Cei: “Gli eletti siano al servizio di tutti, a partire dai più deboli”
"La Chiesa continuerà a indicare, con severità se occorre – assicura il cardinale Matteo Zuppi -, il bene comune e non l’interesse personale, la difesa dei diritti inviolabili della persona e della comunità. Da parte sua, nel rispetto delle dinamiche democratiche e nella distinzione dei ruoli, non farà mancare il proprio contributo per la promozione di una società più giusta e inclusiva"

Ieri il cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana Matteo Zuppi, dopo le elezioni politiche di domenica scorsa, ha rivolto un appello ai prossimi deputati e senatori: «Agli eletti – esorta il porporato – chiediamo di svolgere il loro mandato come “un’alta responsabilità”, al servizio di tutti, a cominciare dai più deboli e meno garantiti».
Richiamando l’appello del Consiglio episcopale permanente pubblicato alla vigilia dell’appuntamento elettorale, il cardinale Zuppi ha poi annoverato quelle che sono le principali tematiche da affrontare: «L’agenda dei problemi del nostro Paese è fitta – constata -. Le povertà in aumento costante e preoccupante, l’inverno demografico, la protezione degli anziani, i divari tra i territori, la transizione ecologica e la crisi energetica, la difesa dei posti di lavoro, soprattutto per i giovani, l’accoglienza, la tutela, la promozione e l’integrazione dei migranti, il superamento delle lungaggini burocratiche, le riforme dell’espressione democratica dello Stato e della legge elettorale. Sono alcune delle sfide che il Paese è chiamato ad affrontare fin da subito, senza dimenticare che la guerra in corso e le sue pesanti conseguenze richiedono un impegno di tutti e in piena sintonia con l’Europa».
Inoltre, il presidente della Cei non ha mancato di esprimere la preoccupazione in riferimento all’alto astensionismo fatto registrare alle urne, con il dato finale fermo al 63,95% ovvero il dato più basso di sempre e del 9% più basso rispetto alle precedenti elezioni politiche del 2018: «È il sintomo – avverte Zuppi – di un disagio che non può essere archiviato con superficialità e che deve invece essere ascoltato».
Infine, il cardinale Matteo Zuppi ha ricordato come la Chiesa continuerà a fare la sua parte: «Continuerà a indicare, con severità se occorre – assicura -, il bene comune e non l’interesse personale, la difesa dei diritti inviolabili della persona e della comunità. Da parte sua, nel rispetto delle dinamiche democratiche e nella distinzione dei ruoli, non farà mancare il proprio contributo per la promozione di una società più giusta e inclusiva».