“Non viviamo senza meta, la dimora che ci attende è il Paradiso”

«Nella vita l’ansia peggiore, il turbamento, nasce dalla sensazione di non farcela, dal sentirsi soli e senza punti di riferimento davanti a quel che accade. Quest’angoscia, nella quale a difficoltà si aggiunge difficoltà, non si può superare da soli. Abbiamo bisogno dell’aiuto di Gesù, e per questo Gesù chiede di avere fede in Lui, cioè di non appoggiarci a noi stessi, ma a Lui. Perché la liberazione dal turbamento passa attraverso l’affidamento». Lo ha affermato oggi Papa Francesco, introducendo la preghiera del Regina Caeli nella Biblioteca del Palazzo apostolico vaticano: «Gesù – ricorda il Papa – ci ha prenotato un posto in Cielo. Ha preso su di sé la nostra umanità per portarla oltre la morte, in un posto nuovo, in Cielo, perché lì dove è Lui fossimo anche noi. È la certezza che ci consola, c’è un posto riservato per ciascuno. C’è un posto anche per me. Ognuno di noi può dire “C’è un posto per me”. Non viviamo senza meta e senza destinazione. Siamo attesi, siamo preziosi. Dio è innamorato di noi, siamo i suoi figli. E per noi ha preparato il posto più degno e bello, il Paradiso».
Da qui l’ammonimento: «Non dimentichiamolo – ribadisce il Santo Padre -, la dimora che ci attende è il Paradiso. Qui siamo di passaggio. Siamo fatti per il Cielo, per la vita eterna, per vivere per sempre. Ci sono vie che non portano in Cielo, le vie della mondanità, le vie per autoaffermarsi, le vie del potere egoista. E c’è la via di Gesù, la via dell’amore umile, della preghiera, della mitezza, della fiducia, del servizio agli altri. Non è la via del mio protagonismo, è la via di Gesù protagonista della mia vita».

Dopo la recita del Regina Caeli, Papa Bergoglio ha quindi rivolto un pensiero sulla Festa della mamma: «Voglio ricordare con gratitudine e affetto tutte le mamme – sottolinea il Pontefice -, affidandole alla protezione di Maria, la nostra Mamma celeste. Il pensiero va anche alle mamme che sono passate all’altra vita e ci accompagnano dal Cielo. Facciamo un po’ di silenzio per ricordare ognuno la sua mamma».
Quindi Papa Francesco ha rivolto l’attenzione all’Europa e all’Africa: «All’Europa, in occasione del 70° anniversario della Dichiarazione Schuman, del 9 maggio 1950 – ricorda -. Essa ha ispirato il processo di integrazione europea, consentendo la riconciliazione dei popoli del continente dopo la Seconda Guerra mondiale, e il lungo periodo di stabilità e di pace di cui beneficiamo oggi. Lo spirito della Dichiarazione Schuman non manchi di ispirare quanti hanno responsabilità nell’Unione europea, chiamati ad affrontare in spirito di concordia e di collaborazione le conseguenze sociali ed economiche provocate dalla pandemia».
In riferimento all’Africa, invece, Papa Francesco ha ripensato al 10 maggio del 1980, quando San Giovanni Paolo II compì nel continente il suo primo viaggio pastorale: «Diede voce – ricorda – al grido delle popolazioni del Sahel duramente provate dalla siccità. Oggi mi congratulo con i giovani che si stanno impegnando per l’iniziativa “Laudato Si’ Alberi”. L’obiettivo è piantare nella regione del Sahel almeno un milione di alberi, che andranno a far parte della Grande Muraglia verde d’Africa. Auspico che in tanti possano seguire l’esempio di solidarietà di questi giovani».