Acli: “Donne e madri reggono il Paese, riequilibrare i ruoli in famiglia”
"Il 4 maggio al lavoro sono tornati per il 73% uomini - sottolinea Agnese Ranghelli, coordinatrice Donne Acli -. Questo rientro al lavoro di uomini ha caricato di ulteriori compiti di cura le donne all’interno della famiglia e non vi è dubbio che molte famiglie, a volte anche composte da sole donne con i figli, si trovano costrette a scegliere se rientrare nel mercato del lavoro o far fronte alle esigenze di accudimento della prole e dei propri genitori o cari"
La pandemia di Coronavirus Covid-19 ha finito per aumentare la disparità di genere tra uomini e donne soprattutto nella cura della famiglia e mondo del lavoro, così il Coordinamento donne delle Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli) ha invitato le istituzioni a procedere ad un riequilibrio, in occasione della Festa della mamma: «Le donne e le madri – sottolinea Agnese Ranghelli, responsabile del Coordinamento – hanno retto e continuano a reggere il Paese anche in questa emergenza. Hanno dato e continuano a dare linfa alla società, ognuna con le proprie specificità ma tutte con una caratteristica comune, la versatilità. Già prima della pandemia si partiva con una situazione difficile, le donne con figli infatti erano le più svantaggiate sul fronte dell’occupazione. Molte ricerche hanno chiarito come per una madre, alla nascita dei figli, si riducano drasticamente le possibilità di entrare nel mercato del lavoro».
Ma anche dopo la pandemia, con la Fase 2 partita il 4 maggio scorso, le cose non sono cambiate: «I segnali – conferma la Ranghelli – non sono incoraggianti. Il 4 maggio al lavoro sono tornati per il 73% uomini. Questo rientro al lavoro di uomini ha caricato di ulteriori compiti di cura le donne all’interno della famiglia e non vi è dubbio che molte famiglie, a volte anche composte da sole donne con i figli, si trovano costrette a scegliere se rientrare nel mercato del lavoro o far fronte alle esigenze di accudimento della prole e dei propri genitori o cari».
E non solo: «Ad aggravare la situazione – aggiunge il Coordinamento donne delle Acli – il venir meno, durante il lockdown, di tutte le figure di famigliari, in particolare dei nonni, che hanno sempre dato il loro contributo per mantenere in equilibrio le famiglie italiane».
Non convincono neanche le misure assistenziali approvate dal governo in queste settimane: «Coprono solo in parte i servizi di assistenza – lamenta Agnese Ranghelli – e rimane aperto il problema della riapertura delle scuole, ad oggi ancora non definita. Oggi più che mai, chiediamo alla politica risposte concrete per riequilibrare i ruoli all’interno del nucleo familiare e per dare voce al meritato protagonismo femminile nella società, nel mondo del lavoro, e maggiore presenza nelle cabine di regia.