Festa di Sant’Andrea: “Per ricominciare insieme superando la paura”
"Più che un pericolo la compagnia deve tornare ad essere un’opportunità - osserva Padre Carlo Mattei, parroco di Sant'Andrea -, passando dalla paura al coraggio di ritrovarci per ricominciare. Altrimenti Pescara diventerà una città-cimitero"
In questa estate 2020, caratterizzata dalla convivenza con il Coronavirus, la Festa di Sant’Andrea 2020 riscoprirà il suo valore essenzialmente spirituale, mentre il programma civile è stato fortemente ridotto per ragioni di sicurezza. Dunque niente lungomare pedonale, niente bancarelle, niente giostre, niente fuochi pirotecnici notturni sul mare e la processione in mare riguarderà solo la statua del santo. Quindi l’attenzione è tornata sulla parrocchia che, all’inizio della novena in preparazione alla festa del santo, lo scorso sabato ha celebrato una messa dedicata ai defunti a causa del Covid-19. Successivamente, mercoledì sera, è stata la Comunità di Sant’Egidio ad animare una veglia di preghiera dedicata a tutte le situazioni difficili nel mondo. Ieri sera, invece, la comunità parrocchiale di Sant’Andrea ha incontrato il sindaco di Pescara Carlo Masci per un dialogo tra parrocchia e territorio.
Domani mattina alle 9, in chiesa, ci sarà invece la santa messa presieduta dall’arcivescovo di Pescara-Penne monsignor Tommaso Valentinetti, che terminerà con la processione in mare dell’effige di Sant’Andrea la quale verrà issata sul motopeschereccio Erminio Padre, ultimo arrivato nella flotta di Massimo Camplone. Causa Covid sarà questa l’unica barca autorizzata a prendere parte al corteo marittimo, con a bordo i marinai, il parroco Padre Carlo Mattei e le autorità civili e militari, seguita da una seconda imbarcazione che ospiterà il Complesso bandistico Città di Atessa: «Quest’anno – riflette Padre Carlo – l’idea di fondo è aiutare la persone a ritrovarsi, al di là delle difficoltà che hanno gli uni gli altri. Più che un pericolo la compagnia deve tornare ad essere un’opportunità, passando dalla paura al coraggio di ritrovarci per ricominciare. Altrimenti Pescara diventerà una città-cimitero». Durante la processione verranno lanciate quattro corone di fiori in mare, mentre la quinta verrà posta ai piedi del monumento ai caduti in mare ubicato all’ingresso del porto: «Le corone – spiega Massimo Camplone, vice presidente dell’Associazione armatori di Pescara – saranno dedicate ai caduti delle marinerie nord e sud, a Cristian Dell’Osa (vittima di un incidente in mare il 27 agosto 2012) e al nostro Mimmo Grosso (l’ex portavoce degli armatori pescaresi stroncato proprio dal Coronavirus la primavera scorsa)».
Per quanto concerne il programma civile quest’ultimo, per quanto ridimensionato, non rinuncerà ad intrattenere i pescaresi che interverranno nell’area della festa, per quest’anno limitata a via del Concilio (dove sorgerà il palco) e via Bologna, stasera, domani sera e lunedì sera: «Sono dieci anni che presiedo l’organizzazione dei festeggiamenti – spiega Massimo Di Francesco – e ho voluto fortemente che, per quanto possibile, venisse mantenuta la tradizione». Così quella che fino all’anno scorso è stata una delle feste patronali più grandi d’Italia diverrà, si spera solo per quest’anno, una piccola festa di quartiere non meno sentita. Saranno due esercenti locali a garantire il servizio di ristorazione, mentre per quanto riguarda l’intrattenimento questa sera alle 21.30 avrà luogo “Voce ‘e notte” tributo alla canzone napoletana, domani sera alla stessa ora si esibiranno alcuni gruppi locali (con la partecipazione della parrocchia di Sant’Andrea), mentre il gran finale di lunedì sera – sempre alle 21.30 – è stato affidato al grande cabaret di Vincenzo Olivieri.
Sarà stridente il paragone tra gli irriducibili della festa che, in sicurezza, festeggeranno comunque in via del Concilio e via Bologna e l’assordante silenzio che, poche centinaia di metri più in là, si vivrà sul lungofiume dei Poeti, in via Paolucci e sul lungomare Matteotti. Arterie che, tradizionalmente, rappresentano il cuore della festa animata dalla marineria pescarese, la quale ha scelto di non unirsi ai festeggiamenti. Troppo il dolore per la perdita del loro storico portavoce Mimmo Grosso: «Al porto – precisa Camplone – saranno tre giorni come tutti gli altri. Non c’è lo stato d’animo adatto, oltre che la possibilità di garantire lo svolgimento in sicurezza di una grande festa come quella di Sant’Andrea. Così, sperando di tornare in grande l’anno prossimo, abbiamo rinunciato a tutto, ma non al lancio delle corone in mare per i nostri amici e colleghi che hanno perso la vita».