Covid-19: “Nel 2020 ha riportato in povertà 120 milioni di persone”
La pandemia ha poi aumentato le disuguaglianze all’interno e tra i Paesi: "Al 17 giugno 2021 – si legge nel report – sono stati somministrati circa 68 vaccini ogni 100 persone in Europa e Nord America rispetto a meno di 2 nell’Africa subsahariana. Fino a 10 milioni di ragazze in più, saranno a rischio di matrimoni precoci a causa della pandemia nel prossimo decennio"
Sono circa 120 milioni le persone che, nel 2020, la pandemia da Covid-19 ha riportato in povertà, provocando la perdita di 255 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. Il tasso di povertà estrema globale è aumentato per la prima volta dal 1998, passando dall’8,4% nel 2019 al 9,5% nel 2020. Circa il 90% dei Paesi segnala ancora una o più interruzioni dei servizi sanitari essenziali. L’impatto sulla scuola è, inoltre, una “catastrofe generazionale”, con altri 101 milioni di bambini e giovani sono scesi al di sotto del livello minimo di competenza in lettura, cancellando i progressi nell’istruzione raggiunti negli ultimi 20 anni.
È lo scenario che emerge dal rapporto Onu sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile del 2021 (Sustainable development goals report 2021): «I prossimi 18 mesi – sottolinea il rapporto – saranno cruciali per contrastare gli effetti della pandemia e accelerare il progresso verso gli Obiettivi». Nonostante i progressi per raggiungere gli Obiettivi fossero stati lenti anche prima della pandemia, «altri 119-124 milioni di persone sono state spinte in una condizione di povertà nel 2020», mentre lo studio stima come il numero di persone che soffrono la fame, «già in aumento prima della pandemia, potrebbe essere aumentato di 83-132 milioni».
La pandemia ha poi aumentato le disuguaglianze all’interno e tra i Paesi: «Al 17 giugno 2021 – si legge nel report – sono stati somministrati circa 68 vaccini ogni 100 persone in Europa e Nord America rispetto a meno di 2 nell’Africa subsahariana. Fino a 10 milioni di ragazze in più, saranno a rischio di matrimoni precoci a causa della pandemia nel prossimo decennio».
E il rallentamento dell’economia nel 2020 non ha contribuito a migliorare la crisi climatica: «Le concentrazioni dei principali gas serra – aggiunge lo studio – hanno continuato ad aumentare, mentre la temperatura media globale è stata di circa 1,2°C al di sopra dei livelli preindustriali, pericolosamente vicina al limite di 1,5°C stabilito dall’Accordo di Parigi».
Secondo il rapporto per raggiungere gli Obiettivi, «i governi, le città, le imprese e le industrie devono utilizzare la ripresa per adottare percorsi di sviluppo a basse emissioni di carbonio» per tutelare le risorse naturali, «creare migliori posti di lavoro, promuovere l’uguaglianza di genere e affrontare le crescenti disuguaglianze».