“Chi cerca i propri interessi e non quelli di Cristo è fuori strada”
"Tutti noi vogliamo bene a Gesù, tutti vogliamo seguirlo - osserva il Papa -, ma dobbiamo essere sempre vigilanti per rimanere sulla sua strada. Perché con i piedi, con il corpo possiamo essere con lui, ma il nostro cuore può essere lontano, e portarci fuori strada. Così, ad esempio, il rosso porpora dell’abito cardinalizio, che è il colore del sangue, può diventare, per lo spirito mondano, quello di una eminente distinzione. Pensiamo a tanti genere di corruzione nella vita sacerdotale"
Si è svolta questo pomeriggio, all’Altare della Cattedra nella basilica di San Pietro, la solenne celebrazione eucaristica all’interno della quale Papa Francesco ha creato 13 nuovi cardinali (nove dei quali, avendo meno di ottanta anni, avranno il diritto di partecipare al Conclave. Sono il vescovo maltese Mario Grech, 63 anni, segretario generale del Sinodo dei vescovi, Marcello Semeraro – 73 anni – vescovo emerito di Albano e prefetto della Congregazione delle Cause di Santi, Paolo Augusto Lojudice arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino ed ex ausiliare di Roma e padre Mauro Gambetti 55 anni – conventuale – Custode del sacro Convento di Assisi, lo statunitense Wilton D. Gregory – 73 anni – arcivescovo di Washington (il primo cardinale di colore negli Stati Uniti d’America), l’arcivescovo di Kigali in Rwanda Antoine Kambanda 62 anni, l’arcivescovo di Capiz nelle Filippine José F. Advincula di 68 anni, l’arcivescovo di Santiago del Cile Celestino Aos Braco di 75 anni e il vicario apostolico di Brunei Cornelius Sim, 69 anni. A loro il Papa ha aggiunto anche quattro non elettori: il vescovo emerito di San Cristobal de Las Casas in Messico Felipe Arizmendi Esquivel di 80 anni, il nunzio Silvano M. Tomasi di 80 anni, il parroco del Divino Amore a Roma monsignor Enrico Feroci di 80 anni, già direttore della Caritas diocesana, e padre Raniero Cantalamessa, 86 anni, cappuccino, dal 1980 predicatore della Casa Pontificia. Dei 13 cardinali, però, solo 11 erano presenti in basilica mentre gli ultimi due sono stati creati cardinali via web, ovvero monsignor Josè F. Advincula (arcivescovo di Capiz, nelle Filippine) e monsignor Cornelius Sim (vicario apostolico di Brunei) i quali non sono potuti andare a Roma a causa delle misure restrittive imposte dalla pandemia in corso.
Nell’omelia il Pontefice ha subito messo in guarda i neo porporati: «La strada di chi, magari senza nemmeno rendersene conto – ammonisce -, usa il Signore per promuovere sé stesso; di chi – come dice San Paolo – cerca i propri interessi e non quelli di Cristo non è la strada di Gesù, è un’altra strada». Una strada rappresentata da passione, morte e risurrezione: «Questa è la strada del Figlio di Dio – ricorda il Santo Padre -. La strada del Servo del Signore. Gesù si identifica con questa strada, al punto che lui stesso è questa strada. ‘Io sono la via’. Questa via, non un’altra”». Lo rivela a Giacomo e Giovanni, «ma in realtà a tutti gli apostoli», precisa il Papa riferendosi a ciò che sarebbe dovuto accadere a Gerusalemme “Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”. Questo è invece il “desiderio” che i due discepoli rivelano al loro Signore: «Questa è un’altra strada – spiega Papa Bergoglio, citando il discorso sui pastori di Sant’Agostino contenuto nell’ufficio delle letture -. Non è la strada di Gesù, è un’altra. “Gesù, dopo aver ascoltato Giacomo e Giovanni, non si altera, non si arrabbia. La sua pazienza è davvero infinita, anche con noi c’è stata, c’è pazienza e ci sarà. E risponde: ‘Voi non sapete quello che chiedete’. Li scusa, in un certo senso, ma contemporaneamente li accusa: ‘Voi non vi rendete conto che siete fuori strada’».
Quindi un nuovo monito espresso da Papa Francesco: «Tutti noi vogliamo bene a Gesù, tutti vogliamo seguirlo, ma dobbiamo essere sempre vigilanti per rimanere sulla sua strada. Perché con i piedi, con il corpo possiamo essere con lui, ma il nostro cuore può essere lontano, e portarci fuori strada. Così, ad esempio, il rosso porpora dell’abito cardinalizio, che è il colore del sangue, può diventare, per lo spirito mondano, quello di una eminente distinzione. Pensiamo a tanti genere di corruzione nella vita sacerdotale. “E tu non sarai più il pastore vicino al popolo, sentirai soltanto di essere ‘l’eminenza’. Quando tu sentirai quello, sarai fuori strada”».
Quindi il Papa è tornato sul Vangelo di Marco: «Ciò che sempre colpisce – afferma – è il netto contrasto tra Gesù e i discepoli. Gesù lo sa, lo conosce, e lo sopporta. Ma il contrasto rimane. Lui sulla strada, loro fuori strada. Due percorsi inconciliabili. Solo il Signore, in realtà, può salvare i suoi amici sbandati e a rischio di perdersi, solo la sua Croce e la sua Risurrezione. Per loro, oltre che per tutti, lui sale a Gerusalemme. Per loro, e per tutti, spezzerà il suo corpo e verserà il suo sangue. Per loro, e per tutti, risorgerà dai morti, e col dono dello Spirito li perdonerà e li trasformerà. Li metterà finalmente in cammino sulla sua strada. San Marco – come pure Matteo e Luca – ha inserito questo racconto nel suo Vangelo perché è una Parola che salva, necessaria alla Chiesa di tutti i tempi. Anche se i dodici vi fanno una brutta figura, questo testo è entrato nel Canone perché mostra la verità su Gesù e su di noi. È una Parola salutare anche per noi oggi. Anche noi, Papa e cardinali, dobbiamo sempre rispecchiarci in questa Parola di verità. È una spada affilata, ci taglia, è dolorosa, ma nello stesso tempo ci guarisce, ci libera, ci converte. Conversione è proprio questo: da fuori strada, andare sulla strada di Dio. Che lo Spirito Santo ci doni, oggi e sempre, questa grazia».