Giovani: “Non vivacchiate, realizzate i grandi sogni di Dio in questo mondo”
"Non accontentiamoci del dovuto - esorta il Papa -. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti, non ci vuole parcheggiati ai lati della vita, ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia"

Ieri, al termine della santa messa in occasione della solennità di Cristo Re dell’universo che si è svolta nella basilica di San Pietro, alla presenza di Papa Francesco è avvenuto il passaggio della croce della Giornata mondiale della gioventù tra una delegazione di giovani di Panama, che hanno ospitato l’appuntamento nel 2019, e quelli del Portogallo che la ospiteranno nel 2023.
Un passaggio di consegne simbolico che sarebbe dovuto avvenire in occasione della scorso Domenica delle palme ma che, a causa della pandemia, è invece slittato a ieri: «Cari giovani, cari fratelli e sorelle – invita il Papa nell’occasione -, non rinunciamo ai grandi sogni. Non accontentiamoci del dovuto. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti, non ci vuole parcheggiati ai lati della vita, ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia».
Durante l’omelia il Pontefice ha innanzitutto chiesto ai giovani di confrontarsi con le opere di misericordia «perché esse – spiega – danno gloria a Dio più di ogni altra cosa». Quindi la sua esortazione a puntare in alto, a «non vivacchiare, ma a vivere per realizzare grandi sogni di Dio in questo mondo. I grandi sogni nascono da grandi scelte, e la vita è il tempo delle scelte forti, decisive, eterne. Scelte banali portano a una vita banale, scelte grandi rendono grande la vita. Noi, infatti, diventiamo quello che scegliamo, nel bene e nel male».
Papa Francesco ha quindi sollecitato i giovani a non restare fermi, a non lasciarsi prendere dalla «febbre dei consumi che narcotizza e dall’ossessione del divertimento. Solo scegliendo l’amore siamo spinti a passare dai perché al per chi, dal perché vivo al per chi vivo». Infine, il consiglio a guardarsi dentro e cercare sempre la differenza tra il “cosa mi va di fare” e il “cosa ti fa bene”: «Da questa ricerca interiore – conclude il Pontefice – possono nascere scelte banali o scelte di vita».

Al termine della celebrazione è avvenuto quindi il passaggio della Croce così come dell’icona di Maria Salus Populi Romani, simboli delle Giornate Mondiali della Gioventù, con Papa Bergoglio che ha indirizzato un saluto particolare ai giovani panamensi e portoghesi presenti in San Pietro: «È un passaggio importante – ricorda il Papa – nel pellegrinaggio che ci condurrà a Lisbona nel 2023».
E l’avvenuto passaggio dei simboli Gmg nella solennità di Cristo Re è solo anticipatore di un altro appuntamento che si trasferirà in questa data: «Trascorsi trentacinque anni dall’istituzione della Gmg – annuncia -, dopo aver ascoltato diversi pareri e il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, competente sulla pastorale giovanile, ho deciso di trasferire, a partire dal prossimo anno, la celebrazione diocesana della Gmg dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Cristo Re».
Al successivo Angelus, il Santo Padre è tornato sul vangelo del giorno, ricordando nuovamente l’importanza delle opere di misericordia e sottolineando come Gesù «si identifica non solo col re-pastore, ma anche con le pecore perdute, cioè con i fratelli più piccoli e bisognosi». Da qui la domanda che il Papa ha oggi chiesto ai fedeli di porsi: «Io – s’interroga – mi avvicino a Gesù presente nella persona dei malati, dei poveri, dei sofferenti, dei carcerati, di coloro che hanno fame e sete di giustizia, mi avvicino a Gesù presente lì?».
Papa Francesco ha quindi esortato tutti a adottare la logica del Buon Samaritano, che chiede di non «guardare da un’altra parte quando vediamo un problema, perché – ha ribadito – quello che avete fatto a questo, a questo, a questo, lo avete fatto a me. E quello che non avete fatto a questo, a questo, a questo, non lo avete fatto a me, perché io ero lì. Che Gesù ci insegni questa logica, questa logica della prossimità, dell’avvicinarsi a Lui, con amore, nella persona dei più sofferenti».