Don Marco Pagniello: “Aprirsi all’altro per vincere povertà e paure”
«Anche nel 2021, a causa della pandemia, abbiamo scoperto ulteriori nuovi volti della povertà: abbiamo assistito a tante prime volte di persone che si sono rivolte alla nostra rete[...]»
Nella sua Pescara per motivi personali, Don Marco Pagniello, fresco di nomina a Direttore di Caritas Italiana, ne ha approfittato per un saluto presso gli uffici della Caritas diocesana di Pescara-Penne di cui è stato direttore dal 2006 al giugno del 2020. La gradita visita al personale della Caritas locale è stata un’occasione per congratularsi con lui per la recente nomina, ma anche per una breve chiacchierata.
Don Marco, che effetto ti fa tornare in questi uffici da direttore nazionale?
«Qui ci sono le mie radici. Qui è iniziato tutto, qui ho sperimentato la bellezza di lavorare e progettare insieme e spero di rivivere anche a livello nazionale quello che in tanti anni ho vissuto proprio qui»
Sta per terminare anche il 2021, un anno che, seppure con aspetti diversi rispetto al precedente, è stato ancora caratterizzato pienamente dalla pandemia. Quale fotografia ci restituisce un primo bilancio?
«Anche nel 2021, a causa della pandemia, abbiamo scoperto ulteriori nuovi volti della povertà: abbiamo assistito a tante prime volte di persone che si sono rivolte alla nostra rete; per far fronte ai nuovi crescenti bisogni è necessario attingere a quella fantasia della Carità che ci ricorda anche Papa Francesco, per far sì che riusciamo ad accogliere sempre con prontezza e a dare le risposte necessarie»
Quali strumenti saranno fondamentali per affrontare le nuove sfide che la povertà ci mette di fronte?
«Intensificare sempre più il lavoro di rete, creare nuove e produttive alleanze sia tra enti associativi che istituzionali, tra realtà ecclesiali e non, ma soprattutto accrescere le attività di animazione di comunità: la povertà porta con se paure e le paure portano a chiudersi. Bisogna lavorare, dunque, per includere ed aiutare a non perdere la speranza essendo sempre in ascolto dell’altro; dobbiamo aprirci come società per accompagnare chi è più fragile verso percorsi di riscatto e autonomia».
Auguri Don Marco e buon cammino!