Reilab: “Un’opportunità per garantire ai migranti il diritto al lavoro”
"Grazie a queste progettualità - sottolinea Corrado De Dominicis, direttore della Fondazione Caritas e della Caritas diocesana di Pescara-Penne - si riesce a dare un'ulteriore continuità e un'ulteriore ampiezza alle possibilità messe a disposizione di queste persone che, come ci piace dire, riescono in questo modo a godere dei diritti cui sono portatori nel momento in cui, dopo viaggi faticosi, affannati, a rischio di morte, riescono appunto ad avere il loro approdo in Italia e qui ricostruire un loro percorso di vita. In questo contesto riusciamo a offrire al meglio possibile la fruizione dei loro diritti"
In Abruzzo è attivo il Progetto Reilab – lavorare in Abruzzo, che aiuta i migranti provenienti da Paesi terzi – regolarmente soggiornanti nella nostra regione – ad incontrare il mondo del lavoro per entrarvi e realizzare pienamente il loro progetto di inclusione e integrazione sociale e territoriale, il quale ha vissuto le sue fasi finali all’Aurum di Pescara martedì 6 e mercoledì 7 dicembre. Il progetto Reilab è finanziato dal Programma nazionale del Fondo asilo migrazione e integrazione (Fami) 2014-2020 dell’Unione Europea, con il contributo dei Ministeri dell’Interno e del Lavoro, che vede come ente beneficiario la Regione Abruzzo ed è gestito dall’Associazione temporanea d’impresa (Ats) Fondazione Caritas Onlus (costituita da 12 partners del terzo settore, Arci Comitato provinciale di Pescara, Cooperativa sociale Lo spazio delle idee, il Comitato territoriale Arci L’Aquila, l’Associazione Smile Abruzzo, le Caritas diocesane di Pescara e Avezzano, l’Associazione Progetti sociali, l’Azienda pubblica di servizi alla persona della Provincia di Pescara, la Società cooperativa sociale Horizon service, l’Associazione focolare Maria Regina onlus, le Acli dell’Abruzzo e la Samidad onlus cooperativa sociale) e dalla Cooperativa Sociale On the Road.
Nello specifico, l’obiettivo di Reilab è attivare un ecosistema regionale di attori, competenze, risorse e iniziative proprio a sostegno dell’inclusione lavorativa dei e delle migranti, migliorando la capacità di intercettare e coinvolgere i cittadini e le cittadine dei Paesi terzi nella fruizione dei servizi pubblici e privati, contribuendo al superamento del confine culturale che spesso compromette lo sviluppo di rapporti fiduciari tra operatori, operatrici e destinatari. Tutto questo per poi sviluppare nuovi modelli di fornitura di servizi per ottimizzare le condizioni di occupabilità dei lavoratori e delle lavoratrici migranti. Nell’ambito della due giorni dell’Aurum, martedì ha avuto luogo l’iniziativa “Speed Dating for Job”, che è stata un’occasione d’incontro e conoscenza tra le realtà imprenditoriali del territorio e i migranti e le migranti da Paesi terzi che risiedono in Abruzzo e che hanno già svolto un percorso di accoglienza, profilazione e valutazione delle competenze attraverso i Reilab point (luoghi di incontro con i nostri operatori, situati in ogni provincia della Regione Abruzzo). Mercoledì, invece, è stato fatto il punto della situazione con il convegno dal tema “Lavoro migrante: sfide e opportunità” che ha visto la partecipazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, della Regione Abruzzo, nonché di esperti di inclusione socio-lavorativa.
Una mattinata di confronto arricchita dalle testimonianze dei protagonisti i quali, a vario titolo, hanno fatto parte di Reilab e delle sue attività: «È un progetto – sottolinea Gianluca Panuccio, funzionario del Ministero del Lavoro e direttore generale dell’Area immigrazione e supervisore di Reilab – che ha interpretato molto bene lo spirito del dell’avviso, in base al quale il progetto è stato finanziato, ossia la costruzione di una rete di intervento, la presa in carico integrata di cittadini di Paesi terzi e un accompagnamento al mondo del lavoro, cercando di valorizzare quanto più possibile il loro patrimonio esperienziale. In Abruzzo il punto di forza è stato il grande dialogo con l’altro intervento a valere sul Fami, ovvero “Scommettiamo sulla cittadinanza”. Quest’ultimo è un intervento multi-azione che tende all’integrazione sia in ambito scolastico che nell’ambito dei servizi, ma anche all’aumento delle occasioni di partecipazione alla vita sociale, culturale in questo caso dell’Abruzzo. C’è stato un grande scambio esperienziale perché i cittadini dei Paesi terzi che si sono rivolti agli sportelli Integrab (spazi dedicati ai cittadini di Paesi terzi dove puoi trovare tutte le informazioni su come accedere a servizi sanitari, legali, amministrativi e sociali)), poi sono stati anche presi in carico per quanto concerne il loro inserimento socio-lavorativo. Quindi c’è stata tutta una grande rete di intervento a loro supporto, a loro vantaggio, che ha consentito loro di potersi destreggiare nel miglior modo possibile nella realtà italiana la quale, per molti, è stata una scoperta. Per cui siamo il risultato è stato positivo anche in termini di numeri, perché sono tantissimi stranieri che sono stati appunto presi in carico e sostenuti e alcuni di loro, molti di loro, hanno visto in questi centri Reilab, piuttosto che Integrab, dei luoghi in cui trovare personale specializzato, ma soprattutto personale che interpreta saputo interpretare i loro bisogni e le esigenze e a cui fare riferimento».
Dunque, una delle realtà protagoniste del progetto Reilab-lavorare in Abruzzo è stata proprio la Cooperativa sociale On the road: «La ragione che ci ha spinto a promuovere e realizzare questo progetto sul territorio abruzzese – spiega Felicia Zulli, coordinatrice del progetto Fami prima – Reilab – è che noi ci siamo sempre occupati, come cooperativa, di povertà estrema e di situazioni a elevato disagio sociale, ma ci rendevamo conto anche che era necessario attivare un sistema di servizi per favorire il potenziamento dei cittadini dei Paesi terzi e accompagnare anche i processi di integrazione lavorativa. Molti cittadini e cittadine dei Paesi terzi, ci portavano la difficoltà di entrare nel mercato del lavoro in maniera regolare, la difficoltà di comprendere come funzionavano i sistemi di servizi territoriali per l’integrazione lavorativa nella nostra regione e quindi, insieme alla Regione Abruzzo e all’Ats Fondazione Caritas, abbiamo presentato questa progettualità a valere sul fondo Fami-prima per rinforzare il sistema dei servizi territoriali, abbassare la soglia di accessibilità a tali servizi e promuovere il lavoro dei cittadini dei Paesi terzi. Un lavoro qualificato, regolare, così importante anche per il sistema imprenditoriale abruzzese».
Un progetto, Reilab-lavorare in Abruzzo, che anche per la Caritas diocesana di Pescara-Penne ha rappresentato un valore aggiunto: «Consistito – continua Corrado De Dominicis, direttore della Caritas e della Fondazione Caritas dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne – nella collaborazione di rete che sempre, in queste occasioni, ci permette di ampliare la rete di relazioni, quindi affrontare insieme quelle che sono le problematiche del nostro territorio. In particolare, in questo caso, l’inclusione lavorativa dei cittadini di Paesi terzi ed è importante soprattutto riuscire insieme a far compiere percorsi davvero validi, per questi cittadini, sul nostro territorio. Noi siamo impegnati con l’accoglienza, attraverso un centro di accoglienza straordinaria (un Cas) e attraverso il Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) con il Comune di Pescara, quindi abbiamo costantemente l’incontro con cittadini di Paesi terzi presenti sul territorio. All’interno di queste strutture vengono già avviati dei processi di inclusione e di integrazione sul territorio, ma grazie a queste progettualità si riesce a dare un’ulteriore continuità e un’ulteriore ampiezza alle possibilità messe a disposizione di queste persone che, come ci piace dire, riescono in questo modo a godere dei diritti cui sono portatori nel momento in cui, dopo viaggi faticosi, affannati, a rischio di morte, riescono appunto ad avere il loro approdo in Italia e qui ricostruire un loro percorso di vita. In questo contesto riusciamo a offrire al meglio possibile la fruizione dei loro diritti».
Un appuntamento che ha ricevuto il riscontro favorevole degli esperti dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro: «Devo dire che nel progetto Reilab – constata Monica Molteni, esperta presso un’agenzia per il lavoro – ho trovato veramente tanti spunti interessanti. Quest’ultimo evento, organizzato a Pescara in questi giorni, ha portato in evidenza quanto le organizzazioni che hanno lavorato in questo progetto, da Fondazione Caritas a On the road, siano riuscite a creare relazioni di grande fiducia con le aziende che ieri si sono presentate, hanno messo a disposizione le loro opportunità di lavoro ad una amplissima platea di giovani rifugiati, titolari di protezione internazionale, che stanno cercando lavoro. Quindi questo progetto è stato anche un luogo di incontro e di opportunità, di incrocio domanda/offerta informale, che sicuramente porterà degli ottimi risultati. Soprattutto i giovani richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, in una fase iniziale, sono spesso molto sfiduciati. Arrivano da percorsi di fuga molto pesanti e quando arrivano in Italia, il trovarsi di fronte non all’Eldorado che pensavano di trovare, ma comunque ad un contesto complesso che deve essere conosciuto, anche semplicemente per imparare la lingua italiana, è certamente per loro un motivo di grande, grande fatica. E il lavoro che facciamo, anche come agenzia per il lavoro, è quello di rinforzarli, di far vedere loro quante competenze – soprattutto competenze trasversali – hanno, ma non sanno di avere. Li aiutiamo a far emergere le loro competenze e li aiutiamo a far sì che imparino a raccontarle. Dal punto di vista legislativo non ci sono grandi difficoltà. Il grosso problema è continuare il lavoro con le aziende, per fare in modo che tutta la cultura della diversità e dell’inclusione diventi sempre più patrimonio di tutte le aziende, piccole e grandi».