Comune di Pescara e Caritas: “Fino a 700 euro per aiutare i pescaresi in crisi”
"Durante il periodo Covid - precisa Carlo Masci, sindaco di Pescara -, abbiamo avuto dei risparmi rispetto a determinate attività che non sono state effettuate e questo risparmio è stato utilizzato per intervenire su chi effettivamente oggi ha problemi di sopravvivenza"
Potrà arrivare a 700 euro l’importo che i cittadini meno abbienti di Pescara, impossibilitati a pagare le spese mensili trovandosi in difficoltà economica dopo il lockdown, potranno richiedere in Comune e nei punti di ascolto cittadini della Caritas. È il questo il progetto “Una mano tesa”, ideato dall’amministrazione comunale pescarese e dalla Caritas diocesana di Pescara-Penne, illustrato ieri nella Sala San Cetteo del Municipio dall’assessore all’Ascolto del disagio sociale Nicoletta Di Nisio e dal sindaco Carlo Masci, con la funzionaria della Caritas Liviana Di Cesare.
Alla presentazione sono intervenuti anche i consiglieri comunali Massimiliano Pignoli e Berardino Fiorilli, i quali hanno voluto sottolineare la grande valenza sociale di un intervento che vuole essere di ulteriore supporto ai cittadini in disagio economico: «Oltre ai poveri già censiti – spiega l’assessore Di Nisio – ci siamo resi conto che questa pandemia ha prodotto anche difficoltà economiche in chi solitamente non ha una soglia di reddito tale da poter accedere automaticamente agli aiuti sociali. Sono quelle famiglie che prima del Covid avevano un reddito e che, in seguito alla pandemia, hanno dovuto chiudere la loro attività, ritrovandosi di fatto con nessun reddito, ma con una dichiarazione dei redditi (riferita ovviamente all’anno precedente) che non li incasellava come famiglie in difficoltà».
Da qui il progetto “Una mano tesa”: «Questo intervento economico – precisa la Di Cesare – prevede uno stanziamento di 50 mila euro, a cui si potrà accedere tramite l’ordinaria procedura del Pronto intervento sociale (Pis) prevista per le persone in difficoltà. Ovviamente la domanda si chiamerà “Una mano tesa” e non si potrà chiedere un sostegno superiore a 700 euro per spese maturate nel periodo gennaio-settembre 2020. Parliamo di spese per le utenze, canoni di locazione (esclusi quelli Ater), spese per viaggi (soprattutto per visite mediche), acquisto di beni di prima necessità, visite mediche e acquisto farmaci, assicurazioni auto, rette, e attività extrascolastiche e ludiche per i figli minorenni».
Il sindaco Carlo Masci ha poi sottolineato come questo progetto rappresenti un ulteriore messaggio di solidarietà a coloro che stanno vivendo un disagio sociale: «Stiamo ragionando – afferma il primo cittadino – su una somma aggiuntiva rispetto a quelle somme che sono già a disposizione per interventi legati al disagio sociale. Durante il periodo Covid, abbiamo avuto dei risparmi rispetto a determinate attività che non sono state effettuate e questo risparmio è stato utilizzato per intervenire su chi effettivamente oggi ha problemi di sopravvivenza. Parliamo di interventi che riguardano beni di prima necessità. Cerchiamo di non lasciare indietro nessuno e di dare risposte che i cittadini cercano facendo tutto il possibile, tenendo conto che a Pescara c’è una rete di solidarietà efficiente che opera con le risorse del Comune».
La Caritas diocesana ha infine precisato che le domande si possono reperire nei punti d’ascolto presenti al Centro servizi famiglia presso il Comune (tutte le mattine dalle 9 alle 12, il giovedì pomeriggio e sabato mattina), ma anche nei punti decentrati di Rancitelli, Fontanelle e Circoscrizione Colli, aperti una volta la settimana. La domanda verrà protocollata e inviata agli assistenti sociali che a loro volta, telefonicamente, contatteranno la persona per farsi elencare le spese che vuole presentare.