Covid-19: “Lockdown ha rafforzato vita di coppia e relazioni genitori-figli”
"L’indagine – sottolinea Gigi De Palo - conferma che la stragrande maggioranza delle famiglie italiane sceglie la misura dell’assegno unico-universale per ogni figlio. Un provvedimento efficace per restituire fiducia nel futuro ai nuclei familiari del nostro Paese. Lo spezzettamento dei contributi in bonus, incentivi, mancette non ha colto il gradimento delle famiglie. È importante che il Governo dia un segnale forte in tal senso"
Per oltre 6 famiglie italiane su 10 è l’assegno unico-universale per figlio la proposta più urgente da concretizzare per scongiurare la crisi economica e sociale del Paese. Madri e padri chiedono dunque a Governo e Parlamento di trasformarla in realtà già ora, nel passaggio tra l’emergenza pandemica da Covid-19 e l’auspicato ritorno alla normalità. È uno dei dati più rilevanti emersi dall’indagine “Le famiglie e l’emergenza Covid-19: una fotografia attuale”, realizzata dal network internazionale di Sfera, l’area di Rcs MediaGroup dedicata all’infanzia, insieme al Forum nazionale delle associazioni familiari. L’indagine è stata presentata ieri in diretta streaming sulla pagina Facebook del Forum famiglie e su quella di Quimamme da Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum, Chiara Bidoli, direttore testate infanzia di RCS MediaGroup, Chiara Giaccardi, direttrice del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia e Francesca Valla, insegnante, counselor e scrittrice.
Lo studio è stato incentrato su di un’intervista online condotta su oltre 12.500 nuclei familiari (genitori di età compresa tra i 20 e i 59 anni con istruzione medio-alta), i quali hanno risposto su temi di stretta attualità riguardanti il post-emergenza coronavirus tra cui le misure del Governo durante le fasi più delicate della pandemia in Italia, le conseguenze sull’armonia familiare del lockdown prolungato, le priorità percepite come più urgenti e necessarie dalle famiglie italiane nell’immediato, nel breve e medio periodo. Inoltre, sono state chieste le previsioni sulla propria situazione familiare nei prossimi mesi e le conseguenze economiche, relazionali e sociali scaturite dalla quarantena forzata sono al centro dell’indagine: «Abbiamo voluto fotografare la situazione delle famiglie italiane – spiega Chiara Bidoli, direttore testate infanzia di Rcs MediaGroup – particolarmente colpite e sotto pressione durante il lockdown. L’obiettivo della nostra ricerca era dare voce ai loro bisogni, alle loro idee, partendo dalla convinzione che le famiglie sono il motore della società e che da loro dobbiamo ripartire per disegnare il futuro del nostro Paese. La partecipazione così numerosa ha dimostrato che le famiglie hanno voglia di dire la loro e chiedono a gran voce di essere ascoltate e di avere delle risposte concrete, in linea con le loro reali necessità».
Le risposte ai quesiti hanno messo in evidenza che «il lockdown prolungato e le restrizioni legate alla pandemia hanno rafforzato e migliorato, nella stragrande maggioranza dei casi, le relazioni di coppia e il rapporto tra genitori e figli, con una forte aspettativa di miglioramento dell’armonia familiare anche per il prossimo futuro. La convivenza forzata ha inciso positivamente sulla coppia per il 31% del campione e non ha inciso per il 56%. Dunque, l’87% degli intervistati ha registrato dati confortanti a livello di relazioni coniugali durante e subito dopo la quarantena». Nello specifico, per il 23,8% è migliorata la comunicazione e il dialogo, per il 29,1% la collaborazione in casa, per il 14,5% quella dei figli e per il 13,2% se n’è giovata l’armonia familiare in generale. Ben il 48% ha detto che è migliorata la relazione con i propri figli, con un 40% che ha mantenuto questo rapporto inalterato: «Le famiglie – secondo l’indagine – escono rafforzate nei propri legami con la prole, segnale inequivocabile del bisogno di rivedere al più presto, rispetto a quanto fatto in passato, le modalità di conciliazione famiglia-lavoro».
