Covid-19: “Risposta nasca da città fondate su qualità e sostenibilità”
"Una città - sottolinea Maria Elisabetta Alberti Casellati - dev’essere fondata sulla qualità nel rapporto con il tempo e lo spazio, nelle risposte ai bisogni individuali e collettivi, nell’interazione con la bellezza e la natura; e sulla sostenibilità sociale e sostenibilità ambientale"
È stata impreziosita anche dalla presenza della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati il convegno “Quale città – identità, dimensioni, bellezza e diritti di cittadinanza”, promosso dal dipartimento di Architettura dell’università “D’Annunzio” di Pescara, dal Comune di Pescara, dall’associazione Woo, dalla fondazione Europa Prossima e dall’Officina del senatore Luciano D’Alfonso in collaborazione con Limes-Rivista di Geopolitica, rivista della Corte dei Conti, Rp press e Siae, che si è svolto all’Aurum di Pescara: «È oggi, dopo un anno di terribile pandemia – osserva la Casellati -, che dobbiamo interrogarci su cosa significhi davvero avere diritto alla città. La pandemia è stata prima di tutto un fenomeno urbano. È nei grandi centri che il contagio si è diffuso prima e più rapidamente. È nelle aree urbane che l’isolamento, la chiusura di uffici, negozi, bar e ristoranti, perfino degli spazi pubblici come i parchi, hanno prodotto gli effetti più devastanti».
A detta della seconda carica dello Stato, le città sono andate avanti a fari spenti: «Come se, da un giorno all’altro – riflette la presidente del Senato -, strade, piazze, centri storici fossero andati in corto-circuito. Come se il Covid avesse rubato loro l’anima. Ora, con la ripartenza, le città tornano lentamente a riassaporare il fluire della vita». Da qui è giunto anche un ammonimento: «Attenzione agli effetti di medio e lungo periodo! – avverte – Non vorrei che alcune soluzioni, come il telelavoro, che certamente potevano essere utili nell’emergenza, diventino una regola universale per l’organizzazione del lavoro e per la definizione degli stili di vita. Questo cambierebbe irrimediabilmente il volto delle nostre città. Uffici chiusi, centri svuotati, pubblici esercizi senza più mercato, servizi, terziario e immobiliare con i relativi indotti in crisi irreversibile».
Per questo Maria Elisabetta Alberti Casellati ha chiamato in causa la città: «Penso che la risposta alla pandemia – rilancia – debba nascere anche dalle città. Dobbiamo restituire alla città una vera centralità demografica, sociale ed economica. Perché per chi vive la societas la città è tutto. È casa e vita di relazione. È lavoro, servizi, scuola, cultura, salute, amministrazione, politica e tutela dei diritti. È lo spazio e il tempo in cui si svolge la dinamica quotidiana della vita di ciascuno di noi. Una città dev’essere fondata sulla qualità nel rapporto con il tempo e lo spazio, nelle risposte ai bisogni individuali e collettivi, nell’interazione con la bellezza e la natura; e sulla sostenibilità sociale e sostenibilità ambientale».
Facendo poi un riferimento al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che ha definito “una straordinaria opportunità” anche per le sfide urbane, la presidente Casellati ha sottolineato che «le azioni e le missioni per le politiche della città sono, come dice il presidente Draghi, debito buono. Un debito speso bene, che sostiene occupazione e produzione, che rilancia i fattori strutturali di crescita, che sa fare funzionare bene la nostra casa comune». Al termine del convegno, la presidente del Senato Casellati ha visitato il Centro vaccinale di via Tirino.