. A ciò si aggiunge anche lo scarso potenziale idrico concentrato, sotto forma di neve, sulle Alpi e sugli Appennini.
Un 2023, insomma, che inizia all’insegna del caldo dopo un 2022 più bollente che mai: «Si accentua – sottolinea Coldiretti – la tendenza al surriscaldamento in Italia e ad una sorta di tropicalizzazione, che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. L’agricoltura è l’attività economica che, più di tutte le altre, vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che hanno già superato quest’anno i 6 miliardi di euro».