Lo studio ha poi rivelato come “perdere il lavoro (47%) e diventare poveri (49%)” siano le più grandi paure manifestate dalle famiglie italiane: «Inoltre, le donne – si legge nello studio – sono tendenzialmente meno ottimiste sulle conseguenze della crisi per il futuro familiare». Relativamente alle conseguenze già in atto in famiglia, per il 71% ci sono problemi economici, per il 52% i guai sono lavorativi, il 34% ha dovuto fare i conti con disagi legati all’assenza di servizi e con le difficoltà nella gestione dei figli. Da non sottovalutare, tra l’altro, il 27% del campione che ha riscontrato problemi per la salute mentale di un familiare, quasi un intervistato su otto.
Parlando del futuro prossimo, un’esigenza molto sentita dalle famiglie è la possibilità che i figli tornino sui banchi di scuola da settembre: «C’è – chiarisce il rapporto -, percepito in modo molto forte soprattutto nel nord-ovest (ma non solo), il tema del rientro a scuola a settembre. È la seconda priorità d’intervento (59% degli intervistati) per le famiglie italiane, appena dietro l’assegno unico-universale, un altro messaggio lanciato a Governo e istituzioni. Solo il 23%, invece, ha ritenuto opportuno inserire come priorità il reddito di emergenza e appena il 13% il bonus baby-sitter».
Ma il presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari Gigi De Palo è andato oltre, definendo «non esaltanti – commenta – le valutazioni di gradimento sulle misure messe in campo dal Governo per contenere le conseguenze dell’emergenza Covid-19, specie quelle per la gestione dei figli. Solo il 10% si è detto soddisfatto delle soluzioni previste per il riavvio dell’anno scolastico, appena il 25% dell’estensione dei congedi parentali». E solo un italiano su 5 è contento del bonus per gli autonomi, mentre uno su due non lo è affatto: «Perplessità – ricorda De Palo – ci sono anche sul bonus vacanze».
Non è infine mancato un focus sui problemi sentiti come più insidiosi a breve (entro 3 anni) e nel medio periodo (tra 20 anni). Nel primo caso, c’è la crisi economica causata dal fallimento delle aziende (68%) e l’aumento dei nuclei familiari in condizione di povertà (65%), accanto alla crescita delle differenze tra ricchi e poveri (50%). Nel secondo, oltre all’aumento del numero degli indigenti (47%), c’è la crescita esponenziale della preoccupazione per il rischio di default demografico generato dal crollo delle nascite (35%): «L’indagine – sottolinea il presidente del Forum nazione delle associazioni familiari – conferma che la stragrande maggioranza delle famiglie italiane sceglie la misura dell’assegno unico-universale per ogni figlio. Un provvedimento efficace per restituire fiducia nel futuro ai nuclei familiari del nostro Paese. Lo spezzettamento dei contributi in bonus, incentivi, mancette non ha colto il gradimento delle famiglie. Mamme e papà vogliono qualcosa di diverso, più semplice, immediato, chiaro e facile da ottenere».
Da qui l’appello rivolto alle istituzioni: «È importante che il Governo – esorta Gigi De Palo -, in vista della legge di Bilancio e del Recovery Fund, dia un segnale forte in tal senso. Contrariamente a quanto paventato dai profeti di sventura, le famiglie hanno avuto giovamento dal periodo di quarantena forzata a casa, che si è rivelato essere un’opportunità per rinsaldare legami affettivi, genitoriali e di coppia e per favorire l’armonia familiare. Mamme e papà hanno le idee chiare e il polso della situazione anche rispetto alle minacce e ai timori per il proprio futuro economico e lavorativo, confermati pochi giorni fa dal dato di previsione del Pil italiano. Ancora una volta, i nuclei familiari sono espressione chiara delle esigenze del Paese reale e comprendono la distanza dei provvedimenti messi in campo da quanto è più necessario per loro e per i loro figli».
Ma le famiglie italiane non chiedono solo sostegni materiali: «Oltre all’assegno unico e alla riapertura delle scuole a settembre – conclude De Palo -, le famiglie chiedono fiducia. Non vogliamo l’elemosina, ma essere messi in condizione di aiutare il Paese». Infine, il presidente del Forum ha annunciato che si sta lavorando per organizzare gli Stati generali della natalità per il 14 maggio 2021.