“La Carità non è delegabile, vi siamo chiamati tutti in prima persona”
Le parole di Monsignor Tommaso Valentinetti, Arcivescovo di Pescara-Penne, in occasione della IV^ Giornata Mondiale dei Poveri celebrata ieri

«Quali talenti ho ricevuto dal Signore? Ognuno di noi può fare un elenco di ciò che nella vita può mettere a disposizione degli altri, ma per noi cristiani ci sono 3 talenti fondamentali: Fede, Speranza e Carità. Di questi 3 talenti quello che più visibilmente può essere messo a frutto è la Carità».
Inizia così l’omelia di Monsignor Tommaso Valentinetti nella messa per la IV^ Giornata Mondiale dei Poveri celebrata ieri dalla cappella “Santa Teresa di Calcutta” presso la Cittadella dell’Accoglienza “Giovanni Paolo II” di Pescara.
«Far fruttificare il talento della Carità non è mai facile – prosegue l’Arcivescovo di Pescara-Penne – perchè c’è sempre una tentazione, quella di andarlo a nascondere, di non farlo emergere, e la prima causa di ciò è la paura; il testo del Vangelo dice che quello che va a nascondere il talento sottoterra lo fa per paura perchè il padrone è esigente. Molto spesso il talento della Carità si nasconde perchè vivere, come oggi ci ricorda il Papa, accanto al povero, non è facile e genera fatica».
“Tendi la tua mano al povero” è la frase tratta dal libro del Siracide che accompagna questa quarta edizione della Giornata Mondiale dei Poveri e ci ricorda l’importanza dell’andare incontro, della prossimità, dell’aiuto concreto, infatti, continua il presule:
«Far fruttare questo bellissimo talento che è la Carità ci fa avere uno sguardo sapienziale sulla vita in generale»
Poi l’esortazione alla comunità tutta ad essere presente nella carità e a mettersi a disposizione del bene comune:
«In questo giorno chiedo a voi, carissimi fratelli, di far fruttificare questo bellissimo talento che il Signore ci ha dato. Lo chiedo per tutti gli operatori della Caritas del territorio, ma in particolare a tutti i credenti perchè la Carità non è delegabile, alla Carità siamo chiamati tutti in prima persona e se la deleghiamo vuol dire che abbiamo scavato la buca e stiamo sotterrando il nostro talento».
La Carità come talento di ogni cristiano, dunque, per essere sempre sulla via giusta e tendere le nostre mani a chi ne ha più bisogno:
«Chiedo questo sguardo sapienziale – conclude Monsignor Valentinetti – affinchè il Signore ci faccia camminare sui suoi sentieri e non sui nostri e ci conceda i suoi di pensieri e non i nostri».