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Istruzione: 3/4 dei giovani di 92 Paesi non hanno le competenze per lavorare

"Una generazione di bambini e giovani ispirata e qualificata – spiega Robert Jenkins, direttore dell’Unicef per l’istruzione - è fondamentale per la prosperità, il progresso e il successo delle società e delle economie. Tuttavia, per la maggior parte dei bambini e dei giovani di tutto il mondo i sistemi formativi hanno fallito, lasciandoli privi di istruzione, di ispirazione e di competenze"

Emerge da un rapporto stilato da Education Commission e Unicef in occasione dell’odierna Giornata mondiale delle competenze giovanili

Alcune donne africane davanti al computer

Quasi tre quarti dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni in 92 Paesi non riescono ad assimilare le competenze necessarie per lavorare. È il dato preoccupante che emerge dal rapporto “Recovering learning: Are children and youth on track in skills development?”, pubblicato ieri da Education Commission e Unicef in occasione dell’odierna Giornata mondiale delle competenze giovanili. I dati, relativi alla situazione di 92 Stati, mostrano bassi livelli di competenze tra i bambini e i giovani di tutte le fasce d’età, con i giovani dei Paesi a basso reddito che hanno meno probabilità di avere le competenze necessarie per esprimere le proprie potenzialità, soprattutto per quanto riguarda le future opportunità di lavoro, il lavoro dignitoso e l’imprenditorialità. I dati giunti da 77 Paesi dimostrano che meno di tre quarti dei bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni hanno uno sviluppo adeguato in almeno tre dei quattro ambiti riguardanti alfabetizzazione-abilità di calcolo, educazione fisica, sfera socio-emotiva e apprendimento. Addirittura a circa 10 anni, la maggior parte dei bambini nei Paesi a basso e medio reddito non è in grado di leggere e comprendere un testo semplice. Competenze che, come sottolinea il rapporto, sono basilari per l’apprendimento successivo e per lo sviluppo delle competenze.

Per questo Unicef ed Education Commission «esortano i governi a raggiungere ogni bambino con un’istruzione di qualità e ad abbattere le barriere che li espongono al rischio di abbandono; a valutare i livelli di apprendimento dei bambini e a fornire lezioni di recupero su misura per portarli al passo; a dare priorità alle competenze fondamentali per costruire una solida base per l’apprendimento nel corso di tutta la vita; a sostenere la salute e il benessere psicosociale fornendo un supporto olistico. Il rapporto sottolinea la necessità di disporre di dati più ampi sul divario di competenze tra i bambini e i giovani in tutte le fasce d’età».

Robert Jenkins, direttore Unicef per l’Istruzione

Tutto ciò per una motivazione semplice, ma fondamentale: «Una generazione di bambini e giovani ispirata e qualificata – spiega Robert Jenkins, direttore dell’Unicef per l’istruzione – è fondamentale per la prosperità, il progresso e il successo delle società e delle economie. Tuttavia, per la maggior parte dei bambini e dei giovani di tutto il mondo i sistemi formativi hanno fallito, lasciandoli privi di istruzione, di ispirazione e di competenze. La tempesta perfetta per l’improduttività. Per affrontare questa crisi, è urgente investire in soluzioni efficaci e comprovate per accelerare l’apprendimento e lo sviluppo delle competenze per la generazione di oggi e per quelle future».

Liesbet Steer, direttrice esecutiva dell’Education commission

Tra l’altro, secondo il rapporto, le profonde disparità tra i Paesi e tra le comunità più povere stanno aumentando le disuguaglianze. Infatti in almeno un Paese su tre a basso reddito, con dati disponibili, oltre l’85% dei giovani è fuori gioco per quanto concerne l’apprendimento di competenze di livello secondario, digitali e specifiche per il lavoro: «Per dare ai giovani le migliori possibilità di successo e recuperare le perdite di apprendimento dovute alla pandemia – osserva Liesbet Steer, direttrice esecutiva dell’Education Commission -, dobbiamo sostenerli in modo olistico. Ma non possiamo recuperare ciò che non misuriamo. Dobbiamo sapere a che punto sono i bambini e i giovani nello sviluppo delle competenze di cui hanno bisogno e monitorare i loro progressi. Ecco perché l’Education Commission, l’Unicef e i partner hanno lavorato per colmare le lacune critiche in termini di dati, tra cui il lancio dell’Orologio mondiale delle competenze per aiutare a tracciare i progressi e sensibilizzare i giovani sul raggiungimento delle competenze in tutto il mondo, in modo da poter intervenire con urgenza per preparare questa generazione a prosperare in futuro».

About Davide De Amicis (4516 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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