Tratta: “Un’onda di solidarietà per tutelare le vittime e dire no al crimine”
"Il traffico di esseri umani – spiega John – può essere fermato solo ponendo fine alle guerre, sensibilizzando in merito ai rischi e promuovendo un’economia inclusiva che permetta alle persone di vivere con dignità nei propri Paesi. Come ci ha invitato a fare Papa Francesco, dovremmo essere "promotori di un’economia della cura" che si prenda cura del lavoro, creando opportunità di impiego e condizioni lavorative che non siano degradanti"

In occasione dell’odierna Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, sul tema “La forza della cura – donne, economica e tratta di persone”, Caritas Internationalis ha invitato i propri membri ad impegnarsi nella lotta contro questa tragedia della società moderna, esortando i governi a tutelare le vittime e a stabilire piani nazionali anti-tratta: «Le vittime del traffico di esseri umani – afferma Aloysius John, segretario generale di Caritas Internationalis – sono spesso invisibili, ma sono tra i più vulnerabili, e noi siamo chiamati ad accompagnale e proteggerle. I 162 membri della nostra Confederazione sono ogni giorno a stretto contatto con uomini, donne e bambini costretti a svolgere lavori forzati o pericolosi, oppure sfruttati sessualmente. Alcuni di loro vengono presi con la forza, altri vengono inizialmente ingannati, ma tutti sperimentano condizioni terribili».

Il segretario generale di Caritas Internationalis ha poi sottolineato, inoltre, come non sia possibile sradicare il traffico di esseri umani senza affrontare le cause profonde che costringono le persone a fuggire e le espongono al rischio di essere sfruttate: «Il traffico di esseri umani – spiega John – può essere fermato solo ponendo fine alle guerre, sensibilizzando in merito ai rischi e promuovendo un’economia inclusiva che permetta alle persone di vivere con dignità nei propri Paesi. Come ci ha invitato a fare Papa Francesco, dovremmo essere “promotori di un’economia della cura” che si prenda cura del lavoro, creando opportunità di impiego e condizioni lavorative che non siano degradanti».
E ieri, alla vigilia della memoria liturgica di Santa Bakhita (Nata in Sudan nel 1869, rapita più volte e finita nel mercato delle schiave), Caritas Internationalis ha esortato tutte le persone di buona volontà ad aiutare a contrastare la cultura di indifferenza ed esclusione, che spesso circonda le vittime del traffico di esseri umani: «Ciò – conclude John – richiede un’ondata di solidarietà al fine di accogliere, accompagnare e difendere le vittime, che hanno bisogno di compassione incondizionata e di protezione. Solo agendo insieme possiamo dire “no” a questo crimine con una sola voce».