“L’ecumenismo e il dialogo entrino a pieno titolo nell’azione pastorale”
"La dimensione ecumenica e del dialogo interreligioso - rilancia il cardinale Bassetti - devono coinvolgere parrocchie, gruppi, associazioni, movimenti, circoli culturali, federazioni, istituti religiosi e, non ultimi, i seminari, intrecciando tutta l’azione pastorale, dalla catechesi alla famiglia, dalla scuola alla comunicazione, e così via fino alle carceri e agli ospedali. Siamo chiamati a passare dall’approssimazione alla consapevolezza di chi vive nei territori delle nostre diocesi"
Si chiuderà domani la tre giorni di lavoro e programmazione promossa dall’Ufficio ecumenismo e dialogo della Conferenza episcopale italiana (Cei), che si sta svolgendo tra Roma e Assisi nell’ambito del processo sinodale della Chiesa italiana. Ieri, tra gli altri, è intervenuto anche il presidente della Cei il cardinale Gualtiero Bassetti: «L’ecumenismo e il dialogo interreligioso – afferma il porporato – sono dimensioni imprescindibili per il vissuto ecclesiale; la mancata consapevolezza di questo può causare quei ritardi che incidono negativamente sulla stessa missione della Chiesa e, prima ancora, sulla sua stessa identità».
Un incontro, quello in corso, ideato con l’obiettivo di “tendere sempre più ad essere Chiesa dialogica”: «Oggi – esorta il cardinale Bassetti – siamo tutti invitati a compiere un passo in avanti, perché l’ecumenismo e il dialogo entrino a pieno titolo nell’azione pastorale senza essere più solo appannaggio degli addetti ai lavori. La dimensione ecumenica e del dialogo interreligioso devono coinvolgere parrocchie, gruppi, associazioni, movimenti, circoli culturali, federazioni, istituti religiosi e, non ultimi, i seminari, intrecciando tutta l’azione pastorale, dalla catechesi alla famiglia, dalla scuola alla comunicazione, e così via fino alle carceri e agli ospedali. Siamo chiamati a passare dall’approssimazione alla consapevolezza di chi vive nei territori delle nostre diocesi».
Per il presidente dei vescovi italiani, si tratta di un un tema che non può più essere solo di nicchia: «La nostra Italia, segnata dal pluralismo religioso – rilancia il cardinale Gualtiero Bassetti -, ha bisogno di una Chiesa attenta e capace di accompagnare il popolo, così che possa beneficiarne anche la dimensione sociale, politica, economica ed ecologica, come sottolinea Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, nella Laudato Si’ e nella Fratelli tutti. È tempo di promuovere il dialogo, l’incontro e la collaborazione fattiva, senza separarli dalla preoccupazione per una società giusta, capace di memoria senza esclusioni. Questo processo ha il suo soggetto nella gente, nella comunità, e non in una classe, una frazione, un gruppo».
Successivamente è intervenuto anche il segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo: «Papa Francesco – constata il presule – ci sprona a passare dall’io al noi. Questo invito riguarda lo stile pastorale, del nostro essere Chiesa, e costituisce un’indicazione precisa anche per i delegati diocesani a lavorare insieme, a creare sinergie. Da soli non si va da nessuna parte». Monsignor Russo ha poi espresso la sua gratitudine: «A tutti coloro – precisa – che fino ad oggi si sono impegnati – e continuano a farlo – nel tener vivo questo dialogo, donne e uomini, laici e consacrati, presbiteri e vescovi, gruppi, comunità, movimenti, associazioni. Quali pionieri e profeti della storia ecumenica e interreligiosa della Chiesa che è in Italia, hanno avviato e attivato, con tenacia, coraggio e lungimiranza, processi importanti e fondativi, che oggi ci permettono di fare ulteriori passi significativi».
Per il segretario generale della Cei, si tratta ora di andare avanti: «Impegnandosi – invita – affinché l’ecumenismo e il dialogo non siano più questioni riservate agli addetti ai lavori, ma entrino nel vissuto quotidiano dell’azione pastorale delle nostre diocesi. È con questo spirito che oggi ci ritroviamo riuniti non per un convegno, ma per mettere a punto una programmazione condivisa e per camminare insieme, nell’orizzonte di un’azione permanente».
In questa prospettiva oggi, ad Assisi, verrà presentata la costituzione di un Osservatorio permanente: «Un segno profetico per la Chiesa che è in Italia – commenta entusiasta monsignor Stefano Russo -. Si tratta di uno strumento che può aiutare a conoscere meglio la situazione attuale, in vista di una valorizzazione della dimensione locale (regionale e diocesana), dell’individuazione di competenze e strategie adottabili e replicabili nei diversi contesti, e di un confronto a più livelli. Grazie ad una rete capillare, sarà possibile inoltre raccogliere elementi utili non solo a fotografare lo status quo, ma anche ad immaginare piste di riflessione azione».