Fondazione Paolo VI: da oltre 30 anni un’eccellenza nel campo dell’autismo
"È stato per noi un onore partecipare a questo convegno – osserva l’avvocato Peppino Polidori, presidente della Fondazione Paolo VI – perché è un riconoscimento al nostro lavoro che portiamo avanti da anni. Del resto, già da tempo facciamo parte del tavolo nazionale sull’autismo promosso proprio dall’Ufficio nazionale per la Pastorale della Salute della Conferenza episcopale italiana"

Da più di trent’anni, la Fondazione Paolo VI rappresenta un’eccellenza nazionale nel campo dell’autismo. Per questo, è tra i protagonisti del ventiduesimo Convegno nazionale per la Pastorale della Salute dal titolo “Gustare la vita, curare le relazioni. Una prospettiva per la pastorale della salute”. L’evento è promosso dall’Ufficio nazionale per la Pastorale della Salute della Conferenza episcopale italiana, e prosegue in modalità online fino al 13 maggio. Tanti gli ospiti illustri, tanti i luminari e tanti i rappresentanti delle più importanti realtà italiane impegnate nel campo dell’autismo.
In particolare, nella giornata di martedì 5 maggio la Fondazione Paolo VI ha avuto l’occasione di raccontare la sua esperienza, ripercorrendo il percorso di passione, umanità e competenza che l’ha resa un vero punto di riferimento. Un percorso, in base alla ricostruzione, che è stato avviato nel 1986, quando gli operatori avevano ufficialmente ad occuparsi di pazienti con disturbo dello spettro autistico. Nel 1994 si è puntato sulla formazione con l’intervento di autorità del calibro di Schopler, Micheli, Xaiz, Caretto e Vicari. Oggi, nelle sue varie sedi, la Fondazione si prende cura di oltre 250 persone con disturbi dello spettro autistico, e lo fa per l’intero ciclo di vita: dalla prima infanzia all’età adulta, sia in regime ambulatoriale con trattamenti singoli e di gruppo, sia in forma residenziale e semi-residenziale.
In ogni centro è presente un’équipe multidisciplinare. I pazienti possono usufruire di un servizio a regime residenziale o semiresidenziale con varie attività, laboratori e varie strutture a loro disposizione, fino a quello ambulatoriale, con interventi mirati per le singole esigenze. Servizi mai venuti meno anche durante la pandemia, periodo in cui gli operatori hanno saputo trovare anche nuove modalità per far sentire la loro vicinanza ai pazienti e alle loro famiglie. Tanti i progetti realizzati in tutti questi anni, che spaziano dal teatro alla cucina alla musica.

E sono state molteplici le occasioni di confronto, come i convegni che hanno visto tanti nomi famosi venire a Pescara a conoscere la Fondazione Paolo VI e portare la loro testimonianza: «È stato per noi un onore partecipare a questo convegno – osserva l’avvocato Peppino Polidori, presidente della Fondazione Paolo VI – perché è un riconoscimento al nostro lavoro che portiamo avanti da anni. Del resto, già da tempo facciamo parte del tavolo nazionale sull’autismo promosso proprio dall’Ufficio nazionale per la Pastorale della Salute della Conferenza episcopale italiana, che ha organizzato il convegno. Un luogo di confronto e crescita umana e professionale, dove abbiamo la possibilità di portare la nostra esperienza. Siamo lieti di poter dare il nostro contributo anche a livello nazionale in un settore delicato, ma estremamente importante come quello dell’autismo».