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Cei: dal 18 maggio riprenderanno le messe con il popolo

"Il protocollo – sottolinea il cardinale Bassetti - è frutto di una profonda collaborazione e sinergia fra il Governo, il Comitato Tecnico-Scientifico e la Cei, dove ciascuno ha fatto la sua parte con responsabilità"

Stamani la firma del protocollo d’intesa da parte di Cei e Governo

Il presidente della Cei Bassetti e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte firmano il protocollo d'intesa

Da lunedì 18 maggio potranno tornare a celebrarsi le messe in presenza di popolo in tutte le parrocchie. La notizia è ufficiale da questa mattina, quando a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) cardinale Gualtiero Bassetti, hanno firmato uno specifico protocollo. Il testo di quest’ultimo è l’esito finale di un percorso che ha visto la collaborazione tra la Cei, il Presidente del Consiglio, il Ministro dell’Interno – nello specifico delle articolazioni, il Prefetto del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, Michele di Bari, e il Capo di Gabinetto, Alessandro Goracci – e il Comitato Tecnico-Scientifico. Nel rispetto della normativa sanitaria disposta per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2, il protocollo indica alcune misure da ottemperare con cura, concernenti l’accesso ai luoghi di culto in occasione di celebrazioni liturgiche; l’igienizzazione dei luoghi e degli oggetti; le attenzioni da osservare nelle celebrazioni liturgiche e nei sacramenti; la comunicazione da predisporre per i fedeli, nonché alcuni suggerimenti generali: «Nel predisporre il testo – precisa un nota dell’Ufficio Comunicazioni sociali Cei -, si è puntato a tenere unite le esigenze di tutela della salute pubblica con indicazioni accessibili e fruibili da ogni comunità ecclesiale».

Card. Gualtiero Bassetti, presidente Cei

Soddisfatto il presidente della Cei: «Il protocollo – sottolinea il cardinale Bassetti – è frutto di una profonda collaborazione e sinergia fra il Governo, il Comitato Tecnico-Scientifico e la Cei, dove ciascuno ha fatto la sua parte con responsabilità». Una dichiarazione attraverso la quale il porporato ha ribadito l’impegno della Chiesa a contribuire al superamento della crisi in atto.

LE PRESCRIZIONI DEL PROTOCOLLO

Come già emerso nei giorni scorsi, non ci sarà l’obbligo di misurare la temperatura dei fedeli, ma comunque a questi ultimi non sarà consentito l’accesso in chiesa qualora manifestino sintomi influenzali-respiratori o in presenza di temperatura superiore a 37,5 gradi. Non potranno entrare neanche coloro che, nei giorni precedenti, hanno avuto contatti con persone positive al Sars-Cov2. L’accesso alle parrocchie dovrà comunque essere individuale, evitando assembramenti sia all’interno della chiesa che sul sagrato. Nel rispetto del protocollo, sarà poi il legale rappresentante della parrocchia ad individuare la capienza massima del luogo di culto, considerando che il distanziamento fisico da far rispettare sarà pari ad almeno un metro laterale e frontale. L’accesso e il deflusso dovranno essere comunque regolati dalla presenza di collaboratori o volontari riconoscibili, muniti di dispositivi di protezione individuali, che garantiranno il rispetto del numero massimo di fedeli presenti. Qualora quest’ultimo dovesse superare il limite consentito, andrà considerata l’ipotesi di incrementare il numero di celebrazioni eucaristiche. Comunque durante l’accesso e il deflusso, che dovranno avere via di fuga distinte, le porte dovranno restare aperte per evitare di toccare le maniglie. Bisognerà prevedere luoghi appositi per l’accesso di persone disabili. Tutti i fedeli saranno poi tenuti ad indossare le mascherine e all’ingresso, dovranno essere posizionati dispenser con liquido igienizzante. Le acquasantiere dovranno restare vuote e al termine di ogni messa, i luoghi di culto e gli oggetti andranno igienizzati. Per quanto riguarda l’ambito liturgico, celebranti e ministri dovranno essere presenti nel presbiterio mantenendo nel numero minimo indispensabile, sempre nel rispetto delle distanze di sicurezza. Per l’animazione, in questa prima fase sarà prevista la presenza dell’organista, ma non del coro. Lo scambio della pace continuerà ad essere omesso. Per quanto riguarda la distribuzione dell’Eucaristia il sacerdote, o il ministro delegato, dovrà indossare mascherina e guanti monouso, mantenere la distanza di sicurezza e offrire l’ostia senza entrare in contatto con le mani del fedele. Per ragioni igienico sanitarie, non potranno essere presenti libretti per i canti o di altro tipo. Le offerte non verranno più raccolte tra i banchi, ma in contenitori appositi collocati in determinati spazi. Tutte queste prescrizioni si dovranno applicare anche per le altre celebrazioni inserite nella messa, come i battesimi, i matrimoni, l’unzione degli infermi e i funerali. Per accedere alla confessione, inoltre, i parroci dovranno predisporre luoghi ampi e areati, nei quali sia possibile mantenere il distanziamento fisico e la riservatezza che il sacramento comporta. Sacerdoti e fedeli dovranno, anche in questo caso, indossare la mascherina. Se le chiese non consentiranno il rispetto del protocollo, si dovrà valutare di celebrare all’esterno le liturgie eucaristiche, nel rispetto della loro dignità e delle normative sanitarie. Ci sarà la dispensa dal precetto festivo per motivi di età e salute. Per quanti non potranno partecipare alle messe di persona, resta sempre raccomandata la trasmissione dei riti in streaming.

Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dei ministri

Sarà compito dei parroci rendere conto alle comunità parrocchiali di quanto prescritto dal protocollo: «Le misure di sicurezza previste nel testo – assicura il presidente del Consiglio Conte –, esprimono i contenuti e le modalità più idonee per assicurare che la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo avvenga nella maniera più sicura. Ringrazio la Cei per il sostegno morale e materiale che sta dando all’intera collettività nazionale in questo momento difficile per il Paese».

Luciana Lamorgese, ministra dell’Interno

Soddisfatta anche la ministra Lamorgese: «Fin dall’inizio – conclude – abbiamo lavorato per giungere a questo Protocollo – ha concluso il ministro Lamorgese -. Il lavoro fatto insieme ha dato un ottimo risultato. Analogo impegno abbiamo assunto anche con le altre confessioni religiose».

IN DIOCESI

Mons. Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne

Una notizia che l’Arcidiocesi di Pescara-Penne ha subito recepito, inoltrando le nuove regole igienico-sanitarie a tutti i parroci, chiamati ad organizzarsi per farle rispettare al meglio: «Ringraziamo la Cei e il Ministero dell’interno che ci hanno dato questa possibilità – commenta l’arcivescovo monsignor Tommaso Valentinetti -. Cercheremo di mettere in pratica le prescrizioni nella maniera migliore possibile, in modo tale che tutto si possa svolgere secondo le regole che ci sono state consigliate».

OGGI PRIMA MESSA A PORTE CHIUSE A PENNE IN ONORE DI SAN MASSIMO

Un momento della messa celebrata da don Andrea Di Michele

Un ritorno a messa che, simbolicamente, nella città vestina è avvenuto già ieri con una messa a porte chiuse celebrata dal parroco don Andrea Di Michele nella chiesa della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, alla sola presenza del sindaco Mario Semproni, in occasione della festa liturgica del patrono di Penne, compatrono dell’arcidiocesi, San Massimo martire: «Ci affidiamo alla sua intercessione – afferma don Andrea, avviando la celebrazione -. Che il coraggio e la forza con cui lui ha affrontato il martirio, siano gli stessi con cui noi possiamo affrontare il Covid-19 e tutte le nostre fatiche

About Davide De Amicis (4619 Articles)
Nato a Pescara il 9 novembre 1985, laureato in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Teramo, è giornalista professionista. Dal 2010 è redattore del portale La Porzione.it e dal 2020 è direttore responsabile di Radio Speranza, la radio della Chiesa di Pescara-Penne. Dal 2007 al 2020 ha collaborato con la redazione pescarese del quotidiano Il Messaggero. In passato è stato direttore responsabile della testata giornalistica online Jlive radio, ha collaborato con Radio Speranza, scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" e sul quotidiano locale Abruzzo Oggi.
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