Creato: “Rispettarlo sta a noi, col riciclo dei rifiuti e la cura dei luoghi”
"Le comunità energetiche – approfondisce l'ingegnere Roberto D'Ancona - sono una nuova opportunità che oggi abbiamo per renderci un minimo energeticamente indipendenti. Ma come si si possono creare? Allo stato attuale abbiamo le bollette che aumentano sempre di più, il caro energia è un dato di fatto, quindi senza le comunità energetiche o uno si fa il proprio impianto fotovoltaico, oppure chi non ha disponibilità di tetti o non ha uno spazio, chi vive in un condominio e non avendo la possibilità di farsi l'impianto, senza le comunità energetiche non avrebbero strumenti a disposizione"

È stata molto partecipata domenica 2 ottobre, presso il Parco Villa De Riseis a Pescara, la Giornata diocesana del Creato dal tema “Ascolta la voce del creato”, organizzata dall’Ufficio diocesano di Pastorale sociale, del lavoro e dell’Ambiente dell’Arcidiocesi di Pescara-Penne – in collaborazione con la Comunità Laudato si’ della parrocchia di Sant’Andrea – diretto da don Antonio Del Casale, che ha condotto un pomeriggio all’insegna della riflessione intervallata dalla musica della Music&Hope band.

Ad aprire il pomeriggio gli alunni della classe quarta della scuola elementare di via del Concilio che hanno interpretato, in gesti e musica, due canzoni a sfondo ambientale e poi l’introduzione curata dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti: «Le questioni della salvaguardia del creato erano già all’attenzione dei cattolici da qualche tempo – premette il presule -, soltanto forse non in maniera così evidente, perché solo dopo l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco è stata messa in calendario tra le attività precipue della vita della Chiesa. Anche perché sappiamo molto bene quali sono le conseguenze di una mancata attenzione al creato e di quanto poi esso si ribelli di fronte a determinati scempi, compiuti particolarmente in quest’ultimo periodo. In concomitanza con la pandemia, purtroppo, alcune attenzioni che in realtà stavano diventando più cospicue, più vere, si sono abbassate e, in realtà, anche la situazione attuale della guerra in Ucraina non ci fa ben sperare che le politiche, a livello internazionale, possano in qualche modo cambiare o essere essere sempre meglio calibrate sulla salvaguardia del creato. Del resto la deforestazione, purtroppo, continua in maniera massiva e le situazioni che portano alla non attenzione al famoso ozono che si sta disgregando, chiaramente restano i fattori che determinano poi anche l’abbassamento dei ghiacciai e quindi l’innalzamento delle acque, situazioni atmosferiche che sicuramente si stanno sperimentando. Del resto credo che tutti quanti ci stiamo accorgendo che anche Pescara è diventata una città più o meno tropicale, non ancora siamo ancora a quel livello, ma ci stiamo arrivando».
Da qui il richiamo dell’arcivescovo Valentinetti ad un maggior impegno da parte di tutti nella salvaguardia dell’ambiente: «Dobbiamo cominciare da noi – sottolinea -. Dobbiamo cominciare da un rispetto del creato che parta da noi, dalla differenziazione, dal riciclo dei rifiuti, dalla salvaguardia deli luoghi in cui il creato è incustodito. E devo dire la verità, Pescara è già una città molto fortunata perché ha dei parchi, uno è questo, e ne abbiamo anche altri, purtroppo messi in difficoltà anche delle situazioni atmosferiche che si sono create in questi ultimi tempi. Ma il problema non è solo personale, quindi la richiesta è sicuramente di un’azione e di rispetto di ognuno di noi per la natura, per il creato e la sua salvaguardia, ma è anche la richiesta ai potenti di questa terra, a chi ha le possibilità di gestirne le sorti. Certamente i report che ci arrivano non sono incoraggianti. Io inizio ad avere la mia età e, probabilmente, ringraziando il Signore, spero di non vedere un maggior degrado. Spero di non vedere una situazione più complessa del creato e spero nei giovani che sono il futuro. Perché il creato va custodito per loro, per questi bimbi che hanno cantato per noi questa sera, non lo facciamo per noi, ma lo facciamo per i figli, i figli dei nostri figli, i nipoti, perché possano avere un ambiente vivibile e soprattutto un sano, dove vivere una vita serena, adeguata all’umanità, a un vero rispetto dell’essere umano in quanto tale, nel rispetto della natura in quanto tale, nel rispetto del mondo animale. Nel rispetto, cioè, di quanto il Signore ci ha dato, creando tutte le cose che sono sulla faccia della terra. Allora io ringrazio veramente della sensibilità che state dimostrando questa sera. Siamo un po’ pochi, ma le cose serie cominciano dal poco. Io sono convinto che i lieviti sono quelli che fanno fermentare tutta la pasta. Ci vogliono molti lieviti sicuramente, ma ci vogliono i lieviti convinti che fanno fruttificare la vera pasta, la vera Pasqua».

