“Non abbiamo tempo per consolare gli afflitti, ma per chiacchierare sì!”
"La verifica del nostro cammino di conversione e di santità – sottolinea il Papa - è sempre nell’amore del prossimo. Questa è la verifica. Se io dico “amo Dio” e non amo il prossimo, non va. La verifica che io amo Dio è che amo il prossimo"

Prima dell’Angelus odierno Papa Francesco ha riflettuto sul Vangelo della XXX Domenica del Tempo ordinario, dedicato al grande comandamento “Amerai il Signore tuo Dio, e il tuo prossimo come te stesso”: «C’è gente che cerca di compiere i comandamenti in modo ansioso o forzato – osserva il Papa -, e Gesù ci fa capire che la vita morale e religiosa non può ridursi a un’obbedienza ansiosa e forzata, ma deve avere come principio l’amore che deve tendere insieme e inseparabilmente verso Dio e verso il prossimo. Questa è una delle principali novità dell’insegnamento di Gesù e ci fa capire che non è vero amore di Dio quello che non si esprime nell’amore del prossimo; e, allo stesso modo, non è vero amore del prossimo quello che non attinge dalla relazione con Dio. L’amore per Dio si esprime soprattutto nella preghiera, in particolare nell’adorazione. Noi trascuriamo tanto l’adorazione a Dio. Facciamo la preghiera di ringraziamento, la supplica per chiedere qualche cosa…, ma trascuriamo l’adorazione. È adorare Dio proprio il nocciolo della preghiera. E l’amore per il prossimo che si chiama anche carità fraterna, è fatto di vicinanza, di ascolto, di condivisione, di cura per l’altro. E tante volte noi tralasciamo di ascoltare l’altro perché è noioso o perché mi toglie del tempo, o di portarlo, accompagnarlo nei suoi dolori, nelle sue prove… Ma troviamo sempre il tempo per chiacchierare, sempre! Non abbiamo tempo per consolare gli afflitti, ma tanto tempo per chiacchierare. State attenti!».
Questo il monito del Santo Padre: «La verifica del nostro cammino di conversione e di santità – sottolinea – è sempre nell’amore del prossimo. Questa è la verifica. Se io dico “amo Dio” e non amo il prossimo, non va. La verifica che io amo Dio è che amo il prossimo».
Dopo l’Angelus il Pontefice ha parlato della crisi esplosa in Nigeria: «Seguo con particolare preoccupazione le notizie che giungono dalla Nigeria – aggiunge Papa Bergoglio -, circa gli scontri violenti avvenuti di recente tra le Forze dell’ordine e alcuni giovani manifestanti. Preghiamo il Signore affinché si eviti sempre ogni forma di violenza, nella costante ricerca dell’armonia sociale attraverso la promozione della giustizia e del bene comune».
13 NUOVI CARDINALI NOMINATI DA PAPA FRANCESCO

Papa Francesco, durante l’Angelus di oggi, ha annunciato un Concistoro il 28 novembre per la creazione di 13 nuovi cardinali. Tra questi, sei sono italiani. Ecco l’elenco delle future porpore: monsignor Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei Vescovi; monsignor Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi; monsignor Antoine Kambanda, arcivescovo di Kigali (Ruanda); monsignor Wilton D. Gregory, arcivescovo di Washington; monsignor Jose F. Advincula, arcivescovo di Capiz (Filippine); monsignor Celestino Aós Braco, arcivescovo di Santiago de Chile; monsignor Cornelius Sim, vescovo titolare di Puzia di Numidia e vicario apostolico di Brunei; monsignor Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino; fr. Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi. Insieme ad essi, unisce ai membri del Collegio Cardinalizio: monsignor Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo emerito di San Cristobal de las Casas (Messico); monsignor Silvano M. Tomasi, arcivescovo titolare di Asolo e nunzio apostolico; padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia. E tra i prossimi porporati c’è anche un sacerdote di origine abruzzese, per la precisione di Pizzoli nell’Aquilano. Si tratta di monsignor Enrico Feroci, parroco a Santa Maria del Divino Amore a Castel di Leva: «Preghiamo per i nuovi cardinali – afferma il Papa – affinché, confermando la loro adesione a Cristo, mi aiutino nel mio ministero di Vescovo di Roma per il bene di tutto il Santo Popolo fedele di Dio».

Per la prossima nomina dei sei cardinali italiani ha esternato la propria soddisfazione il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti: «Esprimo gratitudine al Santo Padre – commenta – per aver chiamato sei confratelli nel sacerdozio ad aiutarlo nel servizio alla Chiesa universale. Le Chiese che sono in Italia affidano al Signore i nuovi cardinali. Conosco ciascuno di loro e sono certo che sapranno vivere questa nuova responsabilità con intensità e umiltà. Il Cardinalato – ci ricorda il Santo Padre – non significa una promozione, né un onore, né una decorazione; semplicemente è un servizio che esige di ampliare lo sguardo e allargare il cuore. Ai nuovi cardinali l’amicizia e l’affetto dell’Episcopato italiano, insieme al ricordo nella preghiera».