Al via la 49ª Settimana sociale per “coniugare ambiente, lavoro e futuro”
"Un terzo dei delegati sono giovani – precisa don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro -. Se parliamo di futuro dobbiamo farlo con loro. Pensando, dialogando e progettando un futuro diverso per il nostro Paese. La Chiesa italiana si mette in gioco, cercando di vivere questo tempo in maniera generativa, senza lasciarsi vincere dalle lamentele. In questo percorso occorre l’impegno di ciascuno, nei prossimi anni, per quella che abbiamo chiamato transizione ecologica"

Inizia oggi a Taranto, per svolgersi fino a domenica 24 ottobre, la 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani: «Città simbolica di un modello di sviluppo e di economia – ricorda don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro -, offrendo in tal senso l’occasione per riflettere sui temi ambientali. Una sorta di attualizzazione della Laudato si’ nel contesto italiano».

Sono un migliaio i partecipanti all’appuntamento, dal tema “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro #tuttoèconnesso”: «Ebbene – aggiunge don Bignami – il pianeta che speriamo richiama proprio la speranza come sguardo nel futuro, sapendo che abbiamo scelte fondamentali da compiere in questo nostro tempo, in cui diventa fondamentale coniugare assieme proprio i termini ambiente, lavoro e futuro, evitando quegli errori commessi in passato, testimoniati per taluni aspetti da Taranto e da diversi altri luoghi in Italia. Perché abbiamo spinto sul lavoro a scapito della salute, abbiamo pensato all’economia e non all’ecologia… Invece l’ecologia integrale di Laudato si’ ci spinge a riflettere e ad agire in maniera differente. La Settimana sociale sarà, in questo senso, una grande opportunità».
È la presenza dei giovani a rappresentare la novità della Settimana sociale tarantina: «Un terzo dei delegati sono giovani – precisa il direttore dell’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro -. Se parliamo di futuro dobbiamo farlo con loro. Pensando, dialogando e progettando un futuro diverso per il nostro Paese. La Chiesa italiana si mette in gioco, cercando di vivere questo tempo in maniera generativa, senza lasciarsi vincere dalle lamentele. In questo percorso occorre l’impegno di ciascuno, nei prossimi anni, per quella che abbiamo chiamato transizione ecologica».