In seguito, il vice sindaco e assessore al Verde pubblico di Pescara Giovanni Santilli ha premiato l’impegno di Walter Ranieri, un anziano che si impegna personalmente nella cura del verde pubblico cittadino nella zona della parrocchia di Sant’Andrea. Lo stesso assessore ha poi fatto il punto sulla custodia del creato in città: «Pescara una città dove sono presenti 25 mila piante – spiega Santilli -, tutte attenzionate. Se voi ci fate caso, ogni pianta ha una targhetta che ne indica il numero, facendoci capire se questa è sana, è malata, oppure se bisogna alleggerire la chioma o se, come è capitato in questi ultimi giorni, bisogna abbatterla. Noi su questo discorso dell’abbattimento stiamo molto, molto attenti, ma non perché gli ambientalisti ci stanno addosso, tutt’altro, perché noi non è che ci divertiamo ad abbattere le piante. Sappiamo benissimo che esse sono vita per tutti quanti noi, quindi le stiamo rimettendo. Abbiamo dei finanziamenti e stiamo cercando di rendere Pescara una città ancora più vivibile, più bella. In questa città, tra l’altro, sussistono 63 parchi. Questo è uno dei più grandi, che abbiamo dato in gestione al pari del Parco di Villa Sabucchi, mentre gli altri 61 li gettiamo noi come Comune. Ci sono degli operai specializzati che, dalla mattina al tramonto, lavorano all’interno di questi parchi. Voi sapete benissimo che tenerli in ordine non è facile, perché purtroppo, a volte, ci troviamo di fronte a vandali che distruggono tutte le proprietà belle del comunali al loro interno. Parliamo, ad esempio, di tanti giochi per i bambini. Alcuni sono vecchi, però adesso già da due anni, man mano, li stiamo cambiando e cercheremo di arrivare a una conclusione perché questi parchi siano tutti rivisti. Abbiamo anche degli sponsor che, ringraziando Dio, ci aiutano a cambiare questi giochi. Però i vandali si divertono a dipingere, a romperli e quindi, purtroppo, i nostri bambini a volte vanno in un parco, con i genitori o nonni, e trovano questi giochi rotti, sigillati con il nastro bianco e rosso, e non li possono sfruttare».
Il vice sindaco di Pescara ha poi parlato di ripiantumazione degli alberi, partendo dal ricorso del drammatico incendio che l’1 agosto 2021 distrusse buona parte della Pineta dannunziana, in particolar modo il comparto 5: «Il sindaco Masci – ricorda l’assessore Santilli – ha creato una commissione di esperti per farla rinascere. Al momento stiamo aspettando a ripiantumare, perché dalle pigne cadute con l’incendio stanno rinascendo nuove piante e dobbiamo attendere un anno per valutare i frutti di questo processo. La pineta è il fiore all’occhiello di Pescara e tenerla chiusa per 8 mesi è stata dura. L’abbiamo riaperta il 12 marzo scorso dopo averla messa in sicurezza. Nei comparti tre e quattro, per fortuna, si sono salvati giochi, ma è saltata in aria la casetta dei pensionati, dove loro si radunavano. C’erano dei campi di bocce, anche quelli saltati. Nella sfortuna, però, qualcosa di buono è successo. Abbiamo avuto 1 milione e 200 mila euro dall’assicurazione e li reinvestiremo per rimettere a posto tutta la pineta dannunziana, a cominciare dalla casetta dei pensionati». Con la burrasca dei giorni scorsi, tra l’altro, numerosi pini sono caduti abbattendosi sulle strade e accendendo un faro sulla necessità di fare maggiore prevenzione: «La prevenzione è la priorità – assicura il vice sindaco di Pescara – e i nostri tecnici la fanno. Abbiamo poi delle aree che stiamo valutando per aumentare il verde pubblico, come ad esempio nella zona dei Colli, vicino alla circoscrizione, dove c’è una frana. Vorremmo risistemarla mettendoci un bosco e poi, a seguire, un parco. A tal proposito, abbiamo chiesto dei finanziamenti e vedremo di averli».

Nella kermesse si è poi parlato di transizione ecologica attraverso la relazione dell’esperto di impianti ad energia rinnovabile, l’ingegnere Roberto D’Ancona: «Le comunità energetiche – approfondisce – sono una nuova opportunità che oggi abbiamo per renderci un minimo energeticamente indipendenti. Ma come si si possono creare? Allo stato attuale abbiamo le bollette che aumentano sempre di più, il caro energia è un dato di fatto, quindi senza le comunità energetiche o uno si fa il proprio impianto fotovoltaico, oppure chi non ha disponibilità di tetti o non ha uno spazio, chi vive in un condominio e non avendo la possibilità di farsi l’impianto, senza le comunità energetiche non avrebbero strumenti a disposizione. Questo nuovo strumento consente alle persone di mettersi insieme per realizzare degli impianti fotovoltaici, la cui energia può essere sfruttata da tutti. Facciamo l’esempio di un condominio. Con la comunità energetica, il condominio può diventare un’associazione che fa un impianto, magari più grande del fabbisogno condominiale su tutto il tetto, e poi di questa energia ne possono beneficiare anche i singoli condomini. Quindi l’energia prodotta e condivisa viene incentivata dallo Stato, cioè ci sono dei degli incentivi sulla quantità di energia immessa in rete e autoconsumata dalla comunità. Questo è uno strumento che aiuta le persone a mettersi insieme. Io ho iniziato uno studio di fattibilità sul Comune di Tollo, che sicuramente conoscete, e stiamo provando a farla nascere una comunità energetica. Lì sarà il Comune stesso a mettere a disposizione della comunità dei tetti, come quello della palestra o di qualche altro edificio pubblico. Quindi, su questi edifici si potrà realizzare un impianto la cui energia si può condividere tra i vari cittadini o con le partecipate. Tra l’altro l’Abruzzo, con le comunità energetiche, è abbastanza avanti perché è l’unica regione, insieme all’Emilia Romagna, che abbia fatto una legge per la loro partenza diciamo, anche se mancano ancora i decreti attuativi. E le comunità energetiche dovrebbero essere anche incentivate dal Pnrr. Dal punto di vista tecnico e pratico, è semplice realizzare una comunità energetica. Però è chiaro che bisogna trovare un accordo, anche economico, tra chi vi partecipa perché comunque l’impianto fotovoltaico si deve costruire e quindi, qualcuno che metta i soldi per ci dev’essere. Ma anche a ciò si può ovviare, in quanto dovrebbero esserci dei fondi regionali che potranno alleggerire il peso economico sui partecipanti alla comunità energetica». Al termine è stato l’esperto in vegetazione marina della costa abruzzese Nico Tieri a parlare delle specie autoctone del nostro lungomare e della loro importante funzione.