Decreto legge Natale, Cei: “Nessun cambiamento per le celebrazioni”
"Nei giorni di zona rossa si consiglia ai fedeli – suggerisce Corrado - di avere con sé un modello di autodichiarazione per velocizzare le eventuali operazioni di controllo". Nei giorni di zona arancione, invece, sarà ancora più semplice recarsi in parrocchia, dato che i fedeli potranno raggiungere liberamente qualsiasi luogo sacro ubicato nel Comune di residenza, domicilio o abitazione
Nel contesto definito dal Decreto-legge del 18 dicembre «non ci sono cambiamenti circa la visita ai luoghi di culto e le celebrazioni. Entrambe sono sempre permesse, in condizioni di sicurezza e nella piena osservanza delle norme». Lo ha precisato il direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana (Cei), Vincenzo Corrado: «La Segreteria generale della Cei – precisa – ricorda quanto indicato dal Consiglio episcopale permanente nel comunicato finale della sessione straordinaria del 1° dicembre “Sarà cura dei Vescovi suggerire ai parroci di ‘orientare’ i fedeli a una presenza ben distribuita, ricordando la ricchezza della liturgia per il Natale che offre diverse possibilità. Messa vespertina nella vigilia, nella notte, dell’aurora e del giorno. Per la Messa nella notte sarà necessario prevedere l’inizio e la durata della celebrazione in un orario compatibile con il cosiddetto ‘coprifuoco’, cioè entro le 22″».
La Cei ha poi fornito ai fedeli dei consigli per vivere al meglio la liturgia nei giorni di zona rossa: «Si consiglia ai fedeli – suggerisce Corrado – di avere con sé un modello di autodichiarazione per velocizzare le eventuali operazioni di controllo», in quanto la circolare del Ministero dell’Interno del 7 novembre 2020 ha precisato che i luoghi di culto nei quali ci si potrà recare per una visita o per la partecipazione a una celebrazione “dovranno ragionevolmente essere individuati fra quelli più vicini”.
Nei giorni di zona arancione, invece, sarà ancora più semplice recarsi in parrocchia, dato che i fedeli potranno raggiungere liberamente qualsiasi luogo sacro ubicato nel Comune di residenza, domicilio o abitazione. Se quest’ultimo ha una popolazione non superiore a 5 mila abitanti, sarà possibile anche frequentare chiese collocate in altri Comuni purché non siano capoluoghi di provincia e distanti non oltre i 30 km: «I vescovi – conclude il direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali Cei – esortano, soprattutto in queste giornate, a non dimenticare e ad accompagnare tutte le persone, che comunicano le loro fatiche, le loro speranze, chiedendo preghiere e aiuti materiali e spirituali».