Covid-19, Dpcm 13 ottobre: “Invariato lo svolgimento della messa”
"La Segreteria generale della Conferenza episcopale italiana – sottolinea Vicenzo Corrado, direttore dell'Ufficio Comunicazioni sociali Cei - assicura un’interlocuzione costante con la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero degli interni e il Comitato tecnico-scientifico, per monitorare il quadro epidemiologico e l’evoluzione della pandemia"

L’ultimo decreto della Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) del 13 ottobre, con le sue restrizioni, «lascia invariato quanto previsto nel Protocollo del 7 maggio circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo. Esso rimane altresì integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico, già trasmesse nel corso dell’estate».

Lo ha precisato il direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana Vincenzo Corrado, che ha fatto alcuni esempi delle regole attualmente adottate: «Guanti non obbligatori per il ministro della Comunione – ricorda -, che però deve igienizzarsi accuratamente le mani; celebrazione delle Cresime assicurando il rispetto delle indicazioni sanitarie (in questa fase l’unzione può essere fatta usando un batuffolo di cotone o una salvietta per ogni cresimando), la stessa attenzione vale per le unzioni battesimali e per il sacramento dell’Unzione dei malati; reintroduzione dei cori e cantori, i cui componenti dovranno mantenere una distanza interpersonale laterale di almeno 1 metro e almeno 2 metri tra le eventuali file del coro e dagli altri soggetti presenti (tali distanze possono essere ridotte solo ricorrendo a barriere fisiche, anche mobili, adeguate a prevenire il contagio tramite droplet). L’eventuale interazione tra cantori e fedeli deve garantire il rispetto delle raccomandazioni igienico-comportamentali, in particolare il distanziamento di almeno 2 metri; durante la celebrazione del matrimonio gli sposi possono non indossare la mascherina; durante lo svolgimento delle funzioni religiose, non sono tenuti all’obbligo del distanziamento interpersonale i componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi/congiunti, parenti con stabile frequentazione; persone, non legate da vincolo di parentela, di affinità o di coniugio, che condividono abitualmente gli stessi luoghi dove svolgono vita sociale in comune».
Questa precisazione avviene nelle settimane in cui le diocesi riprendono le attività pastorali: «La Segreteria generale della Conferenza episcopale italiana – sottolinea Corrado – assicura un’interlocuzione costante con la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero degli interni e il Comitato tecnico-scientifico, per monitorare il quadro epidemiologico e l’evoluzione della pandemia».