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Trinità: “Nell’annuncio del Vangelo non si può prescindere da questa unità”

"La bellezza del Vangelo - spiega il Papa - richiede di essere vissuta – l’unità – e testimoniata nella concordia tra noi, che siamo così diversi! E questa unità oso dire che è essenziale al cristiano. Non è un atteggiamento, un modo di dire, no, è essenziale, perché è l’unità che nasce dall’amore, dalla misericordia di Dio, dalla giustificazione di Gesù Cristo e dalla presenza dello Spirito Santo nei nostri cuori"

Lo ha affermato oggi Papa Francesco, pronunciando l’Angelus nella solennità della Santisima Trinità

Papa Francesco

È stata dedicata all’odierna solennità della Santissima Trinità la riflessione introduttiva all’Angelus domenicale, pronunciato oggi da Papa Francesco affacciandosi su piazza San Pietro dal Palazzo apostolico: «Questa festa nella quale celebriamo Dio – afferma -, il mistero di un unico Dio. E questo Dio è il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Tre persone, ma Dio è uno! Il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo Spirito è Dio. Ma non sono tre dei, è un solo Dio in tre Persone. È un mistero che ci ha rivelato Gesù Cristo, la Santa Trinità. Oggi ci fermiamo a celebrare questo mistero, perché le Persone non sono aggettivazione di Dio, no. Sono Persone reali, diverse, differenti; non sono – come diceva quel filosofo – “emanazioni di Dio”, no, no! Sono Persone. C’è il Padre, che io prego con il Padre Nostro; c’è il Figlio, che mi ha dato la redenzione, la giustificazione; c’è lo Spirito Santo, che abita in noi e abita la Chiesa. E questo parla al nostro cuore, perché lo troviamo racchiuso in quella espressione di San Giovanni che riassume tutta la Rivelazione: “Dio è amore” (1 Gv 4,8.16). Il Padre è amore, il figlio è amore, lo Spirito Santo è amore. E in quanto è amore, Dio, pur essendo uno e unico, non è solitudine ma comunione, fra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Perché l’amore è essenzialmente dono di sé, e nella sua realtà originaria e infinita è Padre che si dona generando il Figlio, il quale si dona a sua volta al Padre e il loro reciproco amore è lo Spirito Santo, vincolo della loro unità. Non è facile da capire, ma si può vivere questo mistero, tutti noi, si può vivere tanto».

Un mistero, quella della Trinità, che, come ha spiegato il Pontefice, ci è stato svelato da Gesù stesso: «Egli ci ha fatto conoscere il volto di Dio come Padre misericordioso; ha presentato Sé stesso, vero uomo, come Figlio di Dio e Verbo del Padre, Salvatore che dà la sua vita per noi; e ha parlato dello Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio, Spirito di Verità, Spirito Paraclitone abbiamo parlato, domenica scorsa, di questa parola “Paraclito”cioè Consolatore e Avvocato. E quando Gesù è apparso agli Apostoli dopo la risurrezione, Gesù li ha inviati ad evangelizzare “tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28,19). La festa odierna, dunque, ci fa contemplare questo meraviglioso mistero di amore e di luce da cui proveniamo e a cui è orientato il nostro cammino terreno».

E la Trinità diviene un mistero fondamentale per il cammino di fede di ognuno: «Nell’annuncio del Vangelo e in ogni forma della missione cristiana – sottolinea il Santo Padre -, non si può prescindere da questa unità alla quale chiama Gesù, fra noi, seguendo l’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Non si può prescindere da questa unità. La bellezza del Vangelo richiede di essere vissuta – l’unità – e testimoniata nella concordia tra noi, che siamo così diversi! E questa unità oso dire che è essenziale al cristiano. Non è un atteggiamento, un modo di dire, no, è essenziale, perché è l’unità che nasce dall’amore, dalla misericordia di Dio, dalla giustificazione di Gesù Cristo e dalla presenza dello Spirito Santo nei nostri cuori».

Quindi una preghiera di affido: «Maria Santissima, nella sua semplicità e umiltà – afferma Papa Bergoglio -, riflette la Bellezza di Dio Uno e Trino, perché ha accolto pienamente Gesù nella sua vita. Ella sostenga la nostra fede; ci renda adoratori di Dio e servitori dei fratelli».

Dopo la recita dell’Angelus, Papa Francesco ha poi la ricordato la beatificazione – avvenuta ieri in Spagna ad Astorga – di María Pilar Gullón Yturriaga, Octavia Iglesias Blanco e Olga Pérez-Monteserín Núñez: «Queste tre donne laiche coraggiose, a imitazione del buon Samaritano – osserva il Papa -, si sono dedicate a curare i feriti di guerra senza abbandonarli nel momento del pericolo, hanno rischiato, e sono state uccise in odio alla loro fede. Lodiamo il Signore per la loro testimonianza evangelica. Un applauso alle nuove Beate!».

In seguito il Pontefice ha annunciato che il prossimo 1° luglio, in Vaticano, incontrerà i principali responsabili delle comunità cristiane presenti in Libano, per una giornata di riflessione sulla preoccupante situazione del Paese e per pregare insieme per il dono della pace e della stabilità: «Affido questa intenzione all’intercessione della Madre Dio – aggiunge il Santo Padre -, tanto venerata al Santuario di Harissa, e fin da questo momento vi chiedo di accompagnare la preparazione di questo evento con la preghiera solidale, invocando per quell’amato Paese un futuro più sereno».

Ancora un pensiero sull’odierna Giornata mondiale della sclerosi multipla e, per quanto riguarda l’Italia, sulla Giornata nazionale del sollievo: «Esprimo riconoscenza per queste iniziative – commenta Bergoglio -; ricordiamoci che la vicinanza «è un balsamo prezioso che dà sostegno e consolazione a chi soffre nella malattia» (Messaggio per la Giornata Mondiale del Malato 2021)».

Infine il Papa ha raccontato di un suo incontro avuto in mattinata: «Ho ricevuto un piccolo gruppo di fedeli – riporta -, che mi ha portato la traduzione della Bibbia tutta intera nel loro dialetto. L’ha fatto un uomo: otto anni di lavoro! Scritta, sono otto volumi, tutta in dialetto. E lui, che era presente, mi diceva che leggeva, pregava e traduceva. Io vorrei ringraziare per questo gesto, e anche un’altra volta dirvi di leggere la Bibbia, di leggere la Parola di Dio, per trovare lì la forza della nostra vita. E anche – in questo mi ripeto – di portare sempre con voi il Nuovo Testamento, un Vangelo tascabile: nella borsa, nella tasca, per poter leggerlo in qualsiasi momento della giornata. Così troveremo Gesù nella Sacra Scrittura. Impariamo dall’esempio di quest’uomo che durante otto anni ha lavorato per capire questo. E mi diceva “Lo facevo pregando”».

Infine, il consueto saluto ai fedeli presenti: «Saluto di cuore tutti voi, provenienti da Roma, dall’Italia e da altri Paesi. Vedo che c’è il Canada, la Colombia… Dobbiamo pregare per la Colombia! E lì c’è anche la Polonia, e qui altri Paesi… Saluto tutti voi! In particolare i cresimandi della parrocchia dei Santi Protomartiri Romani. Saluto i pellegrini polacchi e benedico i partecipanti al grande pellegrinaggio al Santuario mariano di Piekary Śląskie. E come di consueto saluto i ragazzi dell’Immacolata. A tutti auguro una buona domenica. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me».

About Davide De Amicis (4616 